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  Eritrea sull’orlo del precipizio

Data di pubblicazione: Sabato, 26 Febbraio 2011

TRAGUARDI SOCIALI / n.46 Marzo / Aprile 2011 :: Eritrea sull’orlo del precipizio

Al via un progetto di aiuti del MCL. A cura di Carlo Costalli, Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori.

Nonostante la guerra e i conflitti diretti con l’Etiopia siano finiti da tempo, l’Eritrea vive una situazione di estrema e preoccupante miseria che induce molti a fuggire dal Paese. Il dramma vissuto da un gruppo di profughi eritrei caduti nelle mani di trafficanti di esseri umani nel Sinai, di cui quasi nessuno ha parlato, ha riportato l’attenzione su questo fenomeno e su quello di migliaia di loro connazionali rifugiati nel Sudan.
Recentemente ho trascorso alcuni giorni in Eritrea - per una visita alle opere che il Movimento Cristiano Lavoratori finanzia, fra grandi difficoltà, con i fondi del 5 per mille - ed ho assistito personalmente a situazioni angosciose ed angoscianti di un popolo allo stremo. Eppure le autorità affermano che la nazione sta raggiungendo l’autosufficienza alimentare. Ciò potrebbe essere se invece della guerra si fossero fatti accordi commerciali con l’Etiopia: è molto difficile capire perché due Stati subsahariani, unici eredi di antiche grandi civiltà, abbiano fatto una guerra tanto lunga, quanto distruttiva.
L’Eritrea vive in una palude di totale miseria ma per una inspiegabile congiura del silenzio da parte dei mass-media internazionali (nel Paese non sono ammessi giornalisti stranieri), poco o nulla trapela della situazione in cui versa il Paese dove, tra l’altro, i missionari vengono espulsi e le ONG non possono lavorare.
Gli ordini religiosi presenti in Eritrea, nonostante le forti restrizioni, lavorano in zone difficili sia per l’aspetto geografico che per quello economico-sociale e, spesso, in luoghi dove nessun altro vuole andare. Oltre la testimonianza di vita religiosa, l’attività parrocchiale, l’assistenza spirituale, essi accolgono nelle loro case centinaia di orfani e gestiscono una vasta rete di assistenza sociopromozionale, considerato che due terzi degli eritrei vivono degli aiuti umanitari.
I centri di sussistenza tenuti dai religiosi non riescono a mitigare la crescente domanda di bisogni alimentari, dovuta ai ricorrenti periodi di siccità con le conseguenti carestie. Un lavoro, quello dei religiosi, che si svolge in uno dei contesti socio-politici tra i più disperati che si conoscano. E il flusso dei profughi è in continuo aumento: solo nel Sudan pare ce ne siano oltre 250.000.
Tra i diversi incontri particolarmente importante è stato quello con l’ambasciatore d’Italia in Eritrea, Marcello Fondi. Nel corso del colloquio si è fatto cenno al dramma dei giovani costretti a lasciare la propria terra alla ricerca di un futuro migliore che, purtroppo, trovano spesso la morte nei deserti e nel mare. Il MCL aumenterà il proprio impegno in Eritrea con “un auspicio che la società internazionale offra accoglienza ai profughi e aiuti l’Eritrea a trovare vie di libertà, di progresso, di pace, di giustizia e lavoro per tutti gli eritrei”.
Della delegazione del MCL facevano parte, oltre al sottoscritto, Nicola Napoletano e Alfonso Luzzi della presidenza nazionale del Movimento, e il dr. Adriano Peris, primario ospedaliero ed esperto di cooperazione internazionale.
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