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  Verso la prima Conferenza Nazionale per l'Immigrazione

Data di pubblicazione: Lunedì, 15 Novembre 2010

TRAGUARDI SOCIALI / n.44 Novembre / Dicembre 2010 :: Verso la prima Conferenza Nazionale per l'Immigrazione

Appuntamento a Napoli 11 e 12 Febbraio 2011

Le migrazioni dei popoli caratterizzano la storia dell’umanità fin dalla sua origine. Nell’età contemporanea, a causa degli straordinari progressi in campo tecnologico e della crescente instabilità sociale ed economica, si registrano flussi migratori sempre più robusti e difficilmente comprimibili.
L’integrazione degli immigrati ha suscitato in questi anni un forte dibattito in tutta l’Unione Europea allargata. La maggior parte degli Stati Membri è interessata dai movimenti migratori; alcuni di essi si sono trasformati da Paesi di emigrazione in Paesi di immigrazione e si trovano ad affrontare per la prima volta la questione dell’integrazione.
Anche il nostro Paese ha seguito queste tendenze globali e nell’ultimo decennio è divenuto Paese di ingenti pressioni migratorie che ne stanno condizionando profondamente l’assetto sociale. Il primo Rapporto Annuale sull’immigrazione della Commissione Europea dimostra che in tutti gli Stati Membri l’accesso al mercato del lavoro, le competenze linguistiche, nonché un livello sufficiente di istruzione, rappresentano gli obiettivi più importanti per raggiungere l’integrazione. Nelle linee guida del 2003 sulle strategie per l’occupazione, veniva ribadita una riduzione significativa dei divari occupazionali fra cittadini comunitari e non comunitari, entro il 2010. L’occupazione, così come l’accesso agli alloggi, l’assistenza sanitaria, la conoscenza della lingua del Paese ospitante, contribuiscono a creare migliori condizioni di vita.
Le politiche per l’integrazione, oltre a costituire una relazione fra “Stato” e “singolo immigrato”, è un processo in cui esistono strette correlazioni fra diversi livelli governativi e non governativi, come datori di lavoro, sindacati, organizzazioni religiose, società civile, associazioni di immigrati, mass media. Tutti questi attori hanno un compito: promuovere un atteggiamento positivo nei confronti degli immigrati e contrastare le tendenze xenofobe e razziste. Si parla di “Partecipazione sociale”. Il volontariato è una forma di partecipazione sociale in cui gli immigrati svolgono un ruolo importante come cittadini attivi. Facilitando la partecipazione degli stranieri e tenendo in considerazione il loro apporto si contribuisce a incentivare la loro integrazione ed a mobilitare le loro competenze. La partecipazione sociale include un’ampia gamma di attività, sia nei settori convenzionali che nelle organizzazioni di immigrati. Il 10 giugno 2010 il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato il Piano per l’Integrazione nella di integrazione tra lo Straniero e lo Stato, individua le principali linee di azione e gli strumenti da adottare al fine di promuovere un efficace percorso di integrazione delle persone immigrate. Tale piano, alla luce del Libro bianco sul futuro del modello sociale promosso dal Governo lo scorso anno, intende promuovere un efficace percorso di integrazione nel rispetto delle prerogative e delle competenze dei diversi attori istituzionali interessati, nonché delle procedure previste dalla legislazione vigente. Ecco i cinque assi del Piano per l’integrazione:
• Educazione e apprendimento: dalla lingua ai valori ? La scuola come primario luogo di intervento, con tetti di alunni stranieri nelle classi per favorire l’integrazione attraverso la formazione linguistica e la conoscenza della Costituzione attraverso l’educazione civica.
• Lavoro – Per il processo di integrazione è imprescindibile la programmazione dei flussi, misurata con le effettive capacità di assorbimento della forza lavoro per evitare circuiti economici ‘sommersi’. Questo percorso deve tuttavia iniziare già nei Paesi di origine, con un’adeguata informazione e formazione lavorativa mirata all’inserimento nel tessuto sociale e non soltanto alla creazione di manodopera qualificata. Passaggio, in questo caso, previsto e incentivato dalle ancora inespresse potenzialità della legge Biagi. Inoltre è opportuna un’attenta vigilanza sulla previdenza e sul lavoro nero, anche allo scopo di favorire l’elevata propensione dei lavoratori stranieri presenti in Italia alla creazione
di impresa.
• Alloggio e governo del territorio – Tema cruciale per la creazione di un patto sociale nel rispetto delle regole di convivenza civile, al fine di evitare il binomio immigrato-criminalità, analisi spesso dovuta alla creazione di enclavi mono etniche.
• Accesso ai servizi essenziali – Un passo decisivo nell’integrazione è favorire il rapporto con la burocrazia e con l’accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali.
Perciò è opportuna la formazione specifica di operatori e mediatori.
• Minori e seconde generazioni – E’ prioritaria l’integrazione dei minori stranieri e la loro tutela piena e incondizionata, a prescindere dalle modalità d’ingresso nel territorio italiano, valorizzando quanto esiste di edificante nella loro tradizione e sottolineando i punti di contatto effettivo e proficuo con altre culture. La complessità e la dimensione dei fenomeni migratori che stanno interessando l’Italia richiedono l’urgente definizione di una chiara cornice culturale entro cui condurre in sicurezza il delicato processo di integrazione cui siamo chiamati. Ogni azione politica e legislativa deve infatti essere coerente con una visione di fondo che attiene innanzitutto alla dimensione antropologica e, quindi, sociale.
Il raccordo e il coinvolgimento tra gli operatori del privato, del sociale e delle amministrazioni pubbliche è indispensabile per mettere in comunicazione le reti già esistenti e definire percorsi normativi e istituzionali. Le istituzioni e gli altri attori sociali (associazioni, organizzazioni non governative, sindacali, etc..), devono garantire ampie opportunità di partecipazione su una base di uguaglianza e non-discriminazione.
Integrazione e sicurezza, accoglienza e legalità entrano in gioco come facce della stessa medaglia, in quanto l’incontro non è mai astratto tra culture, ma sempre tra persone.
Il rispetto della vita, la centralità della persona, la capacità del dono, il valore della famiglia, del lavoro e della comunità: questi sono i pilastri della nostra civiltà, che traggono origine e linfa vitale direttamente da quell’apertura verso l’altro e verso l’oltre che ci caratterizza.
Sono questi i temi che verranno affrontati nella prima Conferenza Nazionale sull’Immigrazione che si terrà a Napoli, l’11 e 12 febbraio 2011, promossa dal Movimento Cristiano Lavoratori e dall’Associazione Lavoratori Stranieri del MCL. La centralità e l’importanza delle tematiche citate non può sfuggire a chi si interessa di immigrazione.
In questo quadro di cambiamento economico sociale e d’incremento della presenza straniera,l’ALS-MCL, offre il suo contributo per ottenere comportamenti istituzionali e innovazioni legislative adeguate a una società civile, perché “ogni migrante è una persona umana che possiede diritti che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione e non può essere considerato una semplice merce” . La Prima Conferenza Nazionale sull’immigrazione dell’ALS MCL, vuole essere un momento significativo per rendere visibile la volontà del Movimento e riaffermare la testimonianza di un associazionismo attivo e responsabile.
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