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  Cattolici: in politica complessi di iferiorità

Data di pubblicazione: Sabato, 20 Novembre 2010

TRAGUARDI SOCIALI / n.44 Novembre / Dicembre 2010 :: Cattolici: in politica complessi di iferiorità

di Ettore Colombo

L’obiettivo era quello di stilare un’ “agenda di speranza” per il futuro dell’Italia.
Un compito ‘alto’ che forse ha scoraggiato il mondo dei mass media che, al di là dei media cattolici (quotidiano Avvenire, agenzia Sir, tv Blu Sat), ha dedicato ben poco spazio e pagine all’evento, ma che è stato invece molto seguito dal variegato e vivacissimo mondo cattolico delle diocesi, delle associazioni, delle parrocchie e delle Caritas italiane, che si è riunito dal 14 al 17 ottobre scorso a Reggio Calabria per la 46a Settimana Sociale dei cattolici italiani. Ecco perché, al di là dell’eco sui media, è stato proprio a Reggio Calabria che si sono iniziate a tracciare le bozze di quello che vuole essere un rinnovato impegno pubblico – in politica, certo, ma non solo: anche nel sociale – della Chiesa nella società italiana. “Il mondo cattolico – ha ammesso il presidente delle Acli, Andrea Olivero – deve ancora imparare a confrontarsi, accettando che ci possano essere posizioni diverse, contrasti anche secchi, pur non significando che non si abbiano valori comuni”. Dalle approfondite discussioni dei diversi gruppi di lavoro (scuola, immigrati, riforme, lavoro) che si sono susseguiti a Reggio Calabria e che hanno visto impegnati lungo tutto il giorno i 1200 delegati in rappresentanza di tutte le diocesi italiane, sono però emersi alcuni punti fermi e condivisi: la scuola, da rilanciare sotto forma sia di “responsabilità educativa” che di “sostegno alla genitorialità”; la condanna dell’evasione e dell’elusione fiscale; la richiesta di dare la cittadinanza ai figli degli stranieri immigrati, permettendo alle ‘seconde generazioni’ di sentirsi autenticamente italiani; la richiesta di diritto di voto, almeno alle amministrative, degli stranieri, e il loro coinvolgimento nel servizio civile. In merito al tema ‘caldo’ riforme e politica, nella sessione più attesa e che ha visto la partecipazione di un folto gruppo di parlamentari (quasi tutti di Pd, Api e Udc, nessuno del Pdl) è rimbalzata in modo palese l’insoddisfazione per una legge elettorale che crea un deficit di rappresentatività: deficit che, come ha denunciato il rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi, coinvolge non soltanto il ‘meccanismo’ elettorale ma l’intera dinamica politica. E se nei primi due giorni di lavoro, dominati dal messaggio del Papa e dalla relazione introduttiva del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, il ‘teatro’ scelto per l’incontro dei cattolici – quella città di Reggio Calabria dove la ‘ndrangheta negli ultimi mesi ha alzato il tiro nel suo attacco ai giudici e alle istituzioni – è rimasto un po’ sullo sfondo, la ferma e dichiarata volontà del mondo cattolico di lavorare, tutti insieme, per “l’educazione alla legalità” e per scalfire il tessuto sociale in cui prospera la malavita organizzata, è emersa con forza. “La Chiesa – ha sintetizzato don Pino de Masi dell’associazione Libera – deve impegnarsi “nell’antimafia del giorno prima”.
Un altro dei temi che ha dominato il dibattito è stato quello della crisi economica:
da una parte è emersa con forza la solidarietà e la vicinanza al sindacato cattolico per eccellenza, la Cisl, e la preoccupazione per le intimidazioni e le violenze che si sono moltiplicate, negli ultimi mesi, contro quel sindacato; dall’altra, accanto alla denuncia dell’evasione fiscale, è stato messo l’accento sulla necessità di stimolare il protagonismo economico dei singoli, superando una mentalità di attesa di un aiuto dallo Stato, nella forma di un posto fisso che si trasforma spesso, specie al Sud, in strumento per il voto di
scambio; ma non è mancato l’accento – messo soprattutto dal presidente del MCL, Carlo Costalli – sui temi della partecipazione e responsabilizzazione del lavoratore nei destini dell’impresa come sulla necessità di una riforma fiscale che avvantaggi la famiglia e il lavoro (quoziente familiare). E’ stato anche affrontato il rapporto con il potere, un potere che va decentrato e non assolutizzato perché, come ha sintetizzato il segretario delle Settimane Sociali, il professor Luca Diotallevi, “ogni volta che un potere o un sistema di potere si fa assoluto ed autonomo la dignità della persona umana è messa radicalmente a repentaglio”. “Nessuna dinamica istituzionale – ha aggiunto – può pretendere autonomia assoluta”. E così, se è vero che, di fronte al sommovimento politico attuale, non sono arrivate proposte concrete, da parte delle Settimane sociali
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