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Stai sfogliando il n.44 Novembre / Dicembre 2010
Attrezzarsi per la ripresa
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Data di pubblicazione: Venerdì, 19 Novembre 2010
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A Torino dibattito MCL su ripresa economica e federalismo fiscale
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“Il problema della produttività è un problema reale. Va affrontato da tutti con trasparenza senza farne oggetto di un’opposizione ideologica e populista, sia a livello politico che sindacale”, è quanto ha affermato Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, intervenendo il 25 ottobre a Torino, a un convegno organizzato dal MCL in collaborazione con la Fondazione Italiana Europa Popolare, sui temi della ripresa economica. Con riferimento alle recenti dichiarazioni televisive di Sergio Marchionne, e alle difficoltà degli imprenditori che vogliono investire in Italia, Costalli ha affermato: “Il tema vero da affrontare è quello della partecipazione dal livello delle decisioni aziendali fino alla ripartizione degli utili (non solo il salario di produttività in cambio del pieno utilizzo degli impianti): su questi temi Marchionne deve dire una parola chiara, vista la disponibilità a trattare di Cisl e Uil”. Costalli, aprendo i lavori del Convegno intitolato “Attrezzi per la ripresa – dall’estraneità alla collaborazione: politica, lavoro, impresa e finanza verso il federalismo e l’economia sociale di mercato” ha sottolineato come la recente crisi economica abbia “evidenziato tutti i limiti di un sistema economico finanziario che ha dato a molti l’illusione di poter guadagnare senza impresa e senza lavoro, semplicemente investendo e speculando. Ciò ha creato danni rilevanti con una crescita della disoccupazione e un disagio sociale che continua a registrare gravi ricadute sulle società e sulle nazioni coinvolte. Inoltre ha prodotto una distorsione del significato del lavoro e della produzione del reddito, che si riflette in modo negativo sui modelli organizzativi dell’impresa e sulla qualità del lavoro. Ci confrontiamo con una crisi che non è, e non è stata, un incidente o l’interruzione di un ciclo, ma rappresenta il limite di un modello fino ad ora ampiamente diffuso e, per questo, doppiamente dannoso”. “Di fronte al persistere della crisi economica, anche se un po’ attenuata, la riduzione del deficit e la lotta agli sprechi è più che giusta – ha continuato Costalli -, ma occorre ammettere che nessuna politica dei tagli è, da sola, in grado di rilanciare l’economia. Una politica di rigore è fine a se stessa e serve solo a tappare temporaneamente i ‘buchi’ se non tende a sostenere e a rilanciare lo sviluppo vero del Paese. Ritorna, allora, l’esigenza di non rimandare ulteriormente giuste e condivise riforme ‘di sistema’ investendo sull’economia e sul lavoro reali, ad iniziare da una riforma fiscale che accentui la lotta all’evasione fiscale (vera piaga dell’Italia!) ed abbia al centro la famiglia e il lavoro. E’ comunque indispensabile ricreare un clima di collaborazione tra tutti gli attori. L’occasione offerta dal federalismo è certamente da cogliere per recuperare l’evidente deficit di responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche ed il conseguente degrado delle infrastrutture dei servizi verso le persone e le famiglie nell’uso inappropriato del territorio e dell’ambiente”. Il prof. Giancarlo Pola, docente di Scienza delle Finanze all’Università di Ferrara nonché Preside della Facoltà di Economia e componente della Commissione Tecnica Paritetica per l’Attuazione del Federalismo Fiscale, ha illustrato in termini sintetici il percorso che ha portato il nostro Paese ad adottare la formula federale, anche se limitata al federalismo ‘fiscale’. “Applicando una norma voluta dal centro-sinistra (L. 3/2001) il Governo Berlusconi ha approvato una legge d’avanguardia (la L. 42/2009) che intende apportare responsabilità ed efficienza al sistema dei livelli di governo italiano”, ha affermato Pola. “Come? Innanzitutto attribuendo a Comuni, Province, Regioni poteri fiscali e non solo ‘aspettative di risorse dall’alto’; in secondo luogo garantendo la copertura integrale delle spese (sanità, welfare, istruzione, trasporto locale), purché queste siano sostenute entro dimensioni standard. Per ottenere tali risultati i decreti attuativi della L. 42/2009 prevedevano anche una certa ‘rivoluzione’ del sistema tributario (vedi ‘cedolare secca’)”. Ai lavori sono intervenuti anche il prof. Giuseppe Bracco, della Facoltà di Economia dell’Università di Torino e l’On. Vito Bonsignore vice presidente del gruppo PPE-UE. Il dibattito è stato concluso dall’intervento dal presidente del MCL-Piemonte, Mauro Carmagnola che ha concluso il dibattito. |
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