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  A Civitas un partecipato confronto al convegno MCL

Data di pubblicazione: Venerdì, 27 Giugno 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.31 Maggio / Giugno 2008 :: A Civitas un partecipato confronto al convegno MCL

Un lavoro per tutti,un lavoro di qualità


A CIVITAS UN PARTECIPATO CONFRONTO AL CONVEGNO MCL

UN LAVORO PER TUTTI, UN LAVORO DI QUALITA'


      Come ogni anno MCL ha partecipato a Civitas, la ‘piazza’ della solidarietà e dell’economia sociale e civile, tenutasi a Padova dall’8 all’11 maggio, con tema complessivo: Un mosaico da costruire: la persona, la città, il pianeta.

      L’apporto di MCL è stato, come da specifico carisma, legato alle tematiche del lavoro, con un approfondimento sulla necessità di far passare il principio che, se è necessario un impegno affinché tutti possano avere la possibilità di accesso al lavoro, al tempo stesso bisogna impegnarsi con sempre maggiore intensità nella prospettiva di un lavoro ‘di qualità’. Una qualità da declinarsi attraverso il percorso della sicurezza, della responsabilità e della partecipazione, come evidenziato nel sottotitolo dato al convegno, tenutosi davanti ad un gruppo molto significativo di amici delle sedi MCL del Veneto e di persone presenti a Civitas e interessate all’argomento (di cui alcune rimaste in piedi per posti a sedere esauriti).

       La ragione del tema proposto è stata illustrata, dopo il caloroso saluto del presidente MCL del Veneto, Ferdinando Ranzato, da Noè Ghidoni, che ha attinto alla consolidata linea di MCL su questo argomento: “I dati della disoccupazione sono costantemente in miglioramento, ma questo non ci deve affatto far abbassare la guardia rispetto alle percentuali ancora troppo alte concentrate in alcune aree del Paese”, ha detto Ghidoni. “Ormai c’è chi ha rinunciato alla ricerca di un lavoro (uscendo dalle rilevazioni statistiche) e, comunque, la distanza della situazione italiana rispetto agli obiettivi di Lisbona rimane ancora grande”. Questa attenzione va mantenuta viva nelle politiche del lavoro, ma “va affiancata da un interesse sempre più stringente nei confronti della ‘qualità’ del lavoro, che ha come primo presupposto la sicurezza”: sottolineatura tanto più importante perché fatta nel Veneto, una regione in cui il numero di incidenti sul lavoro ha superato i livelli di emergenza e di tollerabilità.

       Ghidoni ha dato una valutazione positiva delle nuove norme a tutela delle persone sui luoghi di lavoro, ma le ha giudicate inefficaci e inutili se non ci si educa al “valore della vita”, troppe volte messo ‘tra parentesi’ dagli stessi lavoratori. “Se nella nostra società, nei programmi televisivi, sui giornali, la vita non è considerata per quello che è, va da sé che non è la vita la prima preoccupazione quando un giovane si mette al volante o quando un lavoratore si avvicina ad una macchina pericolosa”. E’ più che mai necessaria, allora, “un’educazione alla vita che passa attraverso l’esercizio della responsabilità di tutti”. Ed è stato appunto quello della responsabilità, il secondo passaggio, con riferimento in particolare ai diversi ‘attori’ del mondo del lavoro e alle recenti e positive aperture rispetto alla discussione su un nuovo sistema contrattuale. “L’esercizio della responsabilità è l’esatto contrario di una cultura ‘antagonista’, troppe volte presente in alcuni atteggiamenti sia sindacali che imprenditoriali”, ha detto Ghidoni. “Né ci può essere responsabilità piena senza adeguate forme di partecipazione che portino a diminuire le distanze tra capitale e lavoro, anzi, fino a far coincidere o sovrapporre capitale e lavoro. E’ un principio tipico della Dottrina sociale che ha trovato qualche riscontro nelle direttive europee, poco o male recepite nella normativa italiana. E’ noto l’impedimento che il diritto societario pone rispetto alla rappresentanza collettiva dei lavoratori negli organismi di governance delle imprese”.

         A questa sollecitazione ha risposto con ampia disponibilità Francesco Borga, direttore generale di Confindustria Veneto (anche se Emma Marcegaglia dopo pochi giorni chiuderà brutalmente la porta) dicendo che “la partecipazione, soprattutto nelle piccole aziende, è la quotidianità”.

    Una disponibilità contestata da Giovanni Faverin che, provocatoriamente, ha lamentato una carenza di attenzione “ai temi del futuro di un’economia del nord-est che inizia a soffrire e che poggia sull’apporto di molti stranieri, anche clandestini”, con ciò attaccando la pratica del lavoro nero che contrasta con la prospettiva di un lavoro di qualità.

    Approfondito l’intervento di Gianfranco Spiller, presidente di Assowelfare, centrato sulla necessità del riconoscimento del lavoro familiare e domestico, da non tralasciare rispetto alla necessità di un nuovo ordine sociale che abbia la famiglia al centro, come ripetutamente e da tutti promesso nella recente campagna elettorale.

         Se il parlamentare europeo Iles Traghetto ha riferito dell’impegno della Commissione e del Parlamento europei sui temi in questione, informando anche sui lavori in corso, è toccato invece a Francesco Brunello, direttore generale di Confcooperative Veneto, sottolineare che il rapporto capitale-lavoro “è intimamente connesso allo stesso principio cooperativo (quando correttamente inteso e applicato)”.

       Nelle conclusioni del presidente Caf, Nicola Papa, e del Segretario generale MCL, Tonino Inchingoli, la necessità di una scaletta di priorità che passano necessariamente attraverso la traduzione in pratica di una nuova forma di rapporto tra i tempi di lavoro e i tempi della famiglia, coordinati con i tempi della città e con la salvaguardia e la promozione della ‘festa’. La ripresa della dimensione valoriale del lavoro e un corretto approccio alla sua dimensione culturale rimangono la base su cui poggia l’impegno di MCL.


Noè Ghidoni



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