Emmaus

Data di pubblicazione: Lunedì, 30 Giugno 2008

Rubrica di Mons. Francesco Rosso

EMMAUS

      Il cammino associativo deve essere impregnato di spiritualità necessaria a dare luce all’impegno che ciascuno di noi è chiamato a profondere. Tutto per evitare una pericolosa dicotomia tra quello che crediamo e il nostro agire quotidiano. Non ci può essere differenza di immagine: la fede si vede dalle opere.

       Mi pare opportuno risvegliare in noi il modello da imitare e trovare nell’insegnamento del Cristo l’ispirazione necessaria a dare concretezza cristiana al nostro agire. Ci sono due immagini significative che sollecitano la nostra attenzione: “Voi siete il sale della terra”, “Voi siete la luce del mondo”. Essere il sale significa ravvivare in noi il forte richiamo ad essere radicati in Lui, perché il sale è determinante per un buon cibo, un cristiano è sale se riesce a determinare le scelte autenticamente evangeliche del proprio agire; è determinante se la dose di “sale” è così giusta da definire ciò che facciamo, risposta vera alle attese dell’uomo e della società. “Siete la luce”… questa è la visibilità ancora più forte. Gesù ci dice che “non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce”. Ma non è questo l’impegno di ciascuno? Non ci è lecito oscurare ciò che facciamo, o renderlo poco visibile con il nostro egoismo o con i nostri personalismi. Se la luce del nostro agire sarà risposta alle sollecitazioni evangeliche, la lampada della nostra vita sarà di grande luce, e di chiara illuminazione. Non dimentichiamo che può essere alimentata solo dalla nostra volontà e dal nutrimento della parola di Dio.

Don Checco