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  A settembre un’iniziativa di Retinopera ad Assisi

Data di pubblicazione: Domenica, 29 Giugno 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.31 Maggio / Giugno 2008 :: A settembre un’iniziativa di Retinopera ad Assisi

Cattolici a sostegno dei valori umani


A SETTEMBRE UN’INIZIATIVA DI RETINOPERA AD ASSISI

CATTOLICI A SOSTEGNO DEI VALORI UMANI


       Nell’attuale momento storico, contrassegnato da vari fenomeni di cui è sempre più difficile individuare le costanti, la vera questione che si pone all’attenzione di tutti, e soprattutto dei credenti, è quella del bene comune, inteso come “garanzia del bene personale, familiare e associativo” (n. 61, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa), ma anche come principio permanente della Dottrina sociale (n. 160), che è “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente”(Gaudium et Spes, n. 26).

       In tal senso, “il bene comune impegna tutti i membri della società” (n. 167 del Compendio) e chiama in causa la responsabilità di tutti, perché “la responsabilità di conseguire il bene comune compete, oltre che alle singole persone, anche allo Stato, poiché il bene comune è la ragion d’essere dell’autorità politica”(n. 168 del Compendio).

      Per questo, iniziando un rinnovato cammino con le diciotto Associazioni e Movimenti che la compongono, Retinopera, intesa – secondo le parole che il Segretario generale della CEI, Mons. Giuseppe Betori, ha detto al Consiglio Direttivo del 17 gennaio scorso – come “sede di ricerca ed approfondimento, a partire dalla Dottrina sociale della Chiesa che ne costituisce ‘causa’ essenziale, dei temi riguardanti l’ambito sociale ed istituzionale” – dedicherà il proprio Seminario nazionale, in programma dal 26 al 28 settembre p.v. ad Assisi, al tema “Bene comune, povertà emergenti e ricchezze negate”, proprio per affrontare la vera questione del momento e presentarsi effettivamente come “un luogo di incontro e dialogo vocato alla ricerca di possibili posizioni comuni, relativamente alle questioni che in materia si pongono, e di conseguenti concrete iniziative coerenti con il Magistero”. Perché “l’ampio spettro degli associati – come ha detto ancora Mons. Betori – la loro diversa natura e rappresentatività, l’opinabilità delle concrete soluzioni proponibili in materia socio-economica, possono anche condurre a prospettazioni che, pur in linea con la DSC, presentino diversità operative: è però significativo che importanti settori dell’associazionismo cattolico abbiano deciso di mettersi insieme nella ricerca di concetti momenti di unitarietà”.

       Tutto ciò chiama in causa quell’ “essere insieme” di cui parla la Nota pastorale della CEI dopo Verona, Rigenerati per una speranza viva: testimoni del grande sì di Dio all’uomo, che al n. 27 sottolinea la necessità di “accelerare il cammino intrapreso” nell’espressione corale della testimonianza cristiana, sviluppando quegli “organismi di coordinamento del laicato intorno a obiettivi specifici o di collegamenti promossi dai cattolici a sostegno di valori umani”, tra cui Retinopera appunto.

      In questo quadro, allora, si affronterà questa tematica attuale riflettendo sulle condizioni di sviluppo del nostro Paese e soprattutto sull’idea stessa di sviluppo, intesa come questione morale e come quel processo di cambiamento in cui ogni comunità si muove per migliorare le proprie condizioni sociali, economiche, culturali e morali. Un’idea di sviluppo che, come ci ricorda l’enciclica Populorum Progressio a quarant’anni dalla sua pubblicazione, “non si riduce alla semplice crescita economica”, perché “per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale”, cioè “volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo”.

       Tutto questo mi pare che interpelli fortemente il senso e la qualità della nostra testimonianza, che deve essere sempre di più incarnata in una forte spiritualità basata sul radicalismo evangelico delle beatitudini. Infatti, “ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo…uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità….Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini” (card. J.Ratzinger, L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Siena 2005, pag. 63 s.).

       Dobbiamo quindi rispondere con generosità, facendoci seminatori di speranza, cioè operatori di “una avventura a rischio”, come diceva Giorgio La Pira nel 1955, che aggiungeva: “ma forse che, pel rischio di perdere sementa, il contadino smetta di seminare?”. In tal senso, allora, siamo chiamati ad operare per progettare e realizzare un mondo migliore, cercando e percorrendo effettivamente le strade del cambiamento, avendo fiducia negli uomini, ricercando e costruendo nuove prospettive.

       Una speranza che ci porta ad essere “sale e lievito nel mondo”, contribuendo ad “incarnare nella storia e nel tessuto della vita umana, la missione della Chiesa” (CEI, Fare di Cristo il cuore del mondo, n. 11).


Vincenzo Conso

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