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  Più Europa per battere la crisi

Data di pubblicazione: Lunedì, 8 Aprile 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.57 Marzo / Aprile 2013 :: Più Europa per battere la crisi

Riunione a Cork (Irlanda) della presidenza dell’Unione Europea dei Lavoratori Democratici Cristiani

La stagione che si sta vivendo nell’Unione Europea e in tutti gli Stati membri è - e continuerà ad essere - caratterizzata dalla declinazione della dicotomia: rischio ed opportunità.
Da una parte, infatti, ci sono da affrontare una serie di criticità, mentre, dall’altra, si hanno importanti e nuove opportunità da cogliere. Se queste sfide non verranno raccolte e se le opportunità non verranno sfruttate, l’Europa rischia di accelerare il suo evidente declino con un ristagno economico sempre più cronico, ma anche di essere soggetta a crisi monetarie e fiscali permanenti esponendosi così a infausti scenari.
Se, al contrario, sarà in grado di raccogliere il guanto della sfida sfruttando appieno le sue potenzialità, potrà lasciarsi la crisi alle spalle e contribuire a guidare se stessa e il resto del mondo verso un periodo di maggiore solidità e prosperità.
Finora l’Unione Europea è stata la bella addormentata dell’omonima favola, capace solo di giocare di rimessa sfruttando il gioco degli altri continenti. La crisi economico-finanziaria originatasi negli Usa, oppure l’irresponsabilità fiscale di alcuni Paesi periferici dell’Unione, sono solo un comodo alibi da fornire alla bisogna agli elettori dei singoli Stati.
L’Unione Europea ha bisogno di un repentino cambio di passo! Questi argomenti sono stati affrontati compiutamente sia a Bucarest nello scorso autunno, in occasione dell’ultimo Congresso del Partito Popolare Europeo, sia a Cork, in Irlanda, nell’incontro della presidenza dell’Unione Europea dei Lavoratori Democratici Cristiani, cui ho partecipato in rappresentanza del MCL. L’Unione Europea, giunta al termine di un lungo e complesso processo di riforma delle proprie strutture, è chiamata ora a migliorare decisamente la propria governance economica e politica. Le sfide da affrontare e da vincere sono quelle di un recupero della competitività, dell’ottenimento di una crescita sostenibile ed inclusiva e del proseguimento degli sforzi per aumentare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee e nel loro progetto. Gli Stati membri, già alle prese nell’ultimo decennio da una molteplicità di sfide demografiche, sono ora chiamati più che mai ad affrontare un’epoca di riduzione del debito pubblico (fiscal compact) e, in un contesto di cambiamenti tecnologici rapidi, affrontare i temi dell’invecchiamento della popolazione, dell’accoglienza e dell’integrazione nella società degli immigranti, ma soprattutto fare tutti gli sforzi per garantire opportunità alle generazioni più giovani.
La società civile e l’associazionismo dovranno assumere, in questo contesto in rapida evoluzione, un ruolo sempre più importante. Tutte queste sfide potranno essere affrontate con successo solo mettendo a riferimento dell’azione i valori di fondo del popolarismo europeo: la dignità della vita umana in ogni fase dell’esistenza, la libertà e la responsabilità, l’uguaglianza e la giustizia, la verità, la solidarietà e la sussidiarietà.
In questo momento, infatti, in assenza di un’Unione Europea più forte, sarà impossibile perseguire il bene comune e mettere in atto i valori centrali: la democrazia liberale e l’economia sociale di mercato.
Mentre va consolidata l’Unione economica e monetaria, rafforzando la governance economica e predisponendo strumenti di coordinamento migliori e più efficaci per la politica di bilancio, vanno intensificati tutti gli sforzi per realizzare gli Stati Uniti d’Europa.
Solo così potranno essere messe in campo efficaci politiche di solidarietà all’interno dell’Unione in grado di riequilibrare le economie dei singoli Paesi che reagiscono diversamente agli shock. L’Unione Europea dei Lavoratori Democratici Cristiani, consapevole del ruolo fondamentale che i lavoratori rivestono per conseguire questi obiettivi, ritiene strategico questo passaggio, poiché solo attraverso un governo politico sovranazionale l’Europa potrà esercitare un ruolo decisivo nel panorama internazionale. Pur conoscendo le difficoltà per raggiungere questi obiettivi c’è nel contempo la consapevolezza che solo la strategia del Partito Popolare Europeo potrà essere decisiva per poterli conseguire.

Antonio di Matteo
Vice Presidente MCL

Il dialogo al centro dell’Europa di domani

In Montenegro un Seminario Internazionale di Studi Europei


“Europa e Balcani occidentali. Un approccio verso il dialogo sociale. Organizzare la società civile un impegno e una sfida”: questo il tema del Seminario di studi europei – organizzato con il patrocinio dell’Ue, da MCL, Napredak, e sostenuto da Eza - che si è tenuto a Kotor, in Montenegro, l’8 e 9 marzo, con la partecipazione, fra gli altri, del presidente del MCL Carlo Costalli.
Dopo la Slovenia, l’Albania, la Croazia e la Bosnia Erzegovina, questa nuova azione formativa vuole promuovere e sostenere la società civile in un percorso di dialogo – che durerà due anni e vedrà coinvolti numerosi giovani - che guarda all’integrazione europea e alla coesione sociale.
Infatti la prospettiva dell’allargamento dell’UE ai Balcani occidentali non potrà essere rimandata a lungo e in quest’ottica bisogna preparare una nuova classe dirigente che sappia interpretare i nuovi bisogni della gente. I lavoratori, e in particolare i lavoratori cristiani, devono rafforzare il loro ruolo nella prospettiva del dialogo sociale e culturale.
Un’azione formativa che guarda al futuro delle relazioni tra Europa, area mediterranea e Balcani occidentali. Dopo la disgregazione e la guerra, la costruzione della pace nella cooperazione e nella collaborazione non è un compito facile: è necessario rafforzare le ragioni del dialogo per realizzare una coesione che si sappia fare sostanza senza trascurare la promozione dei lavoratori.

La condizione delle donne emigranti

A Colonia, in Germania, un incontro tra il MCL e Mons. Perego


La presentazione a Colonia, il prossimo 9 aprile 2013, del libro di Lisa Mazzi “Donne mobili, l’emigrazione femminile dall’Italia alla Germania (1890-2010)” sarà l’occasione con cui il MCL di Germania e la Presidenza generale del Movimento rifletteranno sulla condizione dell’integrazione degli italiani in Germania e, in particolare, sul ruolo che le donne, spesso in silenzio, hanno avuto in questo grande fenomeno che da molto ci coinvolge.
Le donne hanno sempre pagato un grande prezzo nel sostenere la famiglia, nel contribuire all’integrazione e nel promuovere forme di convivenza culturale tali che ne beneficiasse tutto il processo di sviluppo e integrazione.
Oggi, mentre siamo più portati a soffermarci sui problemi dell’immigrazione nel nostro Paese, il MCL vuole analizzare - anche alla luce dei risultati della ricerca della professoressa Mazzi - le prospettive della nuova collocazione di un ruolo femminile sempre più partecipe di esperienze di rete che introducono la moderna mobilità in un contesto che è sempre più legato alla dinamicità della cittadinanza europea.
La presenza di Mons. Perego, direttore della Fondazione Migrantes della CEI, ci permetterà di legare questo nostro approfondimento alla condizione di crisi economica e alla conseguente necessità di una più severa giustizia distributiva che non trascuri le risorse rappresentate da tanti italiani che vivono all’estero.

Piergiorgio Sciacqua
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