NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.57 Marzo / Aprile 2013

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 57 (2225 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Autonomia, creatività, competenza e flessibilità per rilanciare il mercato del lavoro

Data di pubblicazione: Venerdì, 19 Aprile 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.57 Marzo / Aprile 2013 :: Autonomia, creatività, competenza e flessibilità per rilanciare il mercato del lavoro

Intervista al Prof. Michele Tiraboschi.

Michele Tiraboschi, professore ordinario di Diritto del Lavoro nonché Coordinatore del Comitato Scientifico di Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparati sul Diritto del Lavoro e sulle Relazioni industriali) è uno dei massimi esperti del mercato del lavoro. Stretto collaboratore di Marco Biagi, il giuslavorista assassinato nel 2002 a Bologna dalle Nuove Brigate Rosse, Tiraboschi è da anni un prestigioso ‘amico’ del MCL. Una vicinanza che recentemente si è tradotta in un progetto, ProntoLavoro, che il Movimento ha realizzato proprio con il contributo scientifico di Adapt. A lui abbiamo rivolto alcune domande sulla difficile situazione del lavoro in Italia.
Lei che è uno dei massimi esperti del settore, quali prospettive vede per il mondo del lavoro oggi? Ci sono solo ombre all’orizzonte o anche qualche luce su cui poter lavorare per far ripartire il Paese?
Lo scenario economico internazionale e l’esito delle elezioni politiche non promettono nulla di buono. Spero che la gravità della situazione induca le parti sociali a rompere gli indugi e proiettarsi verso il futuro abbandonando vecchie logiche consociative così come improprie sponde politiche incentrate su finanziamenti pubblici che oggi sono più disponibili. Serve un rinnovato sistema di relazioni industriali, sussidiario e cooperativo, che scambi maggiore produttività con maggiore stabilità occupazionale e migliori salari. Certo è che il futuro del lavoro sarà sempre meno caratterizzato dal vecchio schema della subordinazione e della gerarchia verticale datore – prestazione di lavoro.
Occorre riprogettare il lavoro pensando a fattori quali l’autonomia e la creatività del prestatore, la centralità delle competenze professionali e, infine, la capacità a tutti i livelli di assumersi i rischi.
Questo implica anche maggiore partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali.

Lei è stato un attento critico della riforma Fornero: cosa non va in quel progetto? Cosa cambierebbe?
Ho studiato la riforma Fornero insieme ai miei ricercatori fin da quando era ancora un embrionale disegno di legge e mi sono scontrato con la sua impostazione sin da subito. Mi è parso evidente che, andando contro l’impostazione della Legge Biagi, si sarebbe determinata una drastica riduzione della flessibilità e una impennata del lavoro nero ed irregolare.
Cosa che poi si è purtroppo verificata. Della riforma contesto l’impostazione di base che vede nella flessibilità il male del mercato del lavoro italiano, ma la flessibilità non produce sommerso, anzi è probabilmente lo strumento più adeguato attraverso il quale combatterlo. A causa dell’irrigidimento delle forme contrattuali con preferenza di quella subordinata a tempo indeterminato si è automaticamente e volutamente esclusa dal mercato del lavoro quella parte di lavoratori moderni che per le proprie figure professionali necessitano di maggiore autonomia, e così facendo abbiamo fatto un notevole passo indietro. L’intervento riformatore purtroppo nega il pluralismo e non dà adeguati margini di azione alle parti sociali. Interverrei senza dubbio snellendo il corpus normativo e alleggerendo la burocrazia che soffoca il rapporto di lavoro in generale, potenzierei i meccanismi di incontro tra domanda e offerta di lavoro impiantandoli però già dalla scuola e dall’università.
La disoccupazione tocca ogni mese nuovi record negativi, soprattutto quella giovanile.

Cosa fare per invertire la rotta?
Il mio ragionamento parte dal presupposto che il lavoro è generato dalle imprese e dal tessuto produttivo non dal legislatore. La drammatica disoccupazione italiana va combattuta incentivando le imprese ad assumere, tagliando la burocrazia, agevolando il libero ed efficace dialogo tra le parti sociali per migliorare il mercato del lavoro e, rispetto ai giovani, attuando delle adeguate politiche di alternanza scuola-università-lavoro. La mancanza di queste ultime è la vera causa del fenomeno della disoccupazione giovanile, perché se le sedi formative e il tessuto produttivo non dialogano si determina un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. I nostri giovani infatti non vengono formati nell’ottica delle competenze richieste dai datori di lavoro, trovandosi dopo la scuola o l’università totalmente spaesati e con profili inadeguati alle necessità del mercati.
Il MCL da tempo ha varato l’iniziativa ProntoLavoro, realizzata proprio con il contributo scientifico di ADAPT, che lei coordina.
ProntoLavoro ha da subito dimostrato di essere un’iniziativa interessante, posto che il Ministero del Lavoro ha scelto proprio il materiale prodotto dal progetto per inserirlo nel nuovo sito dedicato alla promozione dell’istituto dell’apprendistato.

Qual è il suo consuntivo a un anno dal lancio di questa iniziativa?
Do un voto positivo all’iniziativa promossa dal MCL e sono orgoglioso del fatto che MCL si sia rivolta proprio ad ADAPT per il supporto progettuale e scientifico. Ogni progetto che si propone di guidare gratuitamente e con serietà l’orientamento dei giovani nel mondo del lavoro, e che intervenga anche nel diffondere la conoscenza sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato, è sicuramente pregevole e questa più di altre, perché alla base c’è anche il lavoro di un cospicuo gruppo di ricercatori qualificati che studiano proprio questi temi nell’ottica dell’occupazione giovanile. Come è ben noto in Italia manca un solido sistema che accompagni i giovani ad una adeguata collocazione lavorativa dopo il periodo formativo, scolastico o universitario, ed un portale da prendere a riferimento per capire come scrivere un CV, come affrontare un colloquio di lavoro, quali tipi di contratti di lavoro esistono in Italia e cos’è l’apprendistato è utile a rendere i nostri giovani più consapevoli e preparati.

Il Cardinale Bagnasco, intervenendo il 7 febbraio scorso al Consiglio nazionale del MCL, ha sottolineato che il lavoro è una priorità assoluta per il bene sommo rappresentato dalla persona. Come si può tradurre in pratica questo insegnamento?
Il Cardinale Bagnasco ha espresso un concetto fondamentale che va tenuto bene a mente. Il lavoro, a prescindere da quale esso sia, è davvero la forma di realizzazione di ogni individuo in termini molto concreti: il lavoro è crescita personale e dal lavoro si ottiene il sostentamento per una vita serena e dignitosa per sé e la propria famiglia. E’ proprio per questo motivo che il lavoro non deve rappresentare un campo di battaglia di interessi superiori e non va imbrigliato con inutili vicoli e rigidità, ma va agevolato e reso sempre più accessibile, specialmente ai nostri giovani.

Quale messaggio lancerebbe ai tanti giovani che, ancora alle prese con i corsi di studi, non vedono un futuro davanti a sé e si dicono demotivati e scoraggiati?
Ai giovani suggerisco di pensare attentamente a ciò che vogliono diventare da grandi già dai tempi della scuola perché è a scuola che si costruisce il proprio futuro lavorativo e non solo. Solo impostando un percorso formativo coerente con i propri talenti e rispondente alla domanda di lavoro, con una adeguata guida, potranno affacciarsi al mercato pronti per trovare una occupazione. Non lamentiamoci dei giovani che non trovano lavoro se hanno seguito percorsi formativi non richiesti dal mercato.
Di recente ho avuto modo di confrontarmi con degli imprenditori manifatturieri che cercano disperatamente giovani qualificati e sono disposti a retribuirli più che adeguatamente, quindi mi sento di suggerire loro di riscoprire anche il lavoro manuale che è ingiustamente snobbato ma che è molto richiesto nel nostro Paese, conosciuto dovunque per la lunga tradizione artigianale.

Noè Ghidoni
Vicepresidente MCL
 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali