NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.57 Marzo / Aprile 2013

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 57 (2225 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Difendere la natura umana è compito primario dei cattolici

Data di pubblicazione: Sabato, 20 Aprile 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.57 Marzo / Aprile 2013 :: Difendere la natura umana è compito primario dei cattolici

Intervista a Mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste

Le riflessioni di Mons. Giampaolo Crepaldi - Arcivescovo di Trieste, già segretario del Pontificio
Consiglio per la Giustizia e per la Pace, Presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, nonché autore di innumerevoli pubblicazioni tra cui il libro “Il cattolico in politica. Manuale per la ripresa” - sono sempre d’anticipo e illuminanti per tutto il mondo cattolico, che lo segue con attenzione ed estremo interesse. A lui abbiamo rivolto alcune domande per i lettori di Traguardi Sociali.

Qual è il suo pensiero rispetto al momento politico che stiamo attraversando?
Noto che c’è una grande sproporzione tra i bisogni del nostro popolo e quanto il quadro politico percepisce dei problemi sul tappeto e quanto potrà dare in termini di governabilità. Ci troviamo nel mezzo di una crisi economica molto pesante che colpisce duramente le famiglie, soprattutto laddove c’è un disoccupato diretto o indiretto. E’ disoccupato il dipendente che perde il posto ma anche il negozio che è costretto a chiudere o la piccola impresa familiare che non produce più sufficiente reddito. C’è, però, anche la crisi dei grandi valori della vita e della famiglia che hanno sempre animato la storia del popolo italiano.

Si era nutrita la speranza che il mondo cattolico potesse formare un movimento unitario invece abbiamo assistito, anche in questa campagna elettorale, alla diaspora dei cattolici nei vari partiti politici con una notevole frammentazione. Perché?
Nei giorni scorsi ho firmato un Comunicato dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, di cui sono Presidente, che contiene una lunga analisi del comportamento dei cattolici in questo ultimo periodo, diciamo dall’insediamento del governo Monti a queste elezioni di fine legislatura. Poteva essere l’occasione per chiarirsi le idee e trovare un percorso comune. Le indicazioni del Magistero non mancavano. Le occasioni - pensiamo agli incontri di Todi per esempio - neppure. Invece si è preferito analizzare le tattiche politiche piuttosto che progettare.
La conseguenza è che i cattolici rischiano l’ininfluenza nel prossimo Parlamento.

C’è qualcosa che ritiene avrebbero potuto fare per incidere maggiormente e non è stato fatto?
Abbiamo assistito a comportamenti veramente sorprendenti e a molte incoerenze. Soprattutto abbiamo visto la messa tra parentesi degli orientamenti del Magistero - penso per esempio alle lucide considerazioni fatte del Cardinale Bagnasco a Todi l’11 novembre 2011, o quelle più recenti al Consiglio permanente della CEI. Esse richiedevano, a mio avviso, un altro percorso: chiarire e perfino elencare con precisione, direi, i punti di partenza da condividere e che rappresentano una premessa indispensabile dell’agire politico dei cattolici che non vogliano negare la dottrina e la morale, e poi scendere a discutere su altri punti politici meno cogenti ma più aperti alle diverse soluzioni. Purtroppo, invece, l’allocazione personale qui o là ha avuto la prevalenza rispetto ad un discorso d’insieme.

Quale a suo parere dovrebbe essere il ruolo dei cattolici nell’attuale contesto politico?
I cattolici da sempre hanno un unico scopo quando scendono in politica: aprire un posto a Dio nel mondo, come direbbe Benedetto XVI. Questo è vero anche oggi quando, però, emerge con forza un fatto nuovo. La politica oggi non riguarda più solo le problematiche sociali ed economiche tradizionali, ma anche la possibilità concreta di incidere nella stessa identità umana e nelle sue relazioni di base fondamentali per la sua crescita veramente umana.
Da quando è tecnicamente possibile concepire un essere umano in provetta, alla politica – e non solo alla tecnica – si sono aperte possibilità impensate a cui non corrisponde una adeguata responsabilità, come dimostrano le vicende delle legislazioni di Spagna, Inghilterra o Francia sulla natura umana e sulla famiglia. Oggi i cattolici hanno un compito primario: difendere la natura umana per come è stata creata da Dio. Essi devono teorizzare e promuovere la difesa della natura umana e della famiglia facendo capire che quella è la strada anche per risolvere le emergenze economiche e sociali. Questo era il lavoro teorico-pratico da farsi anche in vista di queste elezioni e che non è invece stato fatto.

Quale ritiene sia il giusto rapporto tra fede e politica?
Quello che la Chiesa insegna da sempre: anche la ragione è capace di vedere aspetti del bene comune, ma la pienezza della visione dell’uomo viene dalla Rivelazione. Bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio, ma anche Cesare ha dei doveri verso Dio, se non vuole privarsi della luce della Rivelazione. Quando Cesare se ne priva, allora egli diventa Dio a se stesso e la politica si ritiene onnipotente. La fede libera la politica dalla schiavitù di se stessa e, così facendo, libera anche l’uomo dalla schiavitù della politica.

Il mondo cattolico è rimasto profondamente turbato dalla decisione di Papa Benedetto XVI di lasciare il pontificato, dal suo punto di vista cosa ha rappresentato la figura di questo Papa per la Chiesa?
E’ impossibile rispondere a questa domanda in poche parole. I suoi meriti nel servizio alla Chiesa sono stati grandiosi. Si è trattato di un pontificato luminoso. Se dovessi indicare uno solo di questi meriti, segnalerei la forza con cui ha riaffermato la pretesa della religione cattolica di essere la religione vera. Non ha detto nulla di diverso dai Papi precedenti, ma ha insistito in modo così ricco su questo punto da costituire un Magistero veramente decisivo in questa epoca di relativismo. Ribadendo la verità della fede cattolica, egli ha anche richiamato la ragione a credere maggiormente nella propria verità.

Antonella Pericolini
 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali