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  Taccuino

Data di pubblicazione: Martedì, 1 Maggio 2012

TRAGUARDI SOCIALI / n.53 Maggio / Giugno 2012 :: Taccuino

Taccuino di Traguardi Sociali

INAUGURAZIONE NUOVA SEDE SIDNEY
è di pochi giorni fa la notizia dell’apertura della una nuova sede del Patronato Sias del MovimentoCristiano Lavoratori, inaugurata nel territorio australiano. La nuova sede, situata a Sidney in Five Dock, Rear 92 Great North Road, fa seguito all’apertura della sede di Perth, avvenuta l’anno scorso: una linea strategica mirata a rafforzare la presenza dei Servizi del Movimento in Australia.
Presidente del Patronato Sias della più popolosa città australiana è Teresa Todaro Restifa, da molti anni impegnata nel volontariato e nell’associazionismo; vice presidente Pietro Rugida.
All’inaugurazione hanno preso parte autorità civili e religiose, nonché rappresentanti della numerosa comunità italiana. Il progetto che parte da Sidney è particolarmente interessante: sono previste, infatti, varie sedi che andranno a irrobustire la presenza del MCL in varie città, con centri di assistenza ai lavoratori a Bossley Park, Lansvale, Austral, Chipping Norton, Bexley, Drummmoyne, Allanbie Hieght, Blacktown, Brookvale e St. Marys.
“L’inaugurazione della nuova sede australiana è veramente un motivo di grande soddisfazione - ha dichiarato il Presidente Costalli - e rafforza ulteriormente la presenza del Movimento in tutti i Continenti”.
Una delegazione della Presidenza nazionale MCL-Sias nelle prossime settimane si recherà in visita alla nuova sede.

RINNOVO DEI VERTICI DEL COMECE: IL CARDINALE MARX NUOVO PRESIDENTE
A Bruxelles, al termine dell’assemblea plenaria di primavera del Comece – la Commissione degli episcopati della Comunità europea - i ventitré vescovi che vi hanno partecipato, in rappresentanza degli episcopati degli Stati membri dell’Unione europea, hanno eletto il nuovo presidente.
Si tratta del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, che succede al Vescovo di Rotterdam, Adrianus Van Luyn. Sono stati eletti, inoltre, quattro vicepresidenti (finora erano due): Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza-Bobbio; Virgil Bercea, Vescovo di Oradea Mare, in Romania; Piotr Jarecki, Vescovo ausiliare di Varsavia, in Polonia e Jean Kockerols, ausiliare di Bruxelles-Malines in Belgio.
Il neo presidente, che guiderà l’organismo per tre anni, ha subito rivolto lo sguardo al difficile momento che sta attraversando l’Europa, dichiarando che “l’Unione europea ha i poteri e le potenzialità per superare questa situazione. Una crisi globale richiede una risposta comune”.
Il Card. Marx in tal senso ha sottolineato la necessità “di riscoprire il senso di responsabilità e di solidarietà”, ribadendo che quello attuale “è un momento decisivo per il futuro dell’Europa:, c’è ancora molta strada da fare e non possiamo diminuire il nostro impegno in favore dell’Europa”.
La Chiesa dovrebbe essere “il cuore spirituale di un’Europa consapevole delle proprie radici spirituali e religiose”.
Un tema ribadito anche da Gianni Ambrosio che, in un’intervista all’agenzia Sir, ha affermato che l’Europa se vuole guardare al futuro “non può negare le sue origini, la sua identità.
La memoria del passato è decisiva per avere un ideale trainante nella progettazione dell’oggi e del domani. Una comunità di valori - è il progetto europeo - che trascura i suoi valori fondanti, rischia l’apostasia da se stessa prima ancora che da Dio”.
Parole che condividiamo in pieno e che facciamo nostre, formulando a tutti i nuovi vertici del Comece, e in particolare all’italiano Gianni Ambrosio, i migliori auguri di buon lavoro.

LA SLOVENIA BOCCIA IL REFERENDUM SULLE ADOZIONI GAY
La Slovenia dice un secco no al referendum per il riconoscimento alle coppie di omosessuali dei diritti propri delle famiglie tradizionali, come la possibilità di adottare un figlio. E’ quanto ha sancito il referendum indetto fra la popolazione slovena che ha manifestato chiaramente, con un netto 55% di no, il proprio dissenso nei confronti dell’ipotesi di parificazione tra famiglie tradizionali e coppie gay.
Un referendum al quale ha partecipato appena un elettore su tre (il 29,6% della popolazione), ma che è tuttavia pienamente valido in quanto la legge slovena non prevede un quorum minimo di partecipanti al voto. Adesso rimarrà valida la normativa dettata dal Codice della famiglia del 1976, che non riconosce nessun altro tipo di famiglia se non quella formata da un uomo, una donna e dai loro figli.
“Salutiamo la decisione degli elettori che hanno votato contro la nuova legge sulla famiglia”, ha commentato con soddisfazione Monsignor Anton Stress, arcivescovo di Lubiana. “Ringraziamo tutti coloro che si sono impegnati personalmente per raggiungere tale scopo e consentito agli elettori di riconoscere il ruolo insostituibile che ha la famiglia nella nostra vita”.
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