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  Politica, Etica, Responsabilità

Data di pubblicazione: Martedì, 12 Giugno 2012

TRAGUARDI SOCIALI / n.53 Maggio / Giugno 2012 :: Politica, Etica, Responsabilità

Parla l’On. Olimpia Tarzia, Presidente nazionale Movimento PER

Si muove sulla scena politica con la determinazione e la caparbietà di una lady di ferro: una grinta resa ancor più evidente dal contrasto con la sua figura esile ed eterea. E’ Olimpia Tarzia, Consigliere Regionale del Lazio e Presidente della Commissione ‘Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università’, tra i fondatori del Movimento per la Vita italiano ma, soprattutto, Presidente nazionale del Movimento PER, una delle più significative novità del panorama cattolico nella politica italiana. Impegni di tutto rispetto, dunque, che però non le hanno impedito di crescere tre figli. Una donna impegnata a tutto campo, che con molta disponibilità ha accettato di rispondere alle nostre domande.

On. Tarzia i valori irrinunciabili sono alla base della sua azione politica. Come pensa si possa costruire un quadro di sviluppo partendo da questi valori?
Il significato politico dei principi non negoziabili ha a che fare con i loro contenuti e con la loro universalità.
Si tratta, per limitarci ai principali, della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, della libertà di scelta educativa, della libertà religiosa. Sono dei quadri di fondo con ricadute in tutta la vita sociale e politica, hanno una trasversalità generale per cui quando non vengono rispettati è l’intero corpo sociale a risentirne. Purtroppo siamo immersi in un clima di relativismo culturale che teorizza e difende il pluralismo etico, che sancisce la decadenza della ragione e dei principi a fondamento della legge morale naturale. Ritengo che una concezione di pluralismo inteso come relativismo etico sia dannosa per la stessa vita democratica, la quale necessita di fondamenti veri e solidi, di principi etici ‘non negoziabili’. Penso che, pur nell’ottica di una sana laicità, i cattolici, siano essi presenti nell’impegno sociale, economico e culturale, sia nel mondo politico istituzionale, debbano uscire da un’afasia tattica o convinta, per dare, come protagonisti, un contributo di stabilità al nostro Paese. Senza questo percorso ritengo irrealizzabile un vero sviluppo.

Ci può raccontare il più significativo ricordo della sua esperienza nel Movimento per la vita e a difesa della vita?
Il mio impegno per la vita è cominciato più di trent’anni fa, quando, in occasione della votazione sulla L.194/78, insieme ad altri giovani di associazioni e movimenti cattolici, organizzammo un sit-in di fronte al Senato per manifestare la nostra opposizione ad una legge così ingiusta. Ero molto giovane e non sapevo ancora cosa avrei fatto nella vita, ma, non appena giunse la notizia dell’approvazione della legge, ebbi chiaro un proposito: avrei speso la mia vita per dare voce a chi non ha voce, come il piccolo concepito e non ancora nato!
Quell’esperienza ha segnato la mia esistenza e ne ha caratterizzato l’impegno sociale, culturale e politico. Penso che il popolo della vita e, nell’ottica di una sana laicità, i cattolici, debbano far sentire la propria voce, per impedire che quel ‘grido silenzioso’ resti inascoltato.

Il Movimento PER da lei fondato indica l’unione strategica di Politica Etica e Responsabilità. Può spiegarci le ragioni della scelta di questa sigla?
‘PER’ è un ‘moltiplicatore’ Moltiplica i valori, moltiplica gli obiettivi, moltiplica i risultati. ‘PER’ è una preposizione che guarda avanti, verso il futuro, verso gli altri: per il bene comune, per i cittadini, per l’Italia che cresce, per una nuova politica, per la vita, per la solidarietà, per la coerenza. ‘PER’ si può rappresentare con una X, il segno che si mette quando si vuole esprimere una preferenza, il segno che equivale ad una scelta. Il significato politico dei principi non negoziabili non consiste solo nell’essere contro (contro l’aborto, contro l’eutanasia, contro il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e così via), ma si fonda su un prioritario ‘PER’.
Coniugare strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, risvegliare le coscienze, testimoniare un impegno generoso, coerente e coraggioso, riporre al centro la questione morale e i conseguenti comportamenti: questo appello che la Chiesa rivolge ad ogni uomo di buona volontà, il Movimento PER lo ha fatto proprio.

Lei ha recentemente costituito una Scuola di formazione politica: quali sono le ragioni di questa scelta?
Per formare una nuova classe dirigente politica, bisogna scommettere sui giovani, formandoli. La necessità di un rinnovamento penso sia evidente per tutti.
Non mi riferisco solo all’età: la politica ha perso da tempo il significato vero e profondo del servizio, l’obiettivo del perseguimento del bene comune e sembra non aver più nulla di costruttivo da dire, perché orfana di un progetto culturale. Ritengo che solo recuperando e rilanciando la matrice culturale e antropologica cristiana in cui affondano le radici del nostro Paese, solo lottando con tutte le forze nella convinzione che è ancora possibile sperare in una società giusta, onesta, da lasciare alle generazioni future, possiamo far risalire il nostro Paese dalla china dello scoramento ed anche, ne sono convinta, restituire fiducia nel futuro, elemento base anche per la crescita e la ripresa economica. E’ necessario formare una nuova classe dirigente politica, incoraggiando i giovani ad occuparsi del bene comune, a disporsi con atteggiamento di fiducia verso il futuro, ad essere riferimenti affidabili per i loro coetanei e le giovanissime generazioni, ad imparare a esercitare un confronto politico rispettoso e costruttivo, ad opporsi ai compromessi, ad anteporre, sempre, il progetto culturale e la visione antropologica cristiana rispetto agli interessi di parte e di partito. Urge far ripartire una nuova era politica. La Scuola di Formazione Politica promossa dal Movimento PER, che si sta svolgendo a Roma presso la Pontificia Università Antonianum ed alla quale hanno aderito centinaia di studenti da ogni parte d’Italia, vuole essere, appunto, una risposta concreta in questa direzione.

Per le prossime elezioni amministrative come si è mosso il PER? Avete presentato Liste o candidature che condividono i valori del suo Movimento?
Quali sono i vostri obiettivi?

Quanto avvenuto nel quadro politico istituzionale nel nostro Paese non trova precedenti neanche nelle pur difficili crisi già vissute. La strada che io intravedo è una effettiva presenza e partecipazione dei cattolici nella fase di ricostruzione della politica italiana, in un’ottica di sano realismo cristiano che permetta di individuare in un sano bipolarismo una reale e concreta possibilità di azione. A seguito dell’esperienza del governo Monti, con le sue ricadute sulle singole azioni politiche dei partiti, tale opportunità appare realizzabile. Confido che, per quanto riguarda il centrodestra, area nella quale si colloca PER, si avvii presto un processo di armonizzazione tra le varie componenti, nell’ottica di un effettivo federalismo alla luce del Partito Popolare Europeo.
Rispetto alle amministrative del 6 e 7 maggio, il Movimento PER ha sostenuto in diversi comuni d’Italia propri candidati.
Sul nostro sito: www.movimentoper.it è possibile trovare notizie in merito. Il PER è un Movimento Politico Nazionale e ha individuato la necessità di passare dall’impegno socio-culturale a quello politico-istituzionale, con l’obiettivo di portare persone preparate, motivate, oneste, all’interno delle Istituzioni, per poter incidere realmente.

Cosa volete dire quando definite il PER “moltiplicatore di valori”?
Il diritto alla vita e alla libertà religiosa, i diritti della famiglia, l’identità umana dinanzi alle sfide della biotecnologia, il senso umano del nascere del vivere e del morire, sono valori da difendere e promuovere e per farlo il Movimento PER si impegna affinché sempre più persone si battano per essi, in primo luogo i cristiani che devono essere pronti ad assumersi impegni pubblici, legislativi e politici, anche individuando nuove forme di relazione tra politica e società e nell’organizzazione della partecipazione politica. PER significa adesione a qualcosa che precede la politica e la trascende, e così la salva anche da se stessa. C’è chi ritiene che il fatto di essere questi principi ‘non negoziabili’ derivi da un’incapacità dei cattolici al dialogo democratico, e che tali principi siano non negoziabili in quanto principi cattolici e quindi frutto dell’arroganza, dell’imposizione della religione nella vita politica. Considero questa chiave di lettura ottusa e spesso strumentale: non sono appannaggio dei cattolici, non hanno un colore, né religioso né politico, perché appartengono all’uomo.
Essi sono provocatori, inquietanti, mobilitanti, indicano alle persone impegnate in politica i vasti orizzonti su cui operare. Chiunque si riconoscerà in questi valori e aderirà al PER condividendone l’impegno, ne sarà moltiplicatore!

Sagliocca Fiammetta
Ha preso il via a Roma la Scuola di Formazione Politica organizzata dal Movimento PER. Nella foto: un momento della tavola rotonda dell’8 maggio su ‘Economia, lavoro, giustizia sociale, sussidiarietà e bene comune’, cui hanno preso parte, fra gli altri, il Prof. Ettore Gotti Tedeschi, Presidente dello IOR (Istituto per le Opere di Religione), il Presidente del MCL Carlo Costalli e l’On. Olimpia Tarzia
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