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  La fede genera l’impegno sociale

Data di pubblicazione: Martedì, 5 Giugno 2012

TRAGUARDI SOCIALI / n.53 Maggio / Giugno 2012 :: La fede genera l’impegno sociale

Il MCL dei giovani

“Dobbiamo rinnovarci nello spirito della nostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef. 4n23-24)

Il Movimento Cristiano Lavoratori da quarant’anni opera nelle realtà locali, nazionali ed internazionali promuovendo i valori propri del cattolicesimo popolare.
Aderire al suo movimento giovanile vuol dire accogliere quei valori senza rinunciare alle specificità proprie di un movimento fatto da giovani.
All’interno di questa cornice i giovani del Movimento devono operare facendo proprio quanto il Papa ha scritto nel Messaggio per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù 2012. In quel documento il Papa ci comunica che “siamo chiamati ad essere generosi, a non accontentarci di dare il minimo, ma ad impegnarci a fondo nella vita, con un’attenzione particolare per i più bisognosi. Il mondo ha necessità di uomini e donne competenti e generosi, che si mettono al servizio del bene comune. Impegnatevi – continuava il sommo pontefice - a studiare con serietà; coltivate i vostri talenti, e metteteli fin d’ora al servizio del prossimo. Cercate il modo di contribuire a rendere la società più giusta ed umana, là dove vi trovate. Che tutta la vostra vita sia guidata dallo spirito di servizio, e non dalla ricerca del successo materiale e dal denaro”.
Questi sono e devono essere i connotati caratteristici ed identificativi del MCL Giovani in una parola, il suo “volto”.
Solo fissando lo sguardo su mete alte e nobili, le nostre scelte saranno rivolte a realizzare obbiettivi di senso e di valore capaci di generare “la cultura del Bene Comune”. Certo per fare ciò bisogna far proprio l’invito lanciato durante il suo pontificato da Giovanni Paolo II e ribadito da Benedetto XVI a non aver paura del mondo, né del futuro, né della nostra debolezza. Il coraggio, però, richiede un pensiero nuovo capace di “rompere” con quello relativista attualmente dominante. San Paolo nella lettera ai Romani scriveva: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare, rinnovando il vostro modo di pensare”. Il Papa nel commentare questo passo afferma: “C’è un non conformismo che è irrinunciabile: il non conformismo del cristiano ci redime perché ci restituisce alla verità, alla verità delle cose, delle situazioni. Si è anticonformisti per non sottostare alla letture vincenti quando non ci convincono, e per non lasciarsi omologare”.
Questo pensiero nuovo, anticonformista ci insegna a cogliere e a vivere l’essenziale. Ci consente di andare al nocciolo delle cose anche quando gli altri non ci appoggiano.
La costruzione di un pensiero nuovo, critico, presuppone la conoscenza che nasce dalla formazione che deve essere innanzitutto spirituale.
La riscoperta del messaggio evangelico, il rafforzamento del legame con Cristo, Via, Verità e Vita rappresenta quel contributo di speranza in più che solo chi ha una fede forte e radicata è in grado di generare nell’animo delle altre persone.
La riscoperta delle fede è l’unico strumento capace di educare le coscienze e favorire la nascita di cristiani ‘impegnati’, e non solo ‘indignati’; di cristiani che hanno il coraggio di accettare le sfide che la storia gli pone innanzi; di governare il presente pensando e preparando pazientemente il futuro. I vescovi italiani negli orientamenti pastorali per il decennio 2010/2020 – “Educare alla vita buona del Vangelo” – hanno voluto affermare la necessità di favorire un risveglio delle coscienze attraverso un’attenzione particolare verso la formazione delle stesse.
Formazione che con riguardo al nostro movimento giovanile deve essere in grado di fornire ai suoi aderenti gli strumenti necessari per divenire testimoni credibili e capaci di creare spazi di responsabilità e di sano protagonismo per un umanesimo integrale e solidale in piena aderenza con gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa. Tutto ciò bisogna fare attraverso il rilancio di scuole di formazione socio–politica.
L’impegno sociale e politico richiede sempre più una specifica competenza nella piena consapevolezza che in questi ambiti non si può improvvisare.
L’impegno sociale e politico, dopotutto, rientra a pieno titolo nella testimonianza della carità e in essa trova un suo preciso significato profondo. è celebre la frase di Paolo VI secondo il quale “la politica è la forma più alta della carità”. Essa, infatti, chiama al dono di sé per l’altro, sollecita alla gratuità, alla solidarietà, al servizio.
è anche vero, però, che il nostro agire non può prescindere dal nostro essere; e il nostro essere è innanzitutto “l’essere cattolici”.
è la fede che matura la tensione e la testimonianza credibile nei vari ambienti di vita. A questo proposito Vittorio Bachelet diceva: “la scelta religiosa insegna al cristiano che la testimonianza di carità si fa per lui anche impegno sociale e politico”.

Michele Diodati
Delegato nazionale giovani MCL
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