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  I CATTOLICI SI PREPARANO A GUIDARE IL PAESE FUORI DALLA CRISI

Data di pubblicazione: Giovedì, 23 Settembre 2010

TRAGUARDI SOCIALI / n.43 Settembre / Ottobre 2010 :: I CATTOLICI SI PREPARANO A GUIDARE IL PAESE FUORI DALLA CRISI

A Senigallia la tre giorni MCL in preparazione della 46° Settimana Sociale

Un appuntamento che è ormai una tradizione per il MCL, quello di Senigallia.
Un incontro che quest’anno ha assunto una valenza del tutto particolare, quale momento di preparazione della 46a Settimana Sociale di Reggio Calabria che si terrà ad ottobre, e cui il MCL rivestirà un ruolo di primo piano, con il Presidente Costalli chiamato a presiedere la sessione economica.
E’ stato questo lo spirito della tre giorni di lavoro, tenutasi nella città adriatica dal 10 al 12 settembre, e intitolata“Un’agenda di riforme per un futuro di speranza”, cui hanno partecipato oltre 350 quadri dirigenti del Movimento provenienti da tutta Italia e dall’estero.
“E’ indispensabile porre le basi ad ‘un progetto organico di riforme strutturali’ e contribuire a formare una nuova classe dirigente eticamente orientata (che è la vera sfida che il mondo cattolico ha davanti)”, ha affermato Carlo Costalli, presidente del MCL, aprendo i lavori.
“Affrontare un progetto organico di riforme significa, prima di tutto fare i conti con la capacità di   visualizzare l’inadeguatezza e l’insufficienza di modelli di tutela sociale basati sulle prestazioni pubbliche statali in relazione alle nuove problematiche indotte dall’aumento della mobilità del lavoro, dall’invecchiamento delle popolazioni e dai crescenti flussi migratori”.
Per Costalli la priorità è “la mancanza di una politica di welfare orientata a sostenere effettivamente le famiglie, il loro carico economico e quello di cura, ma soprattutto l’assenza di una politica per i giovani tesa a scommettere sul futuro”.
E’ necessario “perseguire con chiarezza gli ‘interessi generali’ della società, ignorati dal degrado politico e civile.
Serve uno scatto di responsabilità che promuova una corretta e normale cooperazione tra maggioranza e opposizione che, nel rispetto dei ruoli, sappia mobilitare e ascoltare tutte le energie vitali della società per una forte condivisione delle priorità da affrontare e degli interventi da mettere in campo”.
E qui sta il ruolo dei corpi intermedi, di quel poderoso ‘blocco sociale’ di cui si avverte l’urgente necessità.
In quest’ottica i corpi intermedi sono chiamati a esercitare un preciso ruolo politico, a sviluppare responsabilità sociale.
“Sono temi che ci stanno particolarmente a cuore e che svilupperemo anche nel percorso che ancora ci divide dalle Settimane Sociali: e poi durante i lavori, nelle commissioni dove siamo stati chiamati a svolgere un ruolo, lavorando   perché diventino temi accettati, condivisi da tutto il movimento cattolico”, ha concluso Costalli.
Cattolici alla ribalta, dunque, pronti ad assumersi la responsabilità di guidare il Paese fuori dalla crisi.
Lo ha ribadito l’Assistente Nazionale MCL, Mons. Francesco Rosso, esortando i cattolici a “sentire la passione che si fa servizio e diventa risposta ai bisogni della società.
Non possiamo permettere alla storia di lasciarci indietro: non ci è piu’ consentito.
E’ arrivato il momento di essere noi stessi operatori della storia di questa società.
Come cristiani è il momento di offrire la personale disponibilità nella Chiesa, nella vita personale e nella società”.
Mons. Rosso è quindi tornato su un tema a lui molto caro: la formazione.
“C’è una grossa esigenza di formazione della nostra classe dirigente – ha detto – una scuola di formazione per cristiani, per tutti coloro che condividono una comune ispirazione anche se provenienti da percorsi diversi”questo il MCL puo’ realizzare la propria missione, la propria profezia, ha detto infine Mons. Rosso: “realizzare una scuola di formazione per offrire risposte
ai bisogni e alle povertà della nostra società, anche nella Chiesa”.
Il cammino dei cattolici nella Chiesa e nella società sono due aspetti che vanno di pari passo.
Lo ha sottolineato Noè Ghidoni, vice presidente del MCL: “questo significa realizzare il nostro contributo alle Settimane Sociali, compito cui il MCL è stato chiamato: stare dentro il percorso della Chiesa ma anche del Paese, perché noi ‘siamo’ il Paese”.
Ad approfondire gli aspetti e le tappe della storia della presenza della Chiesa nella società è stato chiamato il prof. Mario Taccolini, Direttore del Dipartimento di scienze storiche e filologiche e dell’archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia presso l’Università cattolica del
Sacro Cuore.
“Quando parliamo di ‘Chiesa italiana nel futuro del Paese’ abbiamo subito davanti la grande sfida di questi anni: la questione antropologica, la visione della vita, della famiglia e del matrimonio”:
è stato questo il tema al centro dell’intervento di Mons. Arrigo Miglio, Vescovo di Ivrea, intervenuto sabato mattina.
Questioni che, ha continuato il Vescovo, “sono diventate ‘la nuova frontiera della questione sociale’, come ha detto il Papa.
E che hanno fatto maturare nella Chiesa italiana una nuova coscienza della scelta per l’uomo, della questione antropologica”.
Più mirato sugli aspetti economici l’intervento del Presidente di Confcooperative Luigi Marino: “La prima importante riforma da fare per uscire dalla crisi è quella della mentalità degli italiani: la classe politica come quella industriale, di fronte alla globalizzazione, debbono cambiare per poter costruire uno sviluppo a misura d’uomo, per dare il via a uno sviluppo equo senza depauperare le risorse del pianeta”.
Marino ha individuato cinque lezioni da trarre dalla crisi che ci attanaglia: “Primo: non si possono fare le riforme senza globalizzare i controlli.
L’Europa è vittima di controlli strabordanti ed eccessivi, mentre ciò non avviene nel resto mondo.
Dobbiamo chiedere che vi sia una ‘Guardia di Finanza del mondo.
Altrimenti saremo solo noi, e le nostre parti sociali più deboli (anziani, pensionati,lavoratori) a pagare.
Secondo: serve uno Stato europeo forte, federato: gli Stati Uniti d’Europa da costruire rapidamente. Terzo: avere i conti pubblici in ordine e contenere il disavanzo è una condizione per produrre giustizia sociale, perché chi paga i costi sono sempre i deboli.
Quarto è fondamentale combattere l’evasione fiscale e la criminalità organizzata.
Quinto: dobbiamo pensare l’Italia come un Paese industriale.
In molti ambienti si è diffusa invece la convinzione che, visti i costi della manodopera, il settore industriale sia finito.
Dobbiamo fare di più.
Crescere in termini di economia globalizzata significa creare imprese ben dimensionate, fare più rete, più fusioni, più globalizzazione”.
Il Portavoce del Forum delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, Natale Forlani, ha ricordato la necessità di organizzare le tutele, oltre che battersi per l’inviolabilità dei diritti.
“Su questi temi si costruisce il domani: il Forum farà un manifesto sulla vita per chiedere ai politici cattolici di giocare questa battaglia perché è su questi temi che si gioca la coesione nazionale”.
Massimo Ferlini, vice presidente della Compagnia delle Opere, ha invocato “Più società e meno Stato, più libertà e solidarietà per rispondere ai colpi della crisi”.
Per il Portavoce di Scienza & Vita, Mimmo Delle Foglie, tre sono le questioni fondamentali cui i cattolici sono chiamati a dare il loro contributo: innanzi tutto lo snodo delle questioni antropologica e sociale, vale a dire l’uomo stesso.
L’avanzamento tecnologico determinerà “un potenziamento radicale della nostra specie, di portata inimmaginabile”.
Di fronte a questa prospettiva “anche per un laico non credente dovrebbe essere importante trovare una base normativa morale comune.
Il punto è imparare a governare i processi di questa nuova era di cui la nostra generazione vede soltanto i primi vagiti”.
In secondo luogo, ha continuato Delle Foglie, c’è lo snodo della vita stessa: i cattolici devono fare i conti con la cd. ‘etica della vita’ e ragionare in termini globali. “Non basta essere autoreferenziali, dobbiamo metterci ‘di traverso’ dicendo il perché scegliamo la vita oggi e perché il resto del mondo dovrebbe fare questa scelta”.
Infine, ha concluso il Portavoce di Scienza & Vita, è importante comprendere che “la soluzione della questione antropologica nel suo snodo con la questione sociale, è affidata al popolo cattolico e al suo protagonismo”.
Ai lavori ha portato il suo saluto anche il Vescovo di Senigallia, Mons. Giuseppe Orlandoni, il quale ha ricordato che “nessuno ha in tasca la soluzione dei problemi del Paese ma tutti sono chiamati al dialogo”.
Tutti, e i corpi sociali in primis, sono chiamati a dare il loro contributo “per declinare il bene comune, come recita il documento preparatorio delle Settimane Sociali”
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