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  IL RUOLO DEL FORUM

Data di pubblicazione: Sabato, 25 Settembre 2010

TRAGUARDI SOCIALI / n.43 Settembre / Ottobre 2010 :: IL RUOLO DEL FORUM

Le organizzazioni cattoliche riscoprono le proprie radici.
di Pier Paolo Saleri

Difficile mettere in dubbio la grande rilevanza della nascita del Forum delle persone e delle associazioni cattoliche nel mondo del lavoro cui, poco più di un anno fa, ha dato vita l’iniziativa congiunta della Cisl, del MCL, della Compagnia delle Opere, della Confcooperative e della Confartigianato (con la successiva adesione delle stesse Acli). Questa nascita rappresenta, infatti, la definitiva rottura della pesante egemonia politico-culturale della sinistra marxista e postmarxista su larga parte del cattolicesimo sociale italiano e, di conseguenza, della sua visione ideologicamente conflittuale del rapporto capitale-lavoro.
Si tratta di un’egemonia che durava, nella sua espressione più evidente, da almeno quarant’anni, il cui declino ha, pertanto, un significato veramente epocale.
L’enorme novità del Forum è costituita dal fatto che la sua nascita mette radicalmente in discussione segnandone la fine - soprattutto in forza del pieno coinvolgimento della Cisl attraverso il suo segretario generale Bonanni - dell’unità sindacale a traino Cgil: cioè a traino ideologicamente, culturalmente e politicamente comunista e/o postcomunista.
Segna, dunque, la riscoperta, da parte della Cisl, dei principi della Dottrina sociale della Chiesa come specifico punto di riferimento per l’elaborazione di una strategia sindacale, sociale e politica.
La Cisl, abbandonata l’impostazione conflittuale tra capitale e lavoro tipica della cultura marxista subita per lunghi anni, ritrova la logica della partecipazione e del sindacalismo riformista che fa parte del suo patrimonio genetico cattolico-sociale.
Al riguardo è quasi superfluo sottolineare che tutto ciò mai sarebbe potuto avvenire senza l’opera di recupero e di rilancio dell’identità cattolica avviata da Giovanni Paolo II e proseguita, in termini ancor più incisivi e puntuali, da Benedetto XVI il cui pensiero, particolarmente quello espresso nella Caritas in Veritate, costituisce il vero manifesto ideologico del Forum.
Ora, che Mcl e Compagnia delle Opere si trovassero naturalmente in sintonia con la linea sociale e politica della Chiesa di Papa Ratzinger può anche apparire come un fatto assolutamente ovvio e scontato, ma che su queste stesse posizioni si ritrovasse l’intera Cisl, non lo era affatto. Così come non era affatto scontato che due organizzazioni come Confcooperative e Confartigianato si ponessero con forza, tramite l’adesione al Forum, sulla linea del pieno recupero delle proprie radici e della propria identità cattolica. In questo caso è veramente “l’essere insieme sulla linea della Dottrina sociale della Chiesa” che fa la differenza.
La nascita del Forum è, effettivamente, un avvenimento di significato epocale per il cattolicesimo italiano!
Vi sono, oggi, le condizioni per cui il Forum - oltre a proseguire incisivamente la propria iniziativa strategica sulla linea dell’economia sociale di mercato nel mondo del lavoro - possa, anche, configurarsi concretamente come una grande opportunità per dare risposta positiva all’appello che Benedetto XVI ha, più volte, lanciato ai cattolici italiani esortandoli a farsi, nuovamente, classe dirigente del Paese.
Una impostazione che, per la verità, è già, in nuce, significativamente presente: basta rileggere le interviste e gli interventi dei vari leaders dei movimenti che hanno dato vita al Forum per rendersene immediatamente conto.
Tale impostazione, ulteriormente approfondita e sistematizzata, potrebbe facilmente configurarsi come una vera e propria linea politica.
Una linea politica che non può avere come proprio riferimento fondamentale altro che il pensiero sociale e politico elaborato dall’incessante lavoro di studio di Papa Ratzinger.
L’approfondimento e la riflessione sul pensiero politico e sociale di Benedetto XVI, che ha il suo fulcro nella “Caritas in Veritate”, ma non si esaurisce in essa, potrebbe essere, appunto, uno dei primi e fondamentali obiettivi di lavoro e formazione per il Forum. Ciò, ovviamente, fermo il fatto che quando si parla di approfondimento e riflessione non si deve intendere un lavoro di studio
e/o di esegesi, in senso meramente scolastico, ma si deve intendere un approfondimento capace di trarre dai principi e dalle intuizioni, necessariamente generali, che si trovano nel pensiero del Papa, gli strumenti per comprendere e analizzare la concreta situazione politica e sociale dell’Italia e dell’Europa ed agire di conseguenza.
Si tratta, in altre parole, di attrezzarsi per intervenire incisivamente, innanzitutto, nella situazione italiana, sulla base di una linea di pensiero omogenea e conseguente con l’obbiettivo di determinare una forte e motivata mobilitazione sociale e politica. E’ questa la strada per rispondere, concretamente, all’appello del Papa e dei vescovi italiani quando proclamano la necessità di una
nuova classe dirigente di cattolici per l’Italia. Senza un linguaggio comune e senza una comune lettura della realtà politica e sociale storicamente concreta, non si ha, infatti, classe dirigente.
Lo scadimento del livello complessivo della classe politica italiana a livelli, spesso, di una modestia preoccupante rende questo lavoro assolutamente urgente.
Oggi, si offre ai cattolici una nuova occasione per giocare un ruolo centrale nella ripresa, non solo economica e politica, ma anche etica, del nostro Paese.
Etica in senso profondo, non in quello falsamente moralistico del termine: si tratta, infatti, di porre nuovamente al centro dell’azione politica il primato ed il perseguimento del “bene comune”.
Una società che vede la propria classe dirigente logorarsi in una guerra permanente tra intrallazzatori e falsi moralizzatori è, infatti, destinata alla rovina. Una società non può vivere e fiorire se, in un modo o nell’altro non si fonda, comunque, su valori autentici in grado di restituirle
piena consapevolezza della propria identità di comunità che avanza nella storia.
Sono valori, questi ultimi, che trovano il loro fondamento nella dimensione religiosa ed affondano le proprie radici nel diritto naturale.
Specificamente, in quella sinergia tra “fede e ragione” di cui parla Benedetto XVI e sulla quale, e grazie alla quale, è nata la civiltà europea.
Per tutte queste ragioni l’Italia ha, oggi, nuovamente e urgentemente bisogno di una nuova classe
dirigente di cristiani impegnati
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