LETTERA APERTA DEL MCL DI SICILIA E DI CALABRIA
SOPPRESSA LA SOCIETA' STRETTO DI MESSINA:
INFRANTO IL SOGNO DI UN FUTURO PER SICILIANI E CALABRESI
Una dura protesta congiunta è stata sollevata dai presidenti Mcl di Calabria e Sicilia, Vincenzo Massara e Fortunato Romano, i quali, in una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio, ai Ministri competenti e a tutte le massime autorità locali, hanno manifestato la propria “indignazione e ribellione” alla notizia che la Finanziaria 2008 prevede la soppressione della Società Stretto di Messina.
“Dopo aver deciso che il Ponte di Messina non era una priorità – si legge nel documento – dopo l’annullamento degli atti del precedente Governo, dopo la distrazione delle somme già stanziate, dal Governo Prodi i siciliani e calabresi non potevano aspettare nient’altro che l’affossamento definitivo di ogni speranza di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e di ogni disegno strategico di infrastrutturazione che si collochi in un concreto sistema di trasporti integrato.”
Sottolineando che il provvedimento non potrà che avere pesanti ricadute in termini occupazionali, i due presidenti Mcl si dicono preoccupati “di fronte a singoli provvedimenti penalizzanti”, avallati dallo stesso Premier “che disinvoltamente dichiara che ‘Il Ponte serve a congiungere il nulla col nulla’, tra l’altro manifestando in quale considerazione tiene i 5.000.000 di siciliani e i 2.500.000 di calabresi”.
L’allerta, dovuta anche alla massiccia azione di “dismissioni ed il disimpegno di Trenitalia su tutta la rete siciliana”, è massima: “questa decisione spinge Messina e Reggio Calabria nella china del sottosviluppo, e chiude siciliani e calabresi nella loro perifericità”, continuano i due presidenti Mcl. “Il Mcl ha sempre sostenuto che, senza il Ponte, le città e le Regioni di Sicilia e Calabria sarebbero rimaste isolate, che sarebbe stato modificato il tracciato del corridoio 1 Berlino-Palermo, che sarebbe stato compromesso il loro ruolo come testa di ponte dell’Europa nel Mediterraneo”, si legge ancora nella nota.
“Bisogna, invece, portare la lotta sul piano politico – affermano Vincenzo Massara e Fortunato Romano -, impegnando i parlamentari siciliani e calabresi a contrastare la disposizione che sopprime la Società Stretto di Messina, e perfino a contrastare il provvedimento del Governo, fino al voto contrario alla Finanziaria”.
“Questa è l’occasione perché la classe dirigente siciliana e calabrese pratichi una svolta che interrompa la spirale dell’apatia, del lamento, del clientelismo e dell’ascarismo, che portano solo povertà e sottosviluppo”.