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  A Reggio Calabria due giorni di dibattito organizzati dalla Feder.Agri

Data di pubblicazione: Domenica, 21 Ottobre 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.27 Settembre / Ottobre 2007 :: A Reggio Calabria due giorni di dibattito organizzati dalla Feder.Agri

Radici solide per orizzonti ampi


A REGGIO CALABRIA DUE GIORNI DI DIBATTITO ORGANIZZATI DALLA FEDER.AGRI

RADICI SOLIDE PER ORIZZONTI AMPI


       “Le nuove frontiere dell’U.E. La coesione sociale e le politiche per il lavoro, le infrastrutture e lo sviluppo”: questo il tema del seminario internazionale tenutosi a Reggio Calabria dal 28 al 30 settembre, su iniziativa della Feder.agri. e del Mcl.

       Parlare di Europa in una realtà come quella calabrese, ma non solo, può sembrare a volte cosa estremamente difficile. Quanto meno nei termini in cui se ne è discusso. ‘Europa’ per molti significa finanziamenti, risorse su cui mettere le mani; le stesse istituzioni stentano a formulare progetti tesi a creare sviluppo, occupazione nuove opportunità. Basti pensare che a stento si riesce a spendere, in media, poco più del 40% dei fondi destinati alle regioni dell’Obiettivo 1.

       Certo è stata una sfida ed al contempo una scommessa. Il seminario, denso di contenuti e di aspettative, si è proposto di informare e formare i partecipanti sui temi dell’integrazione europea, della solidarietà, della coesione sociale economica e territoriale attraverso l’utilizzo razionale e finalizzato delle risorse comunitarie, mirate ad un effettivo sviluppo delle politiche per il lavoro e le infrastrutture.

      Sul tema si sono confrontati eminenti personalità del mondo accademico, rappresentanti delle istituzioni pubbliche, del mondo sindacale e del lavoro, dirigenti delle diverse categorie produttive provenienti dall’Italia e da altri Paesi europei tra cui Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Malta. La sede scelta e il particolare momento che sta attraversando la Calabria, sia dal punto di vista del lavoro sia delle infrastrutture – tasso di disoccupazione che supera il 30%, Autostrada Salerno-Reggio Calabria che sta assumendo i connotati di un’emergenza nazionale –, avrebbero potuto assorbire i contenuti del seminario. Ma così non è stato. Certo, questi problemi sono stati affrontati, abbiamo avuto modo di capire, attraverso testimonianze di imprenditori e di politici, anche di orientamento governativo, che ad esempio il Ponte sullo Stretto non era poi il diavolo che si è voluto dipingere. Ma di questo ne eravamo già convinti, non fosse altro perché su tale vicenda non abbiamo mai assunto una posizione pregiudizialmente contraria com’è accaduto a tanti.

       L’ospitale città di Reggio Calabria ha fornito, invece, l’occasione per ribadire un concetto più volte ripreso dal Mcl nel corso degli ultimi anni a proposito della “questione meridionale”; abbiamo, infatti, più volte detto che le dinamiche di confronto debbono avvenire su un territorio molto più esteso, europeo se non mondiale, per cui diventa anacronistico parlare di politiche di divario tra Nord e Sud. Il Sud oggi è il Mediterraneo: una grande area che si affaccia verso l’Africa, che ci impone una politica di dialogo, di mediazione, di costruzione di nuove opportunità. D’altro canto gli stessi obiettivi di Lisbona vanno in questa direzione. Diventa pertanto necessario elevare la qualità del dibattito, privilegiare il confronto, incentivare il dialogo; e ciò può accadere soltanto se si supera quella visione parziale, localistica, della realtà che ci circonda. L’iniziativa, attraverso l’attenzione che ha destato anche nei mezzi di comunicazione, è servita a far capire che l’emergenza per il Paese, ed in particolare per questo territorio, non è certo l’elezione del segretario del nascente PD, che sta catalizzando l’interesse dei soli addetti ai lavori, lasciando indifferenti o perplessi quanti sono costretti a fare i conti con i bisogni e le esigenze quotidiane delle proprie famiglie.

       Pensare europeo: altra tematica forte che ha trovato spazio all’interno del seminario. Che significato può avere se non quello di riappropriarsi della propria storia, della propria identità di popolo, delle proprie radici? E’ certamente importante perseguire l’obiettivo della costruzione di una vera Europa economica e politica, ma diventa vitale costruire un’Europa dei popoli. Si può affrontare qualsiasi cambiamento economico, si possono raccogliere tutte le sfide di un mondo globalizzato, ma se si è privi di radici forti che sappiano trasfondere i valori della solidarietà, della responsabilità personale, della giustizia sociale, il cammino è breve e gli orizzonti limitati. Ne discende l’impellente necessità di un impegno serio e responsabile nei confronti della realtà che va colta analizzando tutti i fattori in gioco.

       Per quanto ci riguarda, come laici impegnati e responsabili, riteniamo fondamentale riscoprire il valore dell’identità popolare italiana e delle sue radici cristiane, che sole possono contribuire in maniera significativa alla costruzione di un’Europa dei Valori e dei Popoli.


Vincenzo Massara

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