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  Per abitare la città da cristiani

Data di pubblicazione: Domenica, 31 Maggio 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.72 Giugno / Luglio 2015 :: Per abitare la città da cristiani

Un incontro in preparazione del V Convegno Ecclesiale Nazionale a Firenze

“Abitare una città da cristiani significa partecipare, essere protagonisti attivi”. Carlo Costalli, Presidente nazionale del MCL ha presentato così il convegno dello scorso 23 maggio a Firenze; al Convitto della Calza tra i relatori il Cardinal Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, Padre Bernardo Gianni Priore dell’abbazia di San Miniato, Lorenzo Ornaghi già Ministro per i beni culturali, Don Ernesto Lettieri Assistente ecclesiastico nazionale del MCL.
Il Cardinal Giuseppe Betori ha subito chiarito la sua posizione. “C’è chi dice - ha attaccato il Cardinale - che non ha senso parlare di Umanesimo nella cultura di oggi, quando è invece proprio l’assenza di umanità a rendere di grande attualità questa parola. Le nostre comunità cristiane svolgono un ruolo esemplare in questa società, senza di noi, senza la Caritas, il welfare cadrebbe in un momento.
Oggi abbiamo bisogno non di riforme qualsiasi, ma di riforme pensate per risollevare il popolo da inquietudine e sfiducia. Firenze non è solo la città dell’arte ma ha anche una tradizione storica come città dell’umanità, della misericordia, dell’uomo e del suo progetto alla luce di Gesù Cristo”.
“E’ evidente che quando pensiamo al nostro ruolo nel tessuto urbano non lo facciamo con riferimento esclusivo alle abitazioni, alle piazze e ai palazzi seppur magnifici come nel caso di una città come Firenze - ha proseguito Costalli - il nostro tratto distintivo deve emergere chiaramente in tutti i luoghi da quello del lavoro a quelli della sofferenza. In generale ci sentiamo di rivolgere ancora una volta un appello forte alla partecipazione politica: c’è da operare per scardinare un sistema che ci incensa quando operiamo nel sociale ma che ci censura quando esprimiamo le nostre idee sui temi valoriali. Dobbiamo uscire da queste moderne catacombe e sfidare tutti, nel rispetto delle varie opinioni, a un confronto libero e aperto”. Il Convegno di Firenze è stato promosso in vista dell’imminente Convegno ecclesiale nazionale, in programma a novembre proprio nel capoluogo toscano.
“Papa Francesco insiste molto su una Chiesa che vada verso le periferie e verso le povertà, che non si chiuda in stessa - ha ricordato Costalli -. è un segnale forte rispetto a una trasformazione in atto nel Paese e nel mondo E’ un segnale forte anche per il laicato cattolico che deve recitare un ruolo da protagonista senza spinte di cardinali e vescovi. La Toscana è una regione di grande accoglienza e quindi riserverà al Papa gli onori che merita. Siamo tutti consapevoli tuttavia che Francesco verrà non a fare il turista ma per richiamarci alle nostre responsabilità”.
Ornaghi si è riferito a un grandissimo fiorentino: Giorgio La Pira, il sindaco santo “E’ stato un grande uomo - ha detto - ed aveva ben presente che una comunità è tale se composta di concittadini, ovvero persone legate tra loro da rapporti di reciprocità.
E’ importante per ognuno di noi pensare che la città abbia in sé un bene comune che riguarda tutti coloro che la abitano, il bene comune non è altro che un fattore dinamico che corrisponde all’interesse di quelli che vivono il presente in funzione anche di coloro che vivranno il futuro”.
Da Ornaghi poi un invito all’ottimismo basato sull’esortazione all’agire per cambiare lo status quo. “Siamo tutti convinti che le cose stiano andando sempre peggio - ha spiegato - ma si deve invertire questa tendenza alla rassegnazione a un pessimismo sempre più accentuato. E’ sufficiente prendere consapevolezza che ciò che viviamo è il frutto delle nostre azioni e che quindi possiamo cambiarle con le nostre azioni. Dobbiamo impegnarci per modificare la realtà che viviamo che non è altro che il risultato delle nostre azioni”.
Infine una nota di ottimismo. “Le città italiane, anche se non possiamo generalizzare - ha concluso Ornaghi -, stanno bene. Diverse città italiane proprio nella consapevolezza di questa importanza dell’abitare stanno dando segni di risveglio”.

Giacomo Guerrini
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