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  RICOSTRUIRE LA RAPPRESENTANZA, RIAPRIRE LA VIA DELLO SVILUPPO

Data di pubblicazione: Domenica, 26 Aprile 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.71 Aprile / Maggio 2015 :: RICOSTRUIRE LA RAPPRESENTANZA, RIAPRIRE LA VIA DELLO SVILUPPO

Pubblichiamo integralmente il documento approvato dalla Presidenza nazionale MCL, nella riunione del 28 aprile u.s., in vista delle elezioni amministrative e regionali del prossimo 31 maggio.

Premessa

La rilevanza politica delle elezioni amministrative del 31 Maggio 2015 risulta già evidente per la vastità della consultazione che interessa 17 milioni di italiani chiamati a rinnovare il “governo” in 7 Regioni - Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia - e in 1013 Comuni.
Il rilievo diventa eccezionale per il fatto che sarà il primo banco di prova della riforma dell’ordinamento degli Enti Locali che ha prodotto una semplificazione delle strutture politiche, ha modificato le rappresentanze provinciali con designazioni di secondo grado e con l’istituzione di dieci nuovi enti territoriali di vasta area - le “Città Metropolitane” - che coincideranno con quelli delle province omonime: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.
I risultati elettorali potranno determinare conseguenze che influenzeranno il quadro politico complessivo, ma, soprattutto, si potrà registrare una verifica di quella linea riformista del governo che si caratterizza nella limitazione della scelta dei cittadini delle proprie rappresentanze politiche sia nella proposta del nuovo Senato, sia per il metodo di elezioni della Camera.
Queste elezioni si svolgono in una condizione di crisi che appare lontana dall’essere risolta e che continua a caratterizzarsi per le difficoltà economiche delle famiglie e delle imprese, per i tagli dello Stato e degli Enti Locali nell’erogazione dei servizi, per l’indignazione verso la corruzione della classe politica.
E’ tempo che il Governo, le Istituzioni democratiche e le forze politiche, superando tutte le remore e gli interessi particolari, rimuovano le cause del grave disagio di coloro che si trovano in stato di bisogno e chiedono lavoro, sicurezza, giustizia, servizi sociali e possibilità concrete di sviluppo economico e sociale.
Si tratta, quindi, di elezioni negli Enti locali, ma che rappresentano una verifica di importanza politica generale ed un valore di carattere costituente, per i quali il MCL è chiamato a indicare le condizioni per una ricostruzione della rappresentanza e per la riapertura di una via per lo sviluppo.

La Nazione Italiana

L’Italia è il Paese del pluralismo e delle diversità. La sua grande tradizione cattolica ha reso ricco il suo tessuto storico, culturale e della stessa creatività d’impresa. Ideali e interessi, diritto e arte si sono amalgamati ed hanno prodotto una nazione speciale.
Il luogo di questa caratteristica identitaria è la Civitas, la Città. Il Comune è lo spazio nel quale storicamente si è costruito il pluralismo di arti e mestieri, si è dispiegata l’autorità popolare anche attraverso il crescere dei corpi intermedi, che ha dato vita agli stati regionali e che hanno realizzato l’unificazione storica dell’Italia.
Su questo immenso retaggio si fonda il suo essere comunità spirituale, un insieme di sistemi a ridosso del territorio, di istituti di solidarietà, caratterizzati anche in senso cattolico, che dal nucleo familiare giunge ad una rete di piccole e medie imprese capaci di competere per qualità sul piano internazionale.

La crisi della rappresentanza

La evoluzione più recente a livello mondiale ha posto un limes nuovo, fondato sulla globalizzazione che comporta il sovrapporsi della finanza sull’economia reale, della grande impresa multinazionale sulla manifattura, l’esasperazione della molla consumistica con prodotti privi di qualità. La conseguente prevalenza dell’economia sulla politica sta determinando la cancellazione dell’interesse generale e la crescita delle diseguaglianze, la falcidia dei corpi intermedi e della partecipazione democratica, considerati come elementi ostativi ad uno sviluppo fondato sulla sola dimensione economicistica.
Sul piano politico e sociale si registra una profonda crisi della rappresentanza che toglie libertà e futuro, mentre emerge la necessità della sua ricostruzione a partire proprio dal nucleo storico e di valori sul quale si è espressa la modernizzazione dell’Italia e la vivacità delle realtà territoriali.
Sul futuro del Comune in Italia si gioca la grande partita della democrazia partecipativa, della tutela della sua identità, fatta di valori e di interessi, della libertà di impresa e della ricchezza del pluralismo culturale e sociale.
L’istituzione delle Regioni è stata una decisiva scelta di crescita della democrazia italiana. Tuttavia il Titolo V, invece di costruire una cornice istituzionale che valorizzasse le vocazioni territoriali, ha contribuito ad un centralismo regionale non privo di sovrapposizioni con l’amministrazione centrale che ha prodotto l’espansione del ruolo amministrativo e reso scarsamente efficace quello di programmazione, mentre l’attività legislativa non ha saputo creare quel rapporto tra poteri e responsabilità necessario per l’avvio di un corretto federalismo. Il regionalismo deve tornare a interpretare i valori e le finalità sulle quali venne pensato dalla cultura politica popolare.
La coincidenza di queste elezioni, che avvengono in un modesto orizzonte riformatore e senza che si sia posto mano alla revisione del Titolo V, richiede una riflessione complessiva sul ruolo e sulla forza determinante delle politiche degli Enti locali a partire dalla loro centralità nel sistema rappresentativo per la ricostruzione del rapporto tra cittadino e istituzioni.

Ritornare al senso civico

La risposta attuale dei Partiti è insufficiente ad incidere sulla dimensione profonda di questo impegno “ricostruttore”. Per la crisi di partecipazione che li attraversa essi non sono in grado di far emergere quella radice nuova, necessaria per un ritorno alla democrazia piena. La cruda dimostrazione viene offerta dal dilagante astensionismo alle ultime tornate elettorali. Occorre richiamare in campo il Paese vitale, rivitalizzare il suo pluralismo economico e sociale, amplificare lo spazio della persona, della famiglia, dei suoi corpi intermedi senza i quali non esiste partecipazione e alimentare la linfa della sua “cultura civica”, un patrimonio che ha attraversato la storia e che ha illuminato il cammino per uscire dai suoi momenti bui.
Le liste civiche nei Comuni rappresentano oggi il possibile strumento per chi intenda porre al centro della polis il bene comune e l’interesse generale, una dimensione vivibile per la famiglia e l’impresa, la crescita delle opportunità, la solidarietà e il recupero delle emarginazioni, la sostenibilità dello sviluppo, una dimensione della quotidianità fondata sulla sicurezza e la qualità di vita nei quartieri. Condizioni indispensabili per far ripartire le energie per lo sviluppo.
Il cittadino, la famiglia, la piccola impresa, i corpi intermedi hanno nel Comune il primo punto di riferimento e la prima autorità istituzionale, che ne disciplina i passi vitali: dalle autorizzazioni alla loro tutela, in sostanza dalla nascita alla crescita della loro vita di relazione. Nei Comuni si esprime pienamente quella funzione di servizio della politica che rappresenta da sempre la caratteristica anti ideologica della democrazia ispirata dal cristianesimo. E’ da qui che la ragione politica può aiutare l’Italia a ripercorrere la strada dello sviluppo.
Un programma per lo sviluppo AUTONOMIA. Occorre ritornare al riconoscimento della natura essenziale degli Enti locali, cioè la loro autonomia anche ordinamentale che ha subito limitazioni e invasioni di campo da anni di legislazione nazionale.

SUSSIDIARIETA’.

E’ essenziale, al fine di snellire le procedure decisionali attivando anche una seria responsabilizzazione, definire una volta per tutte le competenze secondo il criterio di sussidiarietà tra Comuni, Città Metropolitane e Regioni, inserendole nella riforma del Titolo V. Agli organismi regionali va affidato senza debordare il compito di programmazione e legislazione, alle Città Metropolitane l’organizzazione di “area vasta” per razionalizzare la gestione delle politiche territoriali e dei servizi, ai Comuni il governo delle comunità locali. Va bandita l’idea che gli Enti locali siano articolazioni periferiche dell’amministrazione centrale, ma bensì le soglie primarie dell’ordinamento civile dove si attua la partecipazione dei cittadini in tutte le articolazioni.

NUOVO REGIONALISMO.

Le Regioni, dopo il tempo della spesa facile e dei finanziamenti a pioggia, con la rimozione delle “materie concorrenti”, devono intervenire con adeguati piani di settore sui quali costruire la razionalizzazione delle risorse.
Sanità, Servizi sociali, Urbanistica, Trasporto pubblico, Edilizia pubblica, Formazione, Ambiente richiedono una politica per progetti costruita con la partecipazione dei cittadini per un nuovo, necessario rapporto con le istituzioni.

RISORSE E SVILUPPO.

Gli Enti locali, ed i Comuni in particolare, hanno contribuito al risanamento economico dell’Italia che è stato pagato con una netta riduzione delle risorse correnti per gli effetti del patto di stabilità interno che ha penalizzato le comunità più virtuose. Occorre modificare questa condizione riaffermando l’autonomia finanziaria dei Comuni, riattivare il ciclo degli investimenti per opere, spesso, immediatamente cantierabili. C’è bisogno di rilanciare il rapporto tra risorse pubbliche e risorse private secondo sistemi di compartecipazione.
Per tale finalità occorre una diversa fiscalità che favorisca ed incentivi il sistema produttivo locale che, soprattutto attraverso le piccole e medie imprese, costituisce il primo volano per lo sviluppo e l’occupazione.

EMERGENZE.

Sugli Enti locali vanno a gravare le principali emergenze che la crisi economica e i conflitti internazionali stanno determinando. La gestione degli immigrati e dei richiedenti asilo politico non può avvenire in modo inconsapevole ed indifferente, lasciando soli i Comuni nella responsabilità di organizzare le strutture e l’accoglienza. E’ il tempo di un piano complessivo elaborato in ambito della Conferenza Stato Enti locali che, sulla base dei dati degli organismi internazionali, sia in grado di quantificare quote e relative risorse e specifiche modalità di intervento con procedure di urgenza, per la realizzazione e l’attività delle strutture di accoglienza, eliminando drasticamente ogni forma di speculazione o mala gestione. La crisi economica facendo crescere nuove povertà, erodendo i redditi delle categorie più esposte e ampliando la disoccupazione ha fatto lievitare le richieste dei servizi per le famiglie (asili nido - strutture per anziani - ecc.), mentre le difficoltà di bilancio hanno spinto i Comuni a elevare le relative tariffe. Si deve intervenire con immediatezza per una drastica riduzione degli oneri a carico delle famiglie, correggendo gli interventi di esenzione fiscale o i bonus che il governo ha varato senza un principio selettivo di priorità e perequazione. Occorre destinare adeguate risorse per la realizzazione di abitazioni di edilizia economica e popolare essendosi ampliata la domanda.

SICUREZZA.

La vita di relazione nelle grandi città, e non solo in esse, è oggi esposta a una ondata di nuove insicurezze. L’ampliarsi dell’instabilità sociale, la preoccupazione di possibili azioni terroristiche, il senso di precarietà che avvolge sempre più ampi strati di popolazione vanno arginati con interventi di coordinamento degli enti preposti e di rafforzamento di tecniche di prevenzione e di controllo. Al centro della elaborazione delle amministrazioni locali vanno posti strumenti idonei a predisporre piani di sicurezza, resi operativi assegnando adeguate risorse e poteri ai sindaci.

TUTELA DELLE COMUNITA’ MINORI (PICCOLI PAESI).

Le comunità minori sono il prodotto della identità italiana.
E’ insensato ritenere di arrivare alla loro eliminazione per via burocratica imponendo parametri minimi di sopravvivenza.
Già il patto di stabilità ne ha reso difficile la gestione del bilancio; al contrario, va riconosciuta la loro specificità adottando criteri di maggiore flessibilità. Si devono favorire più efficaci processi aggregativi che incentivino le Unioni di Comuni, che ne preservino la individuabilità e promuovano l’erogazione di servizi caratterizzati da maggiore efficienza ed economicità. Intorno a queste realtà vivono importanti testimonianze civili ed artistiche, insieme all’offerta di specifiche qualità di produzioni e di valide realtà imprenditoriali ed artigiane.

Il Movimento Cristiano Lavoratori

quale associazione che opera per la promozione sociale delle persone e che ha nella Dottrina sociale della Chiesa la sua fonte d’ispirazione e nella sua articolata presenza nel territorio la sua forza, intende contribuire alla necessaria e complessa opera di risanamento sociale e civile del Paese e, pertanto, nella circostanza delle elezioni locali di maggio, si impegna a mobilitare tutta la propria struttura per ricostituire il “senso civico” nella popolazione al fine di favorire una più attiva partecipazione alla “cosa” pubblica.
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