NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.71 Aprile / Maggio 2015

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 71 (2034 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  La carta di Milano strumento culturale di sviluppo e democrazia

Data di pubblicazione: Martedì, 12 Maggio 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.71 Aprile / Maggio 2015 :: La carta di Milano strumento culturale di sviluppo e democrazia

Un doveroso punto d’approdo di un percorso internazionale sulla sicurezza alimentare

La Carta di Milano, sull’alimentazione e la nutrizione, in vista dell’apertura di EXPO 2015, a mio parere rappresenta un felice e doveroso punto d’approdo di un percorso internazionale, sulla sicurezza alimentare, iniziato con il primo Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare della FAO nel 1996.
Da allora, tra momenti di riflusso e fasi di mobilitazione internazionale e nazionali, si è fatta un po’ di strada, perlomeno nella consapevolezza di parte dell’opinione pubblica e nel confronto dentro la società civile internazionale. Sicuramente un punto di svolta è stato rappresentato dalla crisi alimentare del 2007/2008, che fece tornare la questione della sicurezza alimentare ai primi posti dell’agenda politica internazionale.
Tralasciando il confronto fra il tipo di risposte che i governi e i leaders politici misero sul tappeto, noi riteniamo che grandi passi in avanti sono stati fatti con la riforma del Committee on World Food Security (CFS) della FAO, nel 2009.
Non a caso, in quel contesto, si è sempre più messo a fuoco il ruolo dell’agricoltura familiare nella lotta alla fame e al sottosviluppo, per un’agricoltura sostenibile, per un’agricoltura che, con la sua iniziativa dal basso, valorizza la libertà e la responsabilità umana nella costruzione dell’“unica famiglia umana”, nella conservazione e tutela del dono della Terra.
Ricordiamo l’importanza del documento “Investing in smallholder agriculture for food security” del giugno 2013, realizzato dal Gruppo di Esperti ad Alto Livello che lavorava per il Comitato della Sicurezza Alimentare presso le Nazioni Unite; così come ricordiamo tutte le iniziative e i dibatti in occasione dell’“Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare”, celebrato nel 2014. Temevano che questo patrimonio di riflessioni, di impegno e di conoscenze venisse disperso, quando la, a dir poco, felice intuizione di un Expo su queste tematiche, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, a Milano nel 2015, ci ha persuasi che questi problemi, per fortuna, non sono più derogabili. In questa luce, il percorso per la realizzazione della “Carta di Milano” ci è sembrato un’occasione unica per allargare, condividere e rendere più cogente, per le responsabilità dei decisori pubblici e di tutti noi, le indicazioni sulla sicurezza alimentare, la lotta alla fame e alla malnutrizione, lo sviluppo sostenibile. Condividiamo la sottolineatura dei tre paradossi del nostro tempo, da cui parte il testo: spreco di alimenti, agricoltura sostenibile, coesistenza tra fame e obesità, come l’apertura e la collaborazione sugli impegni senza disconoscere le contraddizioni del problema. Si tratta ora di proseguire con una forte azione culturale affinché, spenti fra sei mesi i riflettori sulla manifestazione, non si spengano sui problemi che hanno invece bisogno del contributo di tutti.
è oramai evidente, infatti, in tutto il mondo, che ci sono espressioni “contadine” sempre più promettenti. Tuttavia, la sola presenza dei contadini non basta ad innescare percorsi rivoluzionari degli schemi attuali, ma sono necessari cambiamenti multilivello che toccano le sfere delle istituzioni private e pubbliche, orientandole verso un nuovo quadro coerente e sinergico di intenti. Cambiamenti che in alcuni casi si manifestano come nuovi assetti istituzionali che rafforzano l’azione contadina e ne facilitano lo sviluppo e la diffusione all’interno di nuove reti rurali in cui sono definiti regole, ruoli, responsabilità e obiettivi condivisi.
La politica e i relativi strumenti di programmazione devono oggi tener conto di questo e della necessità di facilitare l’innesco di tali cambiamenti e la nascita di nuove entità locali che sappiano giocare un ruolo forte di mediazione e difesa degli interessi locali nella partita della globalizzazione.
In tal senso, allora, l’azione più ovvia mi pare che sia quella di chiedere che la società civile possa partecipare attivamente a questo percorso, nello stile indicato da Papa Francesco, cioè quello di iniziare processi di cambiamento, privilegiando azioni che generino nuovi dinamismi nella società e coinvolgano altre persone e gruppi che le portino avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici (cfr. Evangelii Gaudium n. 222).

Vincenzo Conso
 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali