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  Giovani MCL fra crisi e voglia di reagire

Data di pubblicazione: Giovedì, 30 Aprile 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.71 Aprile / Maggio 2015 :: Giovani MCL fra crisi e voglia di reagire

La speranza è nel fare

Oggi più che mai i giovani sono chiamati a essere i protagonisti in uno scenario futuro che si presenta assai problematico. Essere protagonisti significa scrivere le pagine del futuro con una buona dose di coraggio per affrontare l’incertezza, il rischio, l’improbabile, il fallimento. Ma perché essere giovani oggi è così difficile? La giovinezza è uno dei periodi più belli della vita, è il tempo a cui ogni uomo e ogni donna volgono volentieri lo sguardo, con la nostalgia negli occhi per quegli anni ormai lontani, eppure così vivi di ricordi felici. Essere giovani significa essere sognatori: non c’è gioventù senza illusioni.
Molti scrittori e poeti, di ieri e di oggi, si sono occupati di questo tema. è difficile trovare qualcuno che abbia disprezzato la giovinezza; anche il poeta pessimista per eccellenza, Leopardi, considera la giovinezza l’età dei sogni, delle illusioni, delle speranze, la “primavera” della nostra vita.
Il vero problema è che ci sono oggi molti giovani che non riescono più a sognare e si fa fatica a immaginare un progetto di vita. Prima il sogno nel cassetto era qualcosa di prezioso, di intoccabile, un obiettivo da raggiungere ad ogni costo. La situazione attuale non aiuta, spaventa i giovani che non riescono a vedere davanti a sé un futuro chiaro e promettente, ma un mare nebbioso pieno di insidie.
Siamo di fronte ad una generazione di crisi, poco sognatrice e senza lavoro. La vittima per eccellenza della crisi economica in Italia ha tra i 20 e i 30 anni, una laurea o forse anche qualche titolo in più, una forte voglia di emergere e un lavoro (quando ce l’ha) per niente soddisfacente. Di solito le possibilità che ha sono due: restare in Italia, con il rischio di perdersi per strada, o andare via. Chi resta posticipa il sogno di fare il lavoro che piace e ogni altro progetto di vita nella speranza che qualcosa prima o poi cambierà, senza però rassegnarsi del tutto.

Guardiamo ai numeri

Gli ultimi dati Istat dicono che ad agosto 2014 la disoccupazione giovanile, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, era al 44,2%. Da questa percentuale sono esclusi gli inattivi, quelli che non sono occupati e non cercano lavoro, perché magari stanno ancora studiando: in Italia in questa fascia d’età vi sono 4 milioni e 372mila giovani. Negli ultimi sei anni tra i giovani under 30 si sono persi oltre un milione di posti di lavoro. Non solo il calo della domanda di lavoro ha ridotto la possibilità di ingresso nel mercato per chi è alla ricerca del primo impiego, ma i giovani sono anche quelli che perdono più facilmente il lavoro sia per la scadenza dei contratti a termine sia perché la prospettiva di trasformazione di questi rapporti di lavoro in contratti a tempo indeterminato si è ridotta drasticamente. Dall’inizio della crisi, nel 2008, il tasso di disoccupazione giovanile è raddoppiato.
Il 53% di chi cerca lavoro lo fa ormai da almeno 12 mesi.
Il MCL da sempre, pone al centro del suo dibattito i giovani ed il lavoro in una logica nuova, andando oltre lo stereotipo di una società che non accoglie i giovani, stimolando la comunità ecclesiale, le categorie economiche, il mondo del credito e della finanza, i soggetti della rappresentanza datoriale e dei lavoratori, il mondo della scuola, le istituzioni e, in generale, la società civile ad aprirsi alla risorsa dei giovani perché vera scommessa vincente per un Paese che vuole avere un futuro.
Il MCL è per e con i giovani. Noi giovani del MCL abbiamo fiducia e non molliamo. Non siamo spettatori passivi ma protagonisti del nostro futuro.
E, come diceva Goethe ricordiamo: “C’è una verità elementare la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la Provvidenza si muove.
Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala.
L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incominciala adesso”.

Maria Pangaro
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