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Stai sfogliando il n.37 Settembre / Ottobre 2009
SPECIALE CONGRESSO NAZIONALE MCL
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Data di pubblicazione: Venerdì, 9 Ottobre 2009
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Primato del lavoro, partecipazione, responsabilità.
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In preparazione al Congresso è stato predisposto un Documento per il dibattito congressuale di cui pubblichiamo alcuni stralci. Il testo completo è consultabile in allegato Questi quattro anni sono stati contraddistinti da una grave “questione sociale”: infatti possiamo inquadrare esattamente così la “questione antropologica” che si è prepotentemente posta alla ribalta in questi tempi. “La nuova questione antropologica, frutto delle inaudite possibilità tecniche di manipolazione dell’uomo, ormai emerge a tal punto da non essere più separabile dalla questione sociale e viceversa. Recuperare la piena verità sull’uomo, sul suo posto nel cosmo e nella storia, sulla sua natura metafisica e la sua stessa identità antropologica, è la via assolutamente necessaria per impostare in modo adeguato l’intera questione sociale”: queste le riflessioni della Chiesa italiana in preparazione alle Settimane sociali di Pisa/Pistoia che, con il convegno di Verona, hanno contribuito ad indirizzare la riflessione e le linee di azione del Movimento in questi ultimi anni. Ed è proprio in forza di queste valutazioni che MCL non ha considerato estraneo al proprio campo di azione l’impegno per la vita e per la famiglia su cui ha speso molte delle proprie energie sia a livello centrale che nelle diverse articolazioni locali. Non abbiamo avuto dubbi o tentennamenti nel ritenere “nostro” tale compito, sia come Movimento nel suo complesso che come singoli associati. Ci confortano e ci chiamano ad ulteriore impegno e responsabilità in questa scelta fondativa, determinante e qualificante per il Movimento, le limpide espressioni del Papa nella Caritas in Veritate indica i “forti legami esistenti tra etica della vita ed etica sociale”. Far partire la nostra azione dalla difesa e proposta per tutti dei valori “indisponibili” non significa essere clericali o integralisti, ma giocarci fino in fondo la nostra dimensione laicale, prendendoci in carico le responsabilità del mondo senza neutralismi etici, evitando di confinare nel privato la dimensione religiosa o mettendo da parte le radici cristiane come sorgenti di cultura e di civiltà.
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