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  A Roma l’assemblea degli Amministratori Locali MCL

Data di pubblicazione: Lunedì, 12 Gennaio 2009

TRAGUARDI SOCIALI / n.33 Novembre / Dicembre 2008 :: A Roma l’assemblea degli Amministratori Locali MCL

Valori e riforme al centro del mondo cattolico

A Roma l’assemblea degli Amministratori Locali MCL
Valori e riforme al centro del mondo cattolico


I cattolici guardino con attenzione al federalismo fiscale, ma soprattutto si organizzino meglio e collaborino fra loro per recuperare l’identità, la vita, la cultura popolare cristiana delle comunità locali, messi in pericolo dalla deriva della politica senza ideali, e dalla cultura dominante e relativista.
Questo il messaggio della due giorni promossa a Roma dalla Fondazione Italiana Europa Popolare e dal Movimento Cristiano Lavoratori, che si è tenuta venerdì 28 e sabato 29 Novembre a Roma, cui hanno partecipato oltre 300 amministratori locali appartenenti a partiti diversi, ma uniti dalla comune
ispirazione cristiana.
Non il solito convegno per parlare di politica, o delineare alleanze di partito. Ma una riflessione a tutto campo sul ruolo che le comunità locali e le loro
rappresentanze esprimono oggi nel contesto politico e sociale. Lo ha sottolineato nel corso dei lavori il Presidente del MCL e della Fondazione Italiana Europa Popolare, Carlo Costalli (Ndr: per l’intervento del presidente Costalli rimandiamo all’editoriale pubblicato nelle prime pagine di questo
numero di Traguardi Sociali).
Due giorni intensi di dialogo su riforme e valori, scanditi dagli interventi dei molti amministratori locali che hanno animato le tavole rotonde tematiche: fra questi, solo per citarne alcuni, i sindaci: di Alessandria, Piercarlo Fabbio,
di Viareggio, Luca Lunardini, di Ponzano Romano, Enzo De Santis. Gli assessori: Marco Belluardo (Catania), Marco Boleo (Avezzano); i consiglieri comunali: Dino Gasperini (Comune di Roma) e Stefano Palomba (Comune di Napoli).
Infine, i consiglieri regionali Raffaele Baldassarre
(Puglia), Margherita Peroni (Lombardia), e Fortunato Romano (Sicilia). Tutti insieme, al di là delle connotazioni politiche - coordinati da Guglielmo Borri, responsabile dell’Ufficio enti locali MCL e consigliere comunale di Arezzo - per un dibattito significativamente intitolato:
“Verso la riforma dello Stato: gli amministratori locali per la riaffermazione dei valori e la difesa dell’identità popolare”.
“Il Governo varerà la riforma della spesa pubblica, riarticolandola e modificandola per migliorarne quantità e qualità, con un ddl collegato alla finanziaria”, ha detto il Ministro per le Regioni, Raffaele Fitto, intervenuto in apertura dei lavori. Fitto ha precisato che il testo è quasi pronto ed è frutto di un lungo confronto con gli amministratori locali. Il provvedimento servirà, ha spiegato il Ministro, anche a introdurre con forza il principio della responsabilità nei meccanismi di spesa: “L’onore della spesa deve essere collegato all’onere della tassazione e, dunque, della responsabilizzazione”. Secondo Fitto, inoltre, la riforma in cantiere ha anche l’obiettivo di “ridisegnare un sistema di perequazione verticale all’insegna della solidarietà e dell’equilibrio, per garantire le Regioni deboli; creare uniformità di prestazioni nelle varie Regioni del Paese e, ultimo ma non ultimo, passare dalla spesa storica a costi standard per evitare, ad esempio, che una stessa prestazione abbia costi diversi nei vari luoghi del Paese”.
Anche il Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, si è detto convinto sostenitore della svolta federalista: “che poi tale non è - ha precisato - in quanto di una vera e propria scelta federalista si sarebbe potuto parlare nel 1860. Oggi in realtà stiamo assistendo a una ‘devoluzione di poteri’ dal centro alle Regioni, una devoluzione che potrà funzionare a patto che non si risolva unicamente in un trasferimento di spese, ma che si vada avanti fino in fondo, trasferendo sempre più poteri alle autonomie locali”.
“Se la devoluzione sarà portata fino al livello comunale, allora sì che il controllo diretto dei cittadini sull’operato degli amministratori determinerà un reale miglioramento dell’efficienza nei servizi e, insieme, una diminuzione dei costi”. Per Lombardo, quindi “federalismo e sussidiarietà sono le chiavi che porteranno a rivoluzionare la classe degli amministratori locali: questi dovranno essere, per forza di cose, competenti e moralmente rigorosi”.
Dunque disco verde alla riforma federalista, ma con un occhio attento ai valori: lo ha precisato il vicepresidente del MCL, Antonio Di Matteo, sottolinendo che “ le amministrazioni locali rappresentano le comunità in cui concretamente le persone nascono, vivono, operano; sono la prima frontiera per la ricerca di soluzioni di sviluppo sostenibile, capaci di coniugare il progresso tecnologico e scientifico con il rispetto dei valori essenziali e perenni della vita, della famiglia, della persona, della libertà, della solidarietà e dell’ambiente. E’ in queste amministrazioni locali che avviene il primo momento di confronto e di scontro con la cultura del relativismo etico e con le sue pretese, che considerano i valori essenziali una variabile dipendente da cui prescindere e, comunque, da superare”.
Per il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, “La riforma federale è la vera rivoluzione italiana, il vero cambiamento. L’opportunità di legare lo sviluppo,
anche economico, al territorio, è la vera risposta alla crisi mondiale, un modo per dare nuovo ruolo alle autonomie locali, valorizzando il genio italiano che da sempre ha espresso le sue migliori potenzialità nella cultura dei cento campanili”.
Per Alemanno le riforme federaliste “sono tuttavia portatrici di un equivoco e di un’insufficienza: il primo riguarda il timore che il federalismo implichi divisioni, distruzione dell’unità nazionale; la seconda si riferisce invece al principio di sussidiarietà. In realtà - ha spiegato il Sindaco di Roma - non si tratta di distruggere l’unità nazionale, né di indebolirla ma, al contrario, di ricostruirla e potenziarla partendo dal basso. E’ necessario inoltre rifiutare la logica della mancanza di solidarietà fra territori come pure quella di un egualitarismo che soffoca e appiattisce, per dare spazio invece alla centralità delle culture locali: in un certo senso è un cambiamento che ricalca il passaggio dal comunismo alla cultura della dottrina sociale della Chiesa, alla valorizzazione della centralità delle persone”.
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