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  Gli Usa scelgono Presidente Barack Obama, un nero alla Casa Bianca

Data di pubblicazione: Lunedì, 12 Gennaio 2009

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TRAGUARDI SOCIALI / n.33 Novembre / Dicembre 2008 :: Gli Usa scelgono Presidente Barack Obama, un nero alla Casa Bianca

Gli Usa scelgono Presidente Barack Obama, un nero alla Casa Bianca

Gli Usa scelgono Presidente Barack Obama, un nero alla Casa Bianca


Michele Giusti

L’America ha scelto Barack Obama. Sara’ lui, da fine gennaio, a guidare la più potente nazione del mondo. Per l’America non è stata la solita campagna elettorale, con democratici e repubblicani a contendersi lo scettro del primato. Queste elezioni hanno cambiato gli equilibri culturali dell’America e sconvolto quelli del mondo, perché hanno portato un nero alla Casa Bianca.
Impensabile fino a pochi anni fa. Non a caso le prime parole del presidente eletto sono state “io sono la prova che nulla in questo Paese è impossibile”.
Insomma, ritorna il sogno americano.
E dire che fin dall’inizio delle primarie si disse che il colore della pelle poteva essere un handicap per il senatore dell’Illinois, lo è diventato invece per l’avversario McCain. Non solo i programmi e le proposte di futuro governo, non solo le visioni del mondo, ma soprattutto il colore della pelle di Barack
Obama ha finito per imporsi sulle decisioni degli americani che, con una storia nazionale segnata da molte ombre sul fronte del razzismo, hanno
deciso di cogliere l’occasione per scrivere una pagina nuova, superando stupidi tabù e inutili steccati.
Nulla sarà più come prima per gli americani. Beninteso, ridurre la vittoria di Obama al solo fattore pelle sarebbe miope. Obama ha molte qualità, parla bene, si muove con l’assistenza di uno staff di prim’ordine, ha tutti i titoli per primeggiare, sicuramente interpreta il nuovo che avanza.
D’altra parte, si è trovato di fronte un avversario vecchio e stanco, un guerriero quasi a riposo, eroe del Vietnam, certo, ma ormai superato dal tempo.
Il Vietnam appartiene alla storia, ma la ferita aperta oggi si chiama Iraq.
Poi c’è dell’altro, Obama ha schierato internet dalla sua, ha combattuto la battaglia del voto suggerendo agli americani di andare verso il nuovo, di
rivolgere lo sguardo al futuro, invece di ripiegarsi sul passato. McCain invece è rimasto al passato, avessero votato solo gli anziani avrebbe stravinto.
Ma l’America è un popolo giovane, che non ha paura del suo futuro, nemmeno se a guidarlo è un nero.
Ora, a elezioni finite, sul tappeto restano i sogni, ma soprattutto i problemi reali, cioè il mondo finanziario a pezzi e l’economia sottosopra. Non è più il tempo degli slogan, ma delle scelte. La prima, sembra essere la nazionalizzazione dei colossi mondiali dell’auto ormai a un passo dalla bancarotta (GM, Chrisler, Ford). Una scelta in assoluta controtendenza
con l’intera storia degli Usa. Altre scelte dovranno venire in campo monetario e della difesa dal terrorismo, sulla crisi in Iraq e in Afghanistan, sul dialogo con l’Europa. L’era di Obama è cominciata.
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