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  Bosnia Erzegovina: in cammino verso l’Europa

Data di pubblicazione: Lunedì, 5 Gennaio 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.68 Ottobre / Novembre 2015 :: Bosnia Erzegovina: in cammino verso l’Europa

Intervista al Prof. Franjo Topic

Non ci siamo lasciati sfuggire la ghiotta occasione di poter intervistare il prof. Franjo Topic, a margine dei lavori della Conferenza Internazionale Paneuropea che si è svolta a Sarajevo dal 24 al 26 ottobre scorsi, dal tema attualissimo: “Bosnia-Erzegovina al bivio – Nuovo approccio per le integrazioni euro-atlantiche”.
Eravamo molto curiosi di conoscere il suo pensiero sull’attuale condizione sociale, politica ed economica della Bosnia-Erzegovina. Abbiamo preso come pretesto i risultati delle ultime elezioni generali. Ne è nata una lunga chiacchierata, di seguito sintetizzata, favorita fors’anche dal fatto che l’intervistato e l’intervistatore si conoscessero da tempo.
Dovevano essere le elezioni della svolta ma, visti i risultati, invece di andare avanti si è tornati indietro agli anni ‘90 del secolo scorso. L’obiettivo strategico della politica bosniaca, almeno a parole, è quello dell’integrazione nelle strutture europee ed euro-atlantiche.
Viene altresì avvertita, dall’intero arco istituzionale del Paese, la necessità di riforme costituzionali che semplifichino la complessa struttura amministrativa del Paese, ereditata dagli Accordi di Dayton del 1995, seppur con sfumature e sensibilità diverse a seconda dei partiti e del gruppo etnico di riferimento.

Ho ragione? E se ne ho: cosa bisognerebbe fare, secondo lei, per far sì che questo processo vada avanti e non si interrompa?

Lei ha ben sintetizzato la situazione attuale. Certo che ha ragione. Quando arriva una crisi si tende a guardare al passato e ci si arrocca su posizioni nazionalistiche.
La crisi per me deve contribuire, invece, ad accelerare i processi di riforma che altrimenti sarebbero più lenti e che sono di estrema necessità. Riguardo al modello di Dayton esso ha esaurito i suoi effetti. Aggrava la crisi, accentua le differenze e previene il riconoscimento di valori condivisi. Si rende necessario quindi il cambiamento della Costituzione adottando il patrimonio democratico e legislativo europeo. Uno degli obiettivi delle riforme dovrebbe essere quello di ridurre l’enorme apparato politico ed amministrativo che soffoca lo sviluppo dell’economia e della prosperità del Paese. Queste riforme richiedono ovviamente una riorganizzazione del Paese per fare della Bosnia Erzegovina uno Stato autosufficiente ed una società politicamente stabile e questa stabilità è un requisito fondamentale per gli investimenti dei residenti e degli stranieri che sono strettamente necessari per contribuire a tale processo.

Cosa bisognerebbe fare secondo lei per dare stabilità al Paese?

Andrebbe adottato un modello amministrativo federale perché in questo modo sarebbero salvaguardate le singole etnie ma nel contempo ci sarebbe una voce unica che l’Europa richiede. La Svizzera dovrebbe essere il modello da seguire. Bisognerebbe fare della Bosnia Erzegovina dieci cantoni: tre serbi, tre mussulmani, tre croati e la città di Sarajevo come distretto. Perché oggi abbiamo la Bosnia e l’Erzegovina che sono due Stati indipendenti che non hanno politica estera e questo impedisce loro di relazionarsi a livello internazionale e comporta tutti i problemi che è facile immaginare.

Cercando di interpretare quello che ha detto, mi par di capire che secondo lei la Bosnia - Erzegovina deve puntare ad entrare in Europa.

Almeno per ora come prospettiva. Per cinque anni la Commissione ha detto che non ci saranno allargamenti.
Si potrebbe fare un’eccezione. Ma se questo non fosse possibile il primo passo potrebbe essere quello di entrare alla Nato. La prima cosa che va salvaguardata è la pace. Riforme interne politiche, economiche ed amministrative avendo come riferimento il modello europeo.
Cercando di avere le carte in regola per poter ambire un giorno ad entrare nell’Unione Europea.

è importante il ruolo della società civile in questo processo?

Il ruolo della società civile è di grande importanza nello sviluppo di ogni nazione e società figuriamoci per la Bosnia Erzegovina. Le organizzazioni della società civile, lavorando per promuovere l’integrazione europea, dovrebbero cooperare strettamente con le istituzioni governative e queste ultime dovrebbero tener conto del contributo delle organizzazioni non governative.

Marco Boleo
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