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  Dal seme al cibo

Data di pubblicazione: Martedì, 20 Gennaio 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.68 Ottobre / Novembre 2015 :: Dal seme al cibo

Una panoramica sui progetti
di iniziativa Cefa-MCL

Mentre celebriamo la beatificazione di Paolo VI, ricordiamo e cogliamo la straordinaria attualità della Populorum progressio che trova eco recente nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco, il quale scrive: “Desideriamo assumere, ogni giorno, le gioie e le speranze, le angosce e le tristezze dei popoli (…), specialmente (…) senza terra, senza tetto, senza pane, senza salute, violati nei loro diritti.
Vedendo le loro miserie, ascoltando le loro grida e conoscendo la loro sofferenza, ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco”.
Parole che non potevano non sollecitare la sensibilità delle donne e degli uomini del MCL, proprio mentre l’Italia si sta preparando all’appuntamento mondiale di Expo 2015 che pare, però, incamminato verso la sfera del cibo buono e di qualità piuttosto che accessibile a tutti. Per questo il MCL ha avviato una serie di approfondimenti e iniziative proprio per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la questione dei “beni comuni”, che precede e fonda ogni successiva considerazione, decidendo di dare vita ad una grande e impegnativa campagna per accompagnare migliaia di famiglie del sud del mondo a passare dalla fame all’autosufficienza alimentare.
Il progetto ha significativamente come tema “Dal seme al cibo” e si attiverà immediatamente in Sud Sudan, Somalia, Ecuador e Marocco potendo contare sulla riconosciuta esperienza di CefaOnlus, l’Ong che nasce nel 1972 dalle cooperative agricole del MCL di Bologna per iniziativa di Giovanni Bersani.

Ecco i progetti:

SUD SUDAN: Da dicembre scorso è ripreso il conflitto, con il consuntivo pesante di oltre 10.000 morti e più di 750.000 sfollati che si arrischiano in avventurosi spostamenti verso terre possibilmente tranquille. In questa situazione difficile si inserisce il progetto che intende realizzare un centro di formazione e assistenza agricola nel Cuiebet e la realizzazione di campi per la produzione di ortaggi a Rumbek per gruppi di 10 agricoltori ciascuno (in particolare donne, che normalmente sono escluse dalle lotte tribali). Poiché la ricchezza consiste nel numero di capi di bestiame posseduti - che spesso sono oggetto di furti, vendette, ritorsioni -, il tentativo è quello di spostare la sopravvivenza sull’agricoltura e sulla formazione. Ma un cambiamento è possibile solo se ci si mette insieme, si collabora e insieme si coltiva la terra: ecco perché occorre anche plasmare mentalità nuove e formare i formatori.

SOMALIA: qui ci sarà il progetto più corposo, che riguarderà circa 11.000 famiglie (una volta a regime nei prossimi anni) con la possibilità di dare sostegno diretto a 65.000 persone e cibo per 387.000 acquirenti dei prodotti. L’obiettivo è migliorare qualità e quantità della produzione (fino al 140% in più) nella regione del Basso Shabelle, in una nazione in guerra dal 2006 dove la malnutrizione supera il 50% della popolazione, con tassi di mortalità infantile elevatissimi. I prodotti considerati sono mais, fagiolo, olio di sesamo e lenticchie, con una particolare attenzione alla formazione e commercializzazione nonché alla realizzazione delle canalizzazioni per la poca acqua.

EQUADOR: la zona del progetto è la provincia di Sucumbios, dove viene coltivato il cacao ma che ha avuto una serie di stravolgimenti con l’avvio dell’industria del petrolio. Si tratta di incrementare la produzione di cacao “fino d’aroma” destinato al cioccolato di qualità con sviluppo della formazione e del supporto alla commercializzazione nonché alla capacità organizzativa dei produttori riguardo alle trattative con i centri di produzione e con mercati alternativi a quelli “imposti”.

MAROCCO: il progetto si concentra nella regione rurale interna di Tadla Azilal dove l’economia è di sussistenza e da dove partono in gran numero emigranti alla volta dell’Italia. La coltura è quella dell’olivo: ci si prefigge di formare 3000/4000 operatori nelle pratiche più idonee per lo sviluppo dell’olivo autoctono e per la produzione dell’olio di oliva, con la commercializzazione nel mercato interno. Il MCL ha già sostenuto negli anni scorsi la realizzazione di un grande oleificio. Parallelamente si intende formare circa 1200 donne a leggere, scrivere e fare di conto in un’area dove il 75% della popolazione femminile è analfabeta e costretta a subire, di conseguenza, una ben misera considerazione della loro dignità. Si intendono avviare anche attività di cooperazione: formula, ad ora, pressoché sconosciuta.

Con circa cento euro potranno essere assicurate ad una famiglia semi e piante selezionate, attrezzi, formazione ed accompagnamento fino all’autonomia alimentare duratura. Gli stessi destinatari del progetto sono chiamati ad una responsabilità progettuale ed operativa per superare il semplice intervento assistenziale ed evitare così, si spera, drammatiche emigrazioni.
L’iniziativa è sostenuta dai giovani del MCL: a questo scopo sono stati previsti anche incontri di sensibilizzazione in tutte le sedi associative, finalizzati anche alla raccolta fondi. Le giornate di sabato 20 e domenica 21 dicembre vedranno la distribuzione, in centinaia di piazze italiane, dei “semi” che sono il simbolo di questa campagna.
Info: [ulr="http://dalsemealcibo.org"]dalsemealcibo.org[/url]

Noè Ghidoni

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