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Stai sfogliando il n.54 Luglio / Agosto 2012
Le sfide del dialogo sociale nei Balcani occidentali
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Data di pubblicazione: Domenica, 16 Settembre 2012
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Estero e migrazioni
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Le sfide del dialogo sociale nei Balcani occidentali Le sfide e le prospettive del dialogo sociale, insieme al processo di integrazione europea dei Balcani occidentali, sono stati i punti centrali di un seminario di studi internazionali che il MCL – in cooperazione con E.Z.A. – ha promosso a Trieste e che, nelle sue conclusioni, ha evidenziato come sia fondamentale continuare a sostenere con determinazione programmi a forte valenza regionale, favorire gli scambi formativi fra i giovani e rafforzare una rete per la promozione di una good governance. Sindacalisti e rappresentanti di associazioni culturali di diversi Paesi dell’ex Jugoslavia si sono riuniti per aprire un tavolo che vuole contribuire a ricercare e rendere più incisiva l’azione dei lavoratori nei processi di integrazione europea e di sviluppo civile in quei territori che, dopo la disgregazione e la guerra, risentono ancora di esasperate forme di localismo che condizionano i rapporti e le collaborazioni. Non è stato facile parlare insieme (alcuni si ritrovavano per la prima volta dopo dieci anni) di dialogo sociale nei Balcani occidentali, ma due giorni di lavoro sono stati un successo e l’esperienza continuerà con incontri formativi decentrati. I partecipanti hanno più volte evidenziato infatti come nell’area balcanica l’appartenenza etnica condizioni ancora la società in un difficile percorso che vede nell’Ue le possibilità per superare lo stallo che si è creato e procedere verso un’integrazione che aiuti anche a ripensare il concetto di ‘Stato’. Il dialogo sociale – si è discusso più di quello che ancora non c’è! – è però la base verso la quale i lavoratori dei Balcani vogliono approdare: c’è in atto un percorso formativo – sostenuto da MCL ed Eza con un progetto pluriennale – per rafforzare le organizzazioni dei lavoratori ed elaborare un supporto culturale per i giovani ai valori civili per rafforzare il processo democratico e contribuire a riarmonizzare la società. I rappresentanti bosniaci di Napredak hanno insistito su questo ruolo e, nel presentare la decennale esperienza di cooperazione con MCL – che a Sarajevo è attiva da tempo e recentemente ha contribuito a realizzare un centro permanente per il dialogo –, hanno proposto un modello di rete che, se ampliato, potrà contribuire a far emergere aspetti molto interessanti ed essenziali per favorire dal basso nuove forme del processo di globalizzazione. I convegnisti hanno concordato sulla difficoltà che vive la regione, ma hanno espresso soddisfazione per l’azione della presidenza cipriota dell’Ue – che sta lavorando per completare il percorso di integrazione europea – ed hanno sottolineato come la sfida partecipativa possa diventare patrimonio condiviso grazie anche ad iniziative come quella che il MCL ha voluto proprio a Trieste, città che nel ‘900 ha vissuto – di tragedia in tragedia – un’evoluzione tale che oggi si colloca come naturale baricentro di un processo che può riportare tutti i Balcani occidentali verso nuove e produttive forme di dialogo culturale e civile. Piergiorgio Sciacqua – presidente del Consiglio Generale MCL – ha invitato i partecipanti a lavorare per creare una cultura sindacale sempre più partecipativa ed a vincere l’esasperata tentazione localista: “bisogna guardare a nuove modalità operative, bisogna acquisire capacità di lavorare per rete e camminare insieme ad altri che fanno la nostra stessa strada; bisogna saper guardare ai giovani per superare vecchie difficoltà relazionali ed i condizionamenti della storia”, ha detto. Il MCL – che da molti anni è attivo in questo percorso – sarà ancora a fianco dei lavoratori dei Balcani occidentali per rafforzare il dialogo sociale – che troppo spesso ancora non c’è! – e favorire l’integrazione e la coesione di tutti quei popoli che conservano ancora una forte valenza nazionalista.
PS |
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