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  Giovani e politica.

Data di pubblicazione: Giovedì, 20 Settembre 2012

TRAGUARDI SOCIALI / n.54 Luglio / Agosto 2012 :: Giovani e politica.

Si può dare di più.

“Se non abbiamo fatto abbastanza nel mondo, non è perché siamo cristiani, ma perché non lo siamo abbastanza”CEI – La Chiesa italiana e le prospettive del Paese.

Da poco si è concluso il seminario di Studi di Senigallia del MCL - che ha avuto come tema “Gioia e Speranza”, il titolo riprende quella che è una della quattro costituzioni conciliari, la Gaudium et Spes, che si occupa della Chiesa nel mondo contemporaneo - che già si riparte con un nuovo appuntamento questa volta di portata più ampia, che coinvolge tutte le associazioni d’ispirazione cattolica che operano nel mondo del lavoro e che si svolgerà a Todi il 21 e 22 ottobre prossimi.
L’evento merita grande attenzione perché risponde a un monito forte che viene dalla Chiesa e dal mondo cattolico che, ormai da qualche tempo, si sta interrogando sul tema dei cattolici in politica e, in esso, del ruolo dei giovani.
Il tema c’interessa e riguarda anche il MCL Giovani in quanto, conformemente a quanto previsto dal nostro Statuto, rientra tra i compiti del Movimento quello di ispirare la propria testimonianza e la propria azione “ai valori della democrazia, intesi nel senso della partecipazione e della corresponsabilità, come scelta civile permanente per la costruzione di una rinnovata società pluralistica, fondata sulla dignità della persona e sulla giustizia sociale, nel quadro di una più ampia solidarietà con le altre componenti della società civile”.
Semplificando, ma non troppo, il documento fondativo e identitario del Movimento invita i suoi aderenti a impegnarsi nella “cosa politica” ed a farlo tenendo chiare e precise innanzi ai propri occhi le ragioni che devono spingerci ad operare in questo settore.
L’incontro di Todi risponde a queste istanze: nasce dalla necessità di aprire un dialogo tra le varie anime del mondo cattolico per favorire la nascita di un pensiero politico nuovo che trae la sua linfa vitale dalla Dottrina Sociale della Chiesa.
Ciò vale anche per i giovani che non devono mettersi al di fuori di questo dibattito ma devono anch’essi partecipare e interessarsi perché anche a loro spetta un ruolo, e non di secondo piano. Il Messaggio del Concilio Vaticano II ai giovani del 7 dicembre 1965, tra l’altro, affermava: “è a voi, giovani e fanciulle del mondo intero, che il Concilio vuole rivolgere il suo ultimo messaggio. Perché siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia. Siete voi che, raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la società di domani: voi vi salverete o perirete con essa”.
Il compito che ci affida il Concilio non è facile.
Sappiamo bene quante difficoltà ci sono lungo il cammino dei giovani, però la Chiesa tutta ci affida questo grande ruolo: quello di farci carico del nostro futuro senza appaltarlo ad altri dai quali, prima o poi, alla lunga si finisce per dipendere.
Questa sfida deve necessariamente essere accolta e tutto ciò va fatto con una mentalità nuova, ‘giovane’, quella di chi è pronto a dialogare con tutti senza cedere a compromessi e ‘basse’ mediazioni politiche che hanno tradito il significato vero del dirsi cristiano.
Il problema è prima di tutto di metodo e solo in un secondo momento strategico: bisogna cominciare a interrogarsi su che tipo di società vogliamo creare, qual è il mondo che nel futuro vorremmo vivere, e su questo costruire un progetto concreto capace d’individuare con assoluta chiarezza le priorità da conseguire.
In questo nuovo sentire il ruolo dei giovani deve essere quello di chi accetta di coinvolgersi in questa grande avventura di organizzare la speranza del futuro con la gioia del presente mettendo a disposizione energia, capacità e pensiero.

Michele Diodati
Delegato nazionale Giovani MCL
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