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  Le banche europee sotto l’occhio del Grande Fratello?

Data di pubblicazione: Lunedì, 17 Settembre 2012

TRAGUARDI SOCIALI / n.54 Luglio / Agosto 2012 :: Le banche europee sotto l’occhio del Grande Fratello?

La proposta della Commissione europea.

Prosegue anche in questo numero la corrispondenza da Bruxelles, curata dal giornalista Pierpaolo Arzilla. ‘Una finestra sull’Europa’ questa volta si occupa delle politiche bancarie europee e della proposta di istituire un nuovo sistema di governance nell’Eurozona.

Seimila banche sotto un’unica, grande sorveglianza. Il Grande Fratello esiste e ha sede a Francoforte, con il compito di evitare che le crisi che verranno alimentino quello che il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha definito un “circolo vizioso”. E che cioè siano gli Stati, e dunque i cittadini, a pagare letteralmente le colpe di gestioni finanziarie irresponsabili da parte degli istituti di credito. Il “Single supervisory mechanism” (Ssm) proposto da Palazzo Berlaymont non solo rappresenta, secondo molti osservatori, un tassello ulteriore nel processo di denazionalizzazione, ma soprattutto il primo, importante, passo verso l’unione bancaria.
Il meccanismo unico di sorveglianza per l’Eurozona, ma che ha riflessi per tutta l’Ue a 27, spiega la Commissione, è un segnale chiaro da dare agli investitori che guardano con preoccupazione alla (carente) credibilità politica ed economica dell’Unione europea e alla difficile stabilità della moneta unica. Ma la credibilità è un obiettivo fondamentale anche per il settore bancario, che ha disperatamente bisogno di tornare al servizio dell’economia reale, e riattivare il circuito virtuoso banche-famiglie-imprese. Si tratta, spiega Bruxelles, di rompere quel cordone di salvataggio tra le banche e gli Stati membri, che da ottobre 2008 a ottobre 2011 ha costretto i Paesi Ue a impegnare un budget complessivo di 4500 miliardi in aiuti e garanzie pubbliche per salvare gli istituti di credito.
Già a luglio 2011 Bruxelles ha presentato una proposta con l’obiettivo di permettere alle banche di detenere un livello di capitale quantitativamente e qualitativamente più elevato, per consentire loro di assorbire autonomamente futuri shock ed evitare umilianti interventi delle autorità nazionali.
Il nuovo quadro di governance tracciato dal Ssm dà alle autorità di vigilanza nuove competenze per monitorare le banche in maniera più approfondita, prevedendo la possibilità di sanzionarle qualora si rilevassero dei rischi, allo scopo, per esempio, di ridurre i crediti in previsione di bolle economiche. Con il meccanismo unico di sorveglianza, rileva la Commissione, il fondo Esm potrà ricapitalizzare direttamente gli sportelli, con i prestiti che non graveranno sui debiti nazionali. E soprattutto aumenta sensibilmente i poteri della Banca centrale.
La “vigilanza prudenziale” dell’Eurotower si tradurrà in dieci azioni fondamentali: autorizzazione e revoca della licenza bancaria di tutti gli istituti di credito della zona euro; valutazione dell’acquisto e della cessione di partecipazioni nelle banche; garanzia del rispetto di tutti i requisiti prudenziali fissati dalle norme bancarie dell’Ue e definizione, se necessario, di più elevati requisiti prudenziali per le banche, per proteggere la stabilità finanziaria alle condizioni previste dal diritto dell’Unione; stress test di vigilanza a sostegno del controllo prudenziale, che non sostituiranno gli stress test dell’Abe, l’Autorità bancaria europea, per valutare la solidità del settore bancario nel mercato unico nel suo complesso; facoltà di imporre riserve di capitale; vigilanza supplementare sugli enti creditizi appartenenti a conglomerati finanziari; valutazione dell’adeguatezza del capitale; vigilanza e intervento precoce, in caso di rischi per la redditività di una banca, in coordinamento con le autorità competenti; valutazione, in coordinamento con la Commissione europea, di possibili ricapitalizzazioni pubbliche; coordinamento di una posizione comune tra i rappresentanti delle autorità competenti degli Stati membri che partecipano al consiglio delle autorità di vigilanza e del consiglio di amministrazione dell’Abe.
L’Autorità bancaria europea manterrà competenze e facoltà decisionali, continuando il suo compito di tutelare l’integrità del mercato unico, ma la responsabilità ultima sui compiti di vigilanza della stabilità finanziaria delle seimila banche dell’Eurozona spetterà alla SuperBce. Le autorità di vigilanza nazionali continueranno a svolgere un ruolo importante nella vigilanza quotidiana e nella preparazione e attuazione delle decisioni della Bce.
La Commissione vuole chiudere il negoziato tra Parlamento e Consiglio Ue entro fine anno per poter “partire” con le nuove regole già dal 1° gennaio 2013, con un periodo transitorio che dal 1° luglio 2013 prevede la vigilanza delle banche sistemiche e che si concluderà il 1° gennaio 2014, quando tutte le banche della zona euro saranno sottoposte al Ssm.
Il fronte del no, magari non proprio al meccanismo di supervisione bancaria in sé quanto piuttosto alla sua immediata attuazione già all’inizio dell’anno prossimo, è già piuttosto attivo. Germania, Svezia, Olanda, Finlandia, Polonia e, naturalmente, la Gran Bretagna, preoccupata dal fatto che l’estensione del Ssm ai Paesi non euro, possa creare non pochi problemi alla City londinese, guidano il plotone dei falchi.
Di quelli cioè che non credono alla possibilità di una rivoluzione bancaria da attuarsi in poche settimane.
La Germania appare inoltre scettica addirittura sulla rivoluzione, perché ritiene la Bce incapace di poter gestire la supervisione degli oltre seimila sportelli nell’Ue a 17, e chiede che l’occhio indiscreto di Francoforte si limiti alle 60 più importanti banche di rilevanza sistemica globale. E la Svezia ritiene “inconcepibile” e “inaccettabile” arrivare a un accordo sul provvedimento entro fine 2012. Dall’altra parte, la Spagna, che con Francia e Italia preme per un’attuazione rapida del Ssm, teme che la melina di Berlino possa mettere in pericolo la ricapitalizzazione diretta delle sue banche da parte del fondo Esm.
Secondo alcuni analisti, la supervisione Bce consentirà di rimuovere alcune incongruenze nell’attuale quadro di vigilanza finanziaria della zona euro, in particolare sulla responsabilità di prestatore di ultima istanza, sull’assistenza in caso di emergenza di liquidità e sulla gestione delle crisi. Per contro, le difficoltà che può incontrare Francoforte, riguardano il ruolo dell’Eurotower come banca centrale indipendente in rapporto al suo nuovo ruolo di vigilanza e alla sua responsabilità davanti al Parlamento europeo. Una responsabilità che, se è adatta per la politica monetaria, non lo sembra altrettanto per la vigilanza finanziaria, e che dunque richiederà la necessaria flessibilità da entrambe le parti per trovare una soluzione credibile alla gestione delle crisi bancarie.

Pierpaolo Arzilla
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