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  Cattolici in prima linea

Data di pubblicazione: Mercoledì, 27 Febbraio 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.29 Gennaio / Febbraio 2008 :: Cattolici in prima linea

Dalla Conferenza Nazionale Programmatica MCL


DALLA CONFERENZA NAZIONALE PROGRAMMATICA MCL

CATTOLICI IN PRIMA LINEA


      I cattolici rilanciano: c’è bisogno che stiano nella politica e ne condizionino le scelte. E lo fanno con una due giorni di confronto sui temi della presenza sociale, la laicità, la politica, lo sviluppo economico, i rapporti con la Chiesa. E’ stato questo il senso della Conferenza nazionale programmatica del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), che si è tenuta a Roma, l’8 e 9 febbraio, all’Hotel Ergife: un appuntamento che, coincidendo temporalmente con la metà del mandato congressuale, ha offerto il pretesto per fare il punto sul lavoro svolto e rilanciare obiettivi e programmi per il futuro.

       Nell’occasione gli oltre 600 delegati del MCL hanno lanciato alla politica e alla società un segnale forte di presenza e di vitalità. Lo ha sottolineato chiaramente Carlo Costalli, presidente del MCL: “Era un illuso chi pensava che i cattolici erano pronti a sparire dalla scena pubblica. E certo non per una voglia di protagonismo e di potere che lasciamo ben volentieri ad altri. Ma perché siamo partecipi di una storia che ha scritto pagine straordinarie nella vita italiana e vogliamo che non vengano cancellate dal nichilismo e dal relativismo tanto in voga”. Costalli ha parlato apertamente di “riformismo moderato e cristiano” da costruire “in politica con quelli che ci stanno e nella società con le altre associazioni e con tutto il mondo del terzo settore e della società civile disposto a uscire dai recinti dell’ideologismo e del laicismo”.

      In vista delle prossime elezioni c’è molta attenzione sulle scelte elettorali e di partito, ma qui al MCL c’è spazio solo per i ragionamenti: “Il riformismo moderato e cristiano appare oggi come l’unica scelta possibile a difesa del Paese e per la costruzione di un modello di società fortemente radicato nella identità popolare dell’Italia”.

       Ragionamenti di principio, dunque, ma anche prese di posizione su temi molto concreti: sulla famiglia, per esempio, la cui forza “ha finora impedito alla società italiana di perdersi del tutto. Le politiche pubbliche non ne riconoscono il valore, privilegiando l’individuo. Eppure la famiglia c’è, tiene unito il tessuto sociale e semina responsabilità e solidarietà, educa al bene comune. Perciò la difesa della famiglia più che un obbligo, è un valore, una scelta di vita’’.

      C’è poi un’altra grande sfida con cui oggi la società si deve confrontare: l’educazione e la formazione delle nuove generazioni, che non può essere lasciata al caso, e per la quale serve un grande progetto di rinascita culturale che i cattolici devono guidare “se non vogliamo che l’Italia smarrisca la sua identità”.

       Non poteva mancare un accenno alle vicende più recenti della politica, in un Paese che “si appresta ad andare alle elezioni in un clima che non fa bene a nessuno’’, ha detto Costalli, secondo il quale “c’è bisogno di un clima diverso fra i due poli perché ripercorrere l’esperienza di riforme a colpi di maggioranza, su cui si sono cimentati alternativamente i due schieramenti, non ha avuto fortuna’’. Ecco perché, ha ribadito, serve un “impegno bipartisan sulle cose essenziali”.

       Tutto incentrato sui valori l’intervento del prof. Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica di Milano. “Dopo una lunga fase in cui sembravano soltanto giustificazioni retoriche o interessate di comportamenti individuali e sociali, i valori sono tornati a mostrare la loro essenzialità nell’orientare le grandi trasformazioni in cui siamo immersi, e anche la loro ragione più profonda”.

      “La ragione dei valori consiste, anzitutto, nella loro capacità di rafforzare e qualificare le identità e appartenenze di cui si compongono una società autenticamente pluralista e una democrazia realmente partecipativa. I valori, poi saldamente connettono tra loro le generazioni, consentendo che il perseguimento del bene comune si dispieghi su un ampio orizzonte temporale”.

       “In quanto tessuto connettivo della società ed elemento fondamentale di ogni patto di stabile lealtà civica, ha concluso il professore, la ragione dei valori è indispensabile nell’educazione delle giovani generazioni. Solo mostrando i valori che sono alla base della scuola, così come del lavoro e della sua dignità, la società italiana può superare l’attuale scomposizione e i processi di frammentazione individuale e collettiva, costruendo al tempo stesso un rapporto meno precario, insoddisfacente, non di rado antagonistico, con la politica e il ceto politico’’.

       Educazione, famiglia, valori, dunque. Accanto a questi grandi temi non poteva mancare il lavoro, questione chiave per il Mcl che, sull’argomento, ha incentrato il proprio ultimo Congresso nazionale. Ne ha parlato approfonditamente Natale Forlani, Amministratore delegato di Italia Lavoro, il quale ha ricordato come in Italia occorrano “politiche di buon senso, che aumentino le grandi opportunità di sviluppo che il Paese ha in sé”. Per far questo bisogna aprire la strada a “scelte sostenibili, anche negli anni, in materia di welfare soprattutto, innovando i vecchi schemi dello stato redistributivo e introducendo politiche attive di protezione sociale e di sostegno al reddito”. Dopo “i due anni del Governo Prodi, che hanno avuto un effetto devastante sulle scelte politiche ed economiche dell’Italia dobbiamo avere la forza di rompere con una politica che si specchia su se stessa e non riesce a parlare alla gente”.

       “Le leggi Treu e Biagi hanno avuto la funzione di rompere i vecchi schemi, anche se non hanno ancora risolto i problemi”, ha concluso Forlani, “ora la battaglia da fare è quella di rompere il corporativismo, una mentalità antica che condiziona e frena la vita del Paese. Bisogna aprirci agli aspetti valoriali e del bene comune, temi sui quali i cattolici e i moderati hanno molto da dire”.

       Un intervento, quello di Forlani, molto apprezzato anche da Mons. Francesco Rosso, assistente spirituale del MCL, che ha esortato i cattolici a non usare Vangelo e morale “come una fisarmonica”, “che suona a seconda di quello che noi vogliamo, per dare un senso anche ai non sensi”.   “Perché per i credenti il Vangelo non si può barattare né può essere lasciato a una libera interpretazione in nome di una strana libertà laicale”, ha ammonito don Checco fra gli applausi. “Io non ho capito cosa significa essere ‘laico adulto’… come se ci fosse un laico infantile! Non c’è, non esiste da nessuna parte questa roba: non c’è nel Vangelo né nella morale!”.

       Insomma, chi pensava a un movimento acquattato su se stesso deve ricredersi: nella relazione conclusiva, punteggiata da molti applausi, il leader del movimento Carlo Costalli, davanti a una platea gremita e alla presenza del leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, ha ribadito che “forse non è più il tempo di un partito di ispirazione cristiana, ma i cristiani devono stare con forza nella politica. Ne va dell’identità e della libertà di questo Paese, attraversato da spinte e inquietudini che non possono essere lasciate a se stesse”.


Fiammetta Sagliocca


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