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  Editoriale

Data di pubblicazione: Giovedì, 28 Febbraio 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.29 Gennaio / Febbraio 2008 :: Editoriale

Il valore aggiunto dei cattolici in politica


IL VALORE AGGIUNTO DEI CATTOLICI IN POLITICA


       Siamo sempre più convinti che non sia venuta meno l’esigenza di una presenza dei cattolici in politica.

       I cattolici sono portatori, seppure con tratti diversi, di una proposta culturale e politica che non può essere diluita in ampi, vaghi, indistinti contenitori. E questo vale sia a destra che a sinistra.

      Se pure il tempo del partito di ispirazione cristiana, in senso organizzativo, può essere, almeno in Italia, al momento, tramontato (o per altri versi prematuro!), ciò non significa che la tradizione politica popolare non abbia in sé la forza di porsi come momento di elaborazione politico-culturale, capace di orientare sui valori e sulle soluzioni operative che da tali valori scaturiscono, delineando il percorso di forze a tratti disorientate, in parte disomogenee.

       Siamo portatori di un’idea di riformismo moderato che deve farsi notare ed apprezzare per la formazione di una maggiore autonomia della società ed avere come preoccupazione centrale la libertà della persona (che si esprime anche come libertà imprenditoriale): un riformismo moderato che possegga anche delle idealità da perseguire.

      Teniamo molto all’idea della democrazia come rappresentanza: crediamo che quello che dobbiamo conservare e valorizzare della prima repubblica e della nostra tradizione politica di democratici cristiani, siano una concezione ed una prassi per le quali il tessuto democratico è fatto di una serie di fili che collegano la base elettorale alla leadership politica.

       E’ evidente la necessità di un progetto di largo respiro. Si deve avere la convinzione che la sfida che abbiamo davanti è quella di motivare nuovamente il Paese, producendo un grande sforzo affinché torni a prevalere la cultura degli interessi generali (e del bene comune), che negli ultimi anni si è appannata a vantaggio della politica degli interessi particolari, con una sproporzionata attenzione alle spinte corporative dei gruppi più garantiti, dei poteri forti, delle oligarchie.

       E’ di fondamentale importanza far crescere una nuova alleanza tra le forze responsabili: tra coloro che hanno speranza nel futuro, nei nostri giovani, nel valore essenziale del lavoro. Far maturare questa consapevolezza che porta ad alleanze ed aggregazioni fruttuose è un compito di tutti ma, in particolare, della nostra cultura politica e sociale che affonda le proprie radici nel popolarismo.

       Questa prospettiva è centrale per il futuro della democrazia italiana e per la costruzione di un modello di società fortemente radicato nella identità popolare di questo Paese: è stata e sarà pertanto al centro della nostra attenzione e del nostro agire, anche se le elezioni anticipate (che noi non abbiamo mai richiesto) dovessero costringerci ad una pausa di riflessione. Pausa di riflessione, non un arresto definitivo: anche perché ad una competizione elettorale, comunque, parteciperemo, con queste idee e questi progetti. Lavorando per un bipolarismo snello, non per un bipolarismo impoverito dalla presenza pubblica dei cattolici.

      Auspicando poi che la prossima sia veramente una legislazione costituente, bipartisan.

       La cosa che non auspichiamo è il ripetersi in Italia, per scelte velleitarie e personalismi, dell’esperienza Bayrou, che ha dilapidato in Francia milioni di voti, rendendo ininfluente il centro moderato e riformista. Non serve oggi e, soprattutto, non serve per il futuro. E comunque lavoreremo tenendo ben presente la libertà di coscienza sui valori non negoziabili, indicata recentemente dal Presidente della Cei, Cardinale Angelo Bagnasco.


Carlo Costalli


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