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  Sostenere redditi e consumi, per uscire dalla crisi

Data di pubblicazione: Mercoledì, 8 Febbraio 2012

Francesco Belletti

Francesco Belletti

TRAGUARDI SOCIALI / n.51 Gennaio / Febbraio 2012 :: Sostenere redditi e consumi, per uscire dalla crisi

Intervista a Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari

Francesco Belletti, è uno dei massimi esperti in materia di famiglia: presidente del Forum delle Associazioni Familiari dal 2009, è autore di diversi volumi di ricerca e di articoli su riviste specialistiche e divulgative.
Direttore del Centro internazionale studi famiglia, è anche docente di corsi e Master di tematiche familiari in diverse università (Regina Apostolorum, Pontificia Università Santa Croce, Istituto Giovanni Paolo II). A lui abbiamo rivolto alcune domande per i lettori di Traguardi Sociali, ovviamente con un occhio particolare al tema delle politiche familiari.


Qual è la sua opinione in merito ai pesanti sacrifici richiesti alle famiglie italiane con la manovra economica del governo Monti?
Il giudizio sulla prima fase della manovra del governo Monti è pesantemente negativo, per diversi motivi.
In primo luogo, tra le tre parole in gioco, “rigore, equità, crescita”, solo il rigore è stato perseguito con una certa efficacia, mentre l’equità lascia molto a desiderare, e le misure per la crescita le stiamo ancora aspettando. Per il Forum delle associazioni familiari, poi, il tema dell’equità è strettamente connesso con i carichi familiari, oggi gravati da un fisco pesantemente ingiusto, e su questa direttrice c’è stata una dimenticanza pressoché totale. Solo la reintroduzione dell’IMU ha dato un piccolo segnale positivo, dal momento che le detrazioni all’imposta sulla casa di residenza cambiano in modo significativo proprio in presenza di figli, con una detrazione aggiuntiva per ogni figlio di 50 Euro. Finalmente un intervento in cui avere figli “fa la differenza”. Ma è troppo poco.
Un altro aspetto drammaticamente negativo è l’esasperazione delle imposte indirette, che tassano i consumi anche di beni fondamentali (cibo, vestiario);
anziché spostare le imposte dal lavoro alle rendite, si tassa chi più consuma, in modo regressivo anche rispetto alle famiglie numerose. Purtroppo anche sui beni con IVA ridotta al 10% (di prima necessità, quindi) è stata aumentata l’imposta; quindi, le famiglie, più consumano, più tasse pagano!
Da ultimo, ricordo che la manovra del governo Monti si è sovrapposta a due manovre del governo Berlusconi (luglio e agosto) con un impatto molto pesante sulle famiglie italiane, e soprattutto sulle famiglie con figli e con persone fragili. La sfida della crisi globale è un dato con cui fare i conti; per ora, tuttavia, pare che i sacrifici siano arrivati solo sulle famiglie e sul lavoro.

A suo parere quali aggiustamenti andrebbero apportati alla manovra per sostenere le famiglie in questo grave momento di crisi, senza per questo dover rinunciare al percorso di risanamento dell’economia italiana?
Credo che questo momento di crisi esiga l’abbandono dei vecchi modelli interpretativi, e una scelta coraggiosa di investire sul capitale umano e sociale del Paese: lavoro e famiglia. Non sono per niente tranquillo che al Governo ci siano i tecnici e i professori che dal 2000 ad oggi non hanno saputo prevedere e prevenire la grande crisi in cui siamo entrati. Ma chi doveva proteggerci dalla finanziarizzazione dell’economia reale, dai derivati nascosti dentro i bilanci comunali, dalla fuga di imprese e capitali all’estero?
Mi permetto quindi una banale constatazione: le esportazioni nel nostro Paese sono in forte attivo, mentre è crollata la domanda interna, dopo anni di precariato, di cassa integrazione, di lavoro incerto, di successive “spremiture fiscali”. E’ tempo di restituire capacità di spesa e reddito al lavoro e alle famiglie, riattivando la domanda interna. Restituire cioè capacità di speranza, di progetto e di futuro alle persone, alle imprese, al lavoro. Ma come può succedere, se oggi chi chiede credito alle banche viene respinto o sottoposto a tassi quasi usurai? Eppure la maggior parte delle risorse pubbliche sono state destinate a salvare proprio le banche!
E’ tempo, oggi, di sostenere redditi e consumi, per uscire dalla crisi. Bene quindi tutti gli incentivi al lavoro giovanile e femminile; in più chiediamo con forza una restituzione di capacità di consumo attraverso un prelievo fiscale più equo verso le famiglie con figli.
Un ultimo nodo riguarda la difesa di un sistema di welfare oggi pesantemente minacciato a livello nazionale, regionale e comunale: è giusto verificare i mille rivoli delle agevolazioni fiscali e delle tax expenditures, ma l’obiettivo non può essere lo smantellamento di un sistema di protezione sociale, ma la sua riqualificazione.
La riforma della spesa sociale sarà un’altra vertenza decisiva del 2012, anche perché i destinatari di questi interventi sono spesso le famiglie più esposte a fragilità, difficoltà, povertà, compiti assistenziali quotidiani. Serve più welfare, meno statalizzato, meno assistenziale, per avere più famiglie che curano.

Nella Conferenza nazionale della famiglia era stata chiesta la rimodulazione delle detrazioni Irpef attraverso l’applicazione del FattoreFamiglia, Ritiene che questa richiesta potrebbe essere accolta ancora oggi dal Governo Monti?
Il fisco oggi nel nostro Paese deve diventare più equo e più leggero. Più equo, e quindi chiedere meno alle famiglie con figli e carichi familiari. Più leggero, per restituire capacità di consumo e di progetto alle nostre famiglie, soprattutto alle più giovani. Il FattoreFamiglia è una proposta semplice, rapida ed efficace per realizzare questa operazione, sostenendo le famiglie che hanno investito con le proprie scelte di vita sul futuro del Paese, attraverso le nuove generazioni;
altrimenti, invecchieremo sempre di più, in un regresso demografico che diventerà subito anche economico e sociale. Di fatto il FattoreFamiglia, introducendo una no tax area familiare che cresce in base al numero di persone del nucleo, è molto simile al modello di fiscalità a favore della famiglia che è applicato in Germania, che dà quindi buona prova di sé nel mettere in relazione sviluppo economico, equità e politiche per il futuro. Perché non impariamo le cose buone dagli altri Paesi?

In merito alle politiche familiari, ritiene soddisfacente il livello di dialogo con l’attuale Governo?
Sono fortemente insoddisfatto del grado di dialogo oggi in atto con il nuovo Governo, che ha privilegiato le parti sociali “lavoristiche”, dimenticando la grande articolazione della società italiana; in particolare questo Governo chiede moltissimo alle famiglie, ma appare ancora sordo alle richieste di dialogo.
Ricordiamo che nel 2011 è stato elaborato un Piano Nazionale per le Politiche Familiari, il primo nella storia dell’Italia repubblicana, tuttora da approvare.
Confidiamo che il Ministro Riccardi dia presto seguito a questa assoluta priorità.

Dal 30 maggio al 3 giugno si terrà a Milano il VII Incontro Mondiale delle famiglie. Il Forum delle Associazioni Familiari come si sta preparando a questo importante evento?
L’Incontro Mondiale sarà su “la Famiglia: il lavoro e la festa”, e costituirà una grande opportunità per riscoprire il valore antropologico di questi tre luoghi dell’umano: la famiglia, come ambito insostituibile di custodia della dignità della persona e dell’umanizzazione della società; il lavoro come grande compito trasformativo del creato e, insieme, ambito di dignità e autorealizzazione per ogni persona; la festa, come spazio della vita da riservare alla contemplazione della bellezza e alla costruzione dei legami tra le persone, ell’incontro con la spiritualità e con la trascendenza.
Il Forum ha avviato percorsi formativi al proprio interno, anche a livello locale, e organizzerà un incontro preparatorio a Roma, nel tradizionale appuntamento del 15 maggio 2012, Giornata Mondiale della famiglia. Credo che questo appuntamento, anche per la sua natura mondiale, al di là delle “piccole grandi” questioni della politica e della società italiana, sarà una grande occasione di conversione per la Chiesa italiana, su un tema che coglie il vivo dell’esperienza dell’umano; in questo senso la presenza di Sua Santità Benedetto XVI, nella città che fu di Ambrogio ed Agostino, sarà una testimonianza decisiva, a confermare la fede del popolo di Dio e a segnalare al mondo intero che la Buona Novella può restituire gusto e bellezza alla famiglia, al lavoro, alla festa. E sappiamo quanto bisogno ci sia, oggi, di restituire senso e gesto a questi luoghi dell’umano.

di Fiammetta Sagliocca
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