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  Emmaus

Data di pubblicazione: Mercoledì, 27 Febbraio 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.29 Gennaio / Febbraio 2008 :: Emmaus

Rubrica di Mons. Francesco Rosso


EMMAUS


       Ci sono due ragioni che ci invitano ad una riflessione più accurata.
      
       La prima è il cammino quaresimale appena iniziato.

       La seconda è l’assemblea di metà mandato, del movimento.

      La Quaresima ha avuto inizio con il mercoledì delle ceneri. Un tempo liturgico di alto valore spirituale: ci prepara a celebrare la Pasqua del Signore. Occorre metterci in ascolto della Parola e avere il coraggio di trovare spazi di silenzio che ci portino ad incontrare l’Amore del Padre e a godere del disegno di salvezza in Cristo Gesù.

      Gesù stesso, prima di iniziare il “viaggio della Croce”, si ritira nel deserto per quaranta giorni. Penso a questo momento di grande intensità di rapporto con il Padre. E’ vero che Gesù, durante questa preparazione, ha interiormente qualche ribellione: “Passi da me questo calice”, ma subito dopo c’è l’abbandono: “Non la mia, ma la Tua volontà sia fatta”. Per questo affronta le tentazioni subdole del demonio, che pensa di soggiogarlo, in un momento di debolezza umana: “Lo portò sul pinnacolo del tempio e, dopo avergli mostrato la città, dice: ‘Tutto questo sarà tuo, se prostrato mi adorerai’. Sta scritto: ‘adorerai il Signore Dio tuo’ ”. Un brano bellissimo di Vangelo, letto la prima domenica di Quaresima. Nel dialogo con il tentatore, Cristo è lucidissimo, e ad ogni provocazione risponde con determinazione. La missione affidatagli dal Padre deve compiersi in pieno. Provo a trasferire il tutto nelle vicende umane della nostra quotidianità; siamo sballottati, frastornati da quanto accade attorno a noi! Il silenzio, la preghiera di questo tempo deve aiutarci a recuperare il senso della nostra appartenenza; dobbiamo avere il coraggio di riscoprire il significato della Croce se vogliamo godere i benefici della Resurrezione.

      La seconda ragione è l’assemblea. Spero che anche questo importante momento associativo sia stato preparato con scrupolosa attenzione, senza sconti, per capire se il cammino fatto in questi due anni sia stato in sintonia con il progetto che il movimento si è dato, elaborando un percorso, culturale e di testimonianza, con le tesi preparatorie.

       Non ci è dato di fermarci ai soli compiacimenti per tanto lavoro svolto, siamo anche chiamati a verificare se questo lavoro è la risposta alle attese della Chiesa, della società, dell’uomo che ci incontra. La verifica quindi vuole scuotere anche qualche eventuale torpore che ci dovesse prendere, e stimola l’impegno che dovremmo ritrovare, soprattutto interiormente, a riprendere il nostro cammino.

       Le sfide oggi sono tante; il movimento ha in sé la forza per affrontarle. Soprattutto, credo sia importante riscoprire, riappropriarci e rigustare la bellezza e la dinamicità del nostro carisma. Rileggere con lungimiranza la storia che ci ha segnato in questi trentacinque anni, ed avere la voglia di rimettersi in viaggio, sapendo di non essere soli: c’è con noi “il divino viandante” che al nostro fianco animerà il nostro impegno, e renderà fruttuoso ogni nostro sacrificio.


Don Checco


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