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  UN FORUM DI RIFORMISTI CHE SI RICHIAMANO ALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

Data di pubblicazione: Martedì, 28 Aprile 2009

TRAGUARDI SOCIALI / n.35 Marzo / Aprile 2009 :: UN FORUM DI RIFORMISTI CHE SI RICHIAMANO ALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

Carlo Costalli
Presidente Movimento Cristiano Lavoratori

Non sarà sfuggito ai più l’appello rivolto recentemente dal Pontefice a quanti sono impegnati nei campi dell’economia, del sociale e della politica, affinché coloro che si richiamano alla dottrina sociale della Chiesa diventino
classe dirigente visibile. Ebbene, rispondere a quell’appello è, per noi cattolici, una priorità. Per questo abbiamo voluto, noi del MCL insieme a CISL, Confcooperative, Confartigianato e Cdo, fondare il “Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro”. L’intento comune è di dare nuova visibilità - intesa non solo come capacità
di esprimere competenze ma, soprattutto, come esercizio della responsabilità sociale rivolta a favorire ricadute positive nell’agire individuale
e collettivo - soprattutto a beneficio delle persone svantaggiate. Quest’iniziativa nasce non solo dalla comune ispirazione alla dottrina sociale della Chiesa e dall’essere associazioni di rappresentanza
del mondo del lavoro, ma trova fondamento anche nel reciproco riconoscimento dovuto a una visione non antagonistica dei rapporti tra capitale e lavoro. E’ nostra convinzione infatti che, oltre alla dialettica naturale degli interessi e del rispetto delle regole, gli obiettivi di competitività
e coesione sociale debbano essere l’espressione di relazioni partecipative. E la visione del bene comune va intesa come capacità di contemperare i vari interessi con il dialogo sociale che valorizza l’iniziativa sussidiaria delle persone, delle famiglie, dell’associazionismo sociale.
L’interesse generale non può essere il prodotto di astrazioni ideologiche né tantomeno dell’antagonismo di classe (che riafferma il primato della lotta politica rispetto al protagonismo sociale responsabile). E’ fondamentale,
piuttosto, ribadire l’autonomia dell’azione sociale dalla politica, così come la necessità di riconoscere la complessità della società moderna e, conseguentemente, il bisogno di valorizzare il pluralismo delle espressioni e delle rappresentanze sociali. Siamo convinti che questo sia un aspetto
qualificante dello sviluppo democratico. Ci troviamo nel mezzo di una grave crisi economica internazionale che noi promotori del Forum, condividendo l’analisi del Pontefice, riteniamo soprattutto dovuta al deficit di valori che
ha penalizzato l’economia reale ed il lavoro nelle sue dimensioni molteplici: il merito e l’intraprendenza, la professionalità, il disagio, la fatica. E siamo convinti anche che sia necessario ripartire dalla centralità delle persone, delle risorse umane nel contesto lavorativo e dalla capacità di stimolare,
al contempo, l’intraprendenza e l’azione solidale, sia in ambito internazionale che a livello nazionale.
Per questo motivo reputiamo necessario mobilitare una forte azione comune, istituzionale e sociale, per promuovere una politica che vada verso le persone, che agisca concretamente per la salvaguardia del patrimonio di risorse umane in condizioni di difficoltà individuali e familiari.
Il ruolo delle rappresentanze sociali del mondo del lavoro, che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa, è stato fondamentale per affermare la
democrazia in Italia. Siamo convinti che l’attuale situazione richieda una mobilitazione di intelligenze e di capacità progettuali, non solo per affrontare
l’emergenza economica ma, soprattutto, per porre le basi di uno sviluppo più equilibrato, sostenibile e solidale. E’ nostra comune convinzione che vadano riformate in profondità le politiche del lavoro, come pure la struttura delle prestazioni sociali e delle relazioni industriali – che debbono decisamente muoversi in una direzione più partecipativa –, per renderle più adeguate non solo alle esigenze della competitività e flessibilità ma, soprattutto, per favorire
l’inclusione nel mercato del lavoro di giovani, donne e anziani. Si tratta di riforme indispensabili per sostenere le persone e le famiglie nel conciliare le
scelte di vita e di lavoro, per ridurre gli squilibri esistenti nelle tutele del lavoro, per assicurare in modo ragionevole le persone dai molteplici rischi di obsolescenza professionale e di perdita del lavoro.
Queste le priorità che, con forza, vogliamo sottolineare:
• Difendere e riqualificare il patrimonio produttivo e le risorse umane che vi operano come condizione per favorire la ripresa economica su basi più
solide. In questo ambito è indispensabile mobilitare le risorse per sostenere i redditi di chi rischia di perdere il lavoro, ma in un contesto di forte riqualificazione delle risorse umane, valorizzando le loro competenze acquisite e stimolando una nuova capacità imprenditoriale;
• Sostenere le famiglie, come prima rete di solidarietà sociale, fondamentale per la nostra capacità di investire nel futuro. La debolezza dei sostegni
alle famiglie produce inevitabilmente rilevanti inequità sociali, deprime la quantità e la qualità dello sviluppo dei servizi alle persone e il lavoro delle donne. Riteniamo che la profonda correzione del nostro Welfare in questa direzione rappresenti il segnale più importante della volontà di riformare
le nostre prestazioni sociali.
Tra le iniziative concrete del Forum sono previsti programmi di approfondimento e di formazione per i quadri, con un particolare riguardo al tema del rapporto tra etica-valori-economia nell’era della globalizzazione.
Saranno appuntamenti che ci daranno l’opportunità di riflettere sulla capacità di tradurre in realtà il messaggio della dottrina sociale della Chiesa. Perché l’epoca che stiamo attraversando chiede a tutti noi, e ai cattolici impegnati nel sociale in primis, un urgente salto di qualità, una decisa assunzione di responsabilità. Esigenze che, insieme, vogliamo tradurre da dichiarazioni di
principio in azioni concrete.
Presidente Movimento Cristiano Lavoratori
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