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  SOLIDARIETA' e PARTECIPAZIONE, LA VIA PER IL FUTURO

Data di pubblicazione: Martedì, 28 Aprile 2009

TRAGUARDI SOCIALI / n.35 Marzo / Aprile 2009 :: SOLIDARIETA' e PARTECIPAZIONE, LA VIA PER IL FUTURO

Intervista al Segretario della Cisl Raffaele Bonanni

Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni risponde con piacere e sollecitudine alle domande che Traguardi Sociali gli pone sui temi più stringenti
dell’attualità politica, sociale ed economica.
E con un occhio particolare alla nascita del Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del Lavoro, nuova realtà
del mondo sociale, sindacale e associativo che, appena partita, già vanta un cospicuo numero di adesioni. E’ cuore di un’iniziativa che si ispira direttamente alla dottrina sociale della Chiesa cattolica e che trova in essa il suo faro, la sua guida, e in Bonanni – che ci spiega come “Aderendo
al Forum, la Cisl vuole fare sinergia con tutte le associazioni del mondo del lavoro ispirate alla dottrina sociale della Chiesa cattolica” – uno dei suoi principali attori, ispiratori e, ovviamente, sostenitori.
Segretario, come ci si deve preparare e quali strumenti approntare per fronteggiare l’attuale crisi economica?Serve innanzitutto un nuovo clima di unità e di coesione sociale che veda seriamente impegnate tutte le forze politiche, quelle di maggioranza ma anche quelle di opposizione e le parti sociali.
Tutti devono collaborare attivamente per rassicurare il Paese, oggi più che mai bisognoso di effettive tutele. Il sistema politico rilanci dunque la concertazione come avvenne già in altri momenti difficili della storia dell’Italia. Ciò che conta in questa fase così delicata è l’impegno concreto a garantire la salvaguardia del reddito dei lavoratori e nello stesso tempo l’attivazione di misure anticicliche. Ciascuno faccia la propria parte,
dica no alle contrapposizioni e sì alla condivisione.
Lo devono fare le imprese e il sindacato, stipulando accordi anti-crisi per mantenere il più possibile posti di lavoro attraverso i contratti di solidarietà.
Ed il Governo dal canto suo non può sfuggire ad un’assunzione di responsabilità che coinvolga nelle decisioni le parti sociali e tutto il mondo
dell’associazionismo.
Quali interventi concreti servono per fronteggiare l’attuale crisi occupazionale? La riforma degli ammortizzatori sociali e più investimenti in
questo settore, come indica il governo, il potenziamento della contrattazione decentrata o l’assegno di disoccupazione, come propone il Pd?
Di sicuro gli stanziamenti a favore degli ammortizzatori sociali sono una priorità. Noi lo abbiamo detto con forza: nessuno deve essere lasciato solo in questa crisi. Bisogna rassicurare le persone. Ma si può e si deve fare di più. Ad esempio dare immediata applicazione all’accordo tra Stato e Regioni sulle risorse economiche, innalzare in maniera consistente il sussidio previsto per i lavoratori a progetto, i più penalizzati dalla crisi, ridurre
ulteriormente i requisiti assicurativi sull’indennità di disoccupazione, ancora troppo elevati per la maggior parte dei precari. Per quanto riguarda le proposte del Pd, sono idee utili su cui si può discutere nel quadro dell’accordo che il Governo e le Regioni hanno trovato responsabilmente
e sulle risorse da destinare alla cassa integrazione.
Quali interventi di struttura e quali immediati per fronteggiare le carenze del sistema bancario?
Con le banche ci dovrà essere un rapporto di reciprocità. Se da una parte, infatti, con i soldi dei cittadini sosterremo gli istituti di credito, dall’altra, bisognerà chiedersi cosa faranno le banche per i cittadini, per gli utenti,
per le piccole imprese, per i lavoratori. La ricapitalizzazione dei principali
gruppi bancari di cui si sta tanto parlando oggi, sarebbe una buona opportunità di ripresa se ad essa si accompagnasse uno scambio fruttuoso tra sostegno pubblico alle aziende di credito e responsabilità sociale riconosciuta alle banche.
Solo così, infatti, si potrebbero garantire soprattutto alle micro-medie imprese del sud e delle aree del Paese più colpite dalla crisi, offerte di
investimento a tassi e condizioni vantaggiose. Le banche ricapitalizzate dovranno mantenere inalterati i propri livelli occupazionali senza esternalizzare le lavorazioni fuori dai confini nazionali per tutta la durata del sostegno pubblico.
Andrete avanti nella riforma della contrattazione, così come deciso con la Uil e Confindustria, oltre che con il governo, oppure vi condizionerà il no della Cgil? E perché la riforma degli assetti contrattuali difende e migliora
le retribuzioni dei lavoratori?

La Cgil si è autoesclusa dall’accordo sulla riforma del modello contrattuale, non sottoscrivendolo, ma questo suo comportamento incomprensibile non ci
impedisce affatto di andare avanti. Epifani deve capire che il ruolo del sindacato non è quello di fare opposizione sociale, ma quello di confrontarsi e alla fine trovare una mediazione.
Gli elementi perché l’unità sindacale si ricomponga ci sono tutti, ma non bisogna esitare: molti contratti, infatti, come quelli dell’energia e degli
alimentaristi sono già in scadenza. E’ ora di agire concretamente, superando, uniti, steccati ideologici e contrapposizioni sterili e improduttive.
Con la sottoscrizione della riforma degli assetti contrattuali i miglioramenti rispetto al passato saranno tanti. Si incomincerà a collegare la retribuzione a produttività e merito, si rafforzerà la contrattazione di secondo livello, verrà introdotto un calcolo dell’inflazione più credibile rispetto al tasso programmato e soprattutto più favorevole ai lavoratori. Si applicheranno, inoltre, procedure più semplici e chiare per i rinnovi contrattuali. E ci sarà anche una misurazione reale della rappresentanza sindacale, in modo da
prevenire i conflitti.
Che giudizio dà della riforma del diritto di sciopero nel settore dei trasporti, e sarebbe giusto estenderlo anche ad altre categorie?
Il Governo ha presentato una riforma del diritto di sciopero che riguarda solo i trasporti, frutto di un dialogo continuo con i sindacati.
Era stato lo stesso documento unitario di Cgil, Cisl e Uil a porre la questione di una regolazione della rappresentanza e del diritto di sciopero. Adesso ci confronteremo con il Parlamento per migliorare il testo soprattutto per quanto riguarda lo sciopero virtuale e la nuova commissione di garanzia nella quale non vogliamo che siedano politici, ma solo magistrati e tecnici. Per il resto ci sembra una formulazione abbastanza equilibrata che va incontro a ciò che la Cisl ha richiesto: circoscrivere l’intervento solo al settore dei trasporti a differenza delle altre categorie già ampiamente tutelate.
Ci sono leggi che funzionano benissimo in settori come enti locali e sanità. Solo nei trasporti c’era un effettivo vuoto normativo a cui si doveva
concretamente porre rimedio per conciliare il diritto di sciopero con il diritto dei cittadini alla mobilità.
E’ giusto aumentare l’età pensionabile delle donne, come chiede l’Unione europea? E solo nel settore pubblico o anche in quello privato?
è davvero penoso che dall’Unione europea arrivi solo l’ennesima raccomandazione a intervenire sul sistema pensionistico italiano. Il vero problema del nostro Paese è oggi quello di aumentare le pensioni e
non l’età pensionabile. La Cisl ha espresso la sua netta contrarietà alla riforma sia per il pubblico, sia per il privato, ritenendo che il governo dovrebbe piuttosto fornire alle donne che lavorano una serie di garanzie come asili nido e congedi parentali, riconoscendo e premiando ai fini pensionistici il ruolo e la funzione sociale svolta dal mondo femminile.
La Cisl va a congresso. Quali saranno le sue parole d’ordine, per il presente e per il futuro?
Coesione, unità, dialogo: questi i punti forti della Cisl. Il congresso che si terrà a Roma dal 20 al 23 maggio sarà ispirato a un modello di sindacato partecipativo, pronto a misurarsi concretamente sui problemi che oggi
più che mai investono il Paese. La tutela e la salvaguardia dei lavoratori e
delle loro famiglie è stata e sarà sempre alla base del nostro agire nella consapevolezza che soltanto superando inutili divisioni ideologiche si
raggiungeranno veri risultati per lavoratori, pensionati,
cittadini. Siamo convinti che sia necessario aprire una nuova stagione di concertazione, dove le riforme della politica del lavoro e dello Stato sociale siano veramente rivolte a sostenere i soggetti che hanno più difficoltà in questa situazione di crisi.
E’ nato il Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del Lavoro. Perché la Cisl vi partecipa? Quali obiettivi si pone, tramite esso? E quali sono i principi ispiratori che vi guidano, in questa impresa? Aderendo al Forum, la Cisl vuole fare sinergia con tutte le
associazioni del mondo del lavoro ispirate alla dottrina sociale della Chiesa cattolica. Abbiamo inteso raccogliere il messaggio di Benedetto XVI sulle
condizioni per uscire dalla crisi economica, attraverso una maggiore coesione e solidarietà. Occorre uscire da un capitalismo selvaggio e senza regole, non costruito sull’uomo, ma solo sulla logica del profitto. Per questo
bisogna ricostruire da queste macerie una nuova prospettiva che parta dall’intelligenza, dalla collaborazione tra capitale e lavoro e che ponga
la persona al centro di ogni processo produttivo.
E’ su questa base che la nostra economia può ripartire coniugando il capitalismo con gli insegnamenti e le indicazioni della dottrina sociale
della Chiesa. In particolare, il Forum da una parte intende salvaguardare e potenziare il patrimonio di risorse umane e produttive del mondo
del lavoro e, dall’altra, predisporre interventi a favore delle famiglie, delle donne, dei diversamente abili, le categorie più deboli ed emarginate
della società.
Infine, cosa vi aspettate dalla nuova enciclica sociale di Benedetto XVI?

La Cisl attende con interesse l’enciclica del Pontefice. Sarà un momento importante di riflessione e di stimolo per tutte le associazioni impegnate nel
mondo del lavoro. Abbiamo molto apprezzato che il Papa nella recente udienza concessa alla Cisl abbia ricordato l’Enciclica Laborem exercens di Giovanni Paolo II, e il ruolo indispensabile dei corpi sociali e del sindacato nella vita comunitaria. Siamo convinti che la parola di Benedetto XVI gioverà al cammino di un’associazione come la Cisl, storicamente ispirata
ai valori della dottrina sociale della Chiesa, impegnata in continue conquiste per il lavoro e nella costruzione di una democrazia moderna che per essere tale deve saper tenere assieme la parola solidarietà con quella altrettanto impegnativa di partecipazione.
Ettore Colombo


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