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  POPOLARISMO, TERRITORIO, VALORI: LE CHIAVI PER IL FUTURO

Data di pubblicazione: Martedì, 28 Aprile 2009

TRAGUARDI SOCIALI / n.35 Marzo / Aprile 2009 :: POPOLARISMO, TERRITORIO, VALORI: LE CHIAVI PER IL FUTURO

A Viareggio la Conferenza dei circoli MCL

Ripensare la presenza sul territorio e rafforzare il senso dell’identità popolare per renderla più efficiente ed efficace di fronte alle sfide del nostro
tempo: questo l’obiettivo della due giorni promossa dal Movimento Cristiano Lavoratori a Viareggio, presso il Centro Congressi Principe di Piemonte, dal
20 al 21 febbraio. Settecentocinquanta delegati, in rappresentanza dei 318.000 iscritti al MCL, presenti su tutto il territorio italiano in circa 3.000 Circoli e sedi dei Servizi del Movimento, si sono incontrati, insieme a quasi un migliaio di Amministratori Locali iscritti al MCL e a una nutrita rappresentanza del MCL di Germania, Belgio, Francia, Gran Bretagna,
per una due giorni di dibattito sul Movimento, sulle possibili linee future lungo le quali incentrare il proprio impegno nei mesi a venire.
Linee che sono state chiaramente indicate dal Presidente Carlo Costalli nell’essenza popolare del MCL, nel radicamento territoriale e nella difesa dei
valori dettati dalla dottrina sociale della Chiesa. “Oggi rimanere legati alla natura popolare del Movimento senza cadere nel populismo che da
molte parti affiora – dalla politica leaderistica, ai santoni dell’antipolitica – vuol dire anche ripensare le forme di rappresentanza e rafforzare la nostra presenza articolata e plurale nei differenti territori del Paese”, ha detto Costalli. “Essere un Movimento popolare vuol dire credere che esiste ancora un popolo, che cioè non tutto si riduce a individui e a relazioni strumentali tra
loro. Vuol dire ribellarsi ai tentativi (di destra o di sinistra) di delegittimazione di ogni forma di rappresentanza, da quella politica, a quella sindacale,
a quella sociale”.
Ma il concetto di popolo avanza, sempre, strettamente unito a quello di territorio: “E’ nel territorio che crescono, si consolidano, si affermano i
valori fondamentali della famiglia, del rispetto della persona e della vita, della solidarietà, dell’amore per le proprie tradizioni e per l’ambiente. Ed è
sempre nel territorio che nasce il senso comunitario dell’esistenza”.
Per Costalli questo stretto radicamento deve tradursi in concrete strategie e progetti da mettere in campo: “dal rafforzare l’impegno all’ascolto da parte
delle diverse realtà territoriali, al promuovere un progetto formativo unitario, al predisporre reti tematiche all’interno del Movimento per rendere tangibile
il valore aggiunto di trovarsi in un’unica entità (dalla Lombardia alla Sicilia, dalla Toscana alla Puglia), almeno su alcuni temi: dalla difesa dei ‘valori non negoziabili’ ed alla nostra identità, al dare spazio e coinvolgimento ai nostri giovani, agli anziani, alla cooperazione internazionale, al sostegno agli immigrati, ecc.”.
La presenza del MCL sul territorio è ancor più significativa perché si richiama ai valori fondanti della dottrina sociale della Chiesa: è una presenza che nasce “nel nome dei nostri valori, non di un’ideologia, in nome di un ideale di popolo, non di un’utopia. Non per presidiare ma per rappresentare”.
E a proposito di ‘valori non negoziabili’, leit motiv della due giorni è stato naturalmente il tema del testamento biologico e della difesa della vita, dal suo concepimento fino alla morte naturale, argomento principe della cronaca anche per il drammatico epilogo del caso Englaro – tema sul quale il MCL si è pronunciato a più riprese, auspicando che i cattolici facciano sentire forte la propria voce votando in modo compatto e al di la’ degli schieramenti di partito una legge sul fine vita –.
Questioni delicate e complesse, sulle quali si è pronunciato anche Luca Antonini, vice presidente della Fondazione per la sussidiarietà e docente
di diritto costituzionale all’Università di Padova, che ha sottolineato come sia deprecabile il tentativo di molti di utilizzare la Costituzione a seconda
dei propri fini strumentali e ideologici, stravolgendone i dettami e lo spirito: “molti parlano della Costituzione come della Bibbia laica quando
invece l’hanno già tradita a priori facendole dire, strumentalmente, concetti che non vi sono espressi”. Antonini ha citato l’esempio del diritto a morire,
che alcuni pretenderebbero di desumere dalla Carta Costituzionale: non è cosi, ha detto, “figuriamoci che i padri costituenti erano dei cattolici e non era affatto nelle loro intenzioni garantire un diritto a morire!”.
Sul filone dei valori da difendere anche l’intervento del Sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, che, in collegamento telefonico da Roma, ha
ricordato alle migliaia di presenti in sala come il caso Englaro abbia segnato “uno spartiacque nella percezione della gente su questioni fondamentali Insomma, in tempi di crisi – anche valoriale – serve un sussulto di coraggio per rilanciare verso il futuro: “Le forze cristiane e popolari devono dare forza e voce al Paese; nelle comunità locali bisogna
porre fondamenta nuove valorizzando le radici antiche di una storia luminosa’’, ha ricordato Costalli concludendo la due giorni. “Ripartiamo dall’abitare i territori, senza tentennamenti, portando le nostre proposte di lavoratori e di cristiani laddove ci sono i giovani, le famiglie, gli anziani, che non cercano compassione ma vogliono essere considerati risorse per la comunità”. Rispondere alle emergenze dell’epoca attuale significa fare “dei nostri Circoli e delle sedi dei Servizi, sempre più non solo dei punti di ritrovo, di aggregazione e di festa, ma anche luogo di formazione e di cultura, luogo di dialogo e di riflessione sui valori e sugli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa”. In tal modo il Movimento potrà realmente incidere nella società, offrendo un proprio determinante contributo per formare uomini e donne che, preparati e attenti alla difesa dei valori irrinunciabili,
siano una risposta ai problemi che affliggono il nostro tempo. come la vita e la morte”. “Noi non ci battiamo solo a difesa della vita, ma a difesa del senso dell’umano” ha proseguito il Sottosegretario, ricordando la comune battaglia, combattuta anche insieme al MCL, in occasione del Family Day. “Quello che ci incoraggia ad andare avanti è che c’è un senso comune a difesa della famiglia, che è forte e radicato nell’opinione pubblica e che sfida tutti i prototipi costruiti dalle elites, dai giornali, dall’informazione e da un certo tipo di cinema e di televisione. Oggi – anche di fronte alle decisioni dei magistrati - è importante fare una buona legge sul fine vita, che metta dei punti fermi e dei paletti”, ha concluso la Roccella.
Valori e presenza attiva dell’associazionismo, dunque, come cardini della crescita sociale. Lo ha sottolineato pure Mons. Angelo Casile, direttore
dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, che, nel ricordare come la crisi in corso non sia solo economica, ha indicato la via per
uscirne proprio nel mondo dell’associazionismo: “un circolo cristiano deve avere uno stile concreto, fatto di ascolto e di accompagnamento”, ha ammonito Mons. Casile.
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