“Se con la tua bocca professerai che Gesù è il Signore, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo”.
Ho pensato a questo versetto di una lettera di Paolo che scrive ai Romani per accompagnare il tempo pasquale e ripensare all’impegno che, come
cristiani, siamo chiamati a vivere. Nel versetto che ho proposto, ci sono infatti due modi per impegnarci. Il primo richiama fortemente alla “testimonianza evangelica” del nostro modo di agire e di proporci. La professione di fede in Gesù “il Signore”, infatti San Paolo richiama i suoi interlocutori e destinatari, ma anche ciascuno di noi, così: “Se con la tua bocca professerai che
Gesù è il Signore…”; è quindi la conseguenza della nostra fede. Non si ferma però al solo enunciato, quanto piuttosto fa seguire il comportamento
di ciascuno, e la visibilità attraverso le opere. Probabilmente dobbiamo avere il coraggio di uscire “dalle ovvietà” per dare senso e visibilità al nostro operare, sia come cristiani a livello personale, sia come persone impegnate in un movimento di testimonianza come è il MCL. Il secondo richiamo, che è anche un coinvolgimento fortemente personale è: “e con il tuo cuore crederai
che Dio lo ha risuscitato dai morti”. Credere con il cuore! E’ un’espressione molto bella ed impegnativa; la disponibilità del cuore è il senso pieno di partecipazione. E’ anche il modo per vivere l’offerta in modo personale e totale! Credere con il cuore, significa dare senso e la pienezza dell’amore, senza limiti e ipocrisie, senza falsità o inquinamenti, credere con il cuore è la scelta totale del Cristo perché entra a far parte della mia vita, e che “condiziona” nella “libertà vera” il modo di propormi come cristiano, e come cristiano del Movimento. La conseguenza di queste sollecitazioni è: “Sarai salvo”. Questa è la certezza che tutto non è vano, e che Cristo si presenta alla nostra disponibilità, offrendoci la disponibilità della sua vita, del suo sacrificio, il motivo della sua incarnazione: “la nostra salvezza”.
Se la Pasqua cristiana, riscopre il senso del coinvolgimento
di ciascuno, non è stata vana “la Croce”, noi allora saremo i beneficiari di questo dono e godremo pienamente i frutti della Resurrezione.
Non posso non invitarvi, in questo tempo, ad andare a leggere il brano del Vangelo di Luca che la liturgia della Pasqua colloca alla messa vespertina
della domenica.
E’ il racconto di Emmaus! Riletto nel clima Pasquale ci farà provare l’emozione del racconto e, penso, se riletto con “cuore” diventerà motivo
di testimonianza del nostro agire “con la bocca”. Quel “rimani con noi” che i discepoli propongono al viandante, è la serenità di non camminare
da soli, la sua presenza sarà motivo di sprone a riprendere ogni giorno la nostra: “testimonianza evangelica”.
Don Checco