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  Verso l’assemblea dei circoli

Data di pubblicazione: Lunedì, 27 Ottobre 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.32 Settembre / Ottobre 2008 :: Verso l’assemblea dei circoli

A febbraio un’assemblea straordinaria Mcl


A FEBBRAIO UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA MCL
VERSO L’ASSEMBLEA DEI CIRCOLI


       Ho avuto il piacere di partecipare, con un bel gruppo di Mcl formato prevalentemente da giovani, al Seminario di Retinopera tenutosi ad Assisi negli ultimi giorni di settembre. Lì mi è capitato di sentire, tra le varie relazioni ed interventi (del presidente Costalli, dei vescovi Crepaldi, Miglio e Betori, del prof. Antonimi, di Aldo Bonomi, ecc.), quella del prof. De Rita, fondatore del Censis, centrata sull’invito ai cattolici a non indulgere eccessivamente nel ritorno al “sacro” a scapito del “santo”, intendendo con questo l’immersione della fede nella dinamica sociale. Tesi già espressa nell’intervento, dello stesso De Rita, dal titolo “La modernità della Chiesa”, pubblicato in agosto dal Corriere, che ha avuto successivi riscontri di Severino, Melloni e altri.

       Tre sarebbero, secondo De Rita, le scelte “strategiche” della Chiesa che ne determinerebbero la modernità: l’attenzione alle comunità locali, l’attenzione privilegiata ai giovani, una gestione articolata sacro/profano che, accanto ai richiami alla sacralità della vita e della morte, del matrimonio come dei riti religiosi, irrobustisca una presenza di forte animazione sociale e pastorale alla vita di tutti.

       Possiamo allora affermare che anche il nostro Movimento si muove in piena sintonia rispetto a quella “modernità” che si articola nelle tre linee di azione indicate: concretizzare la fede nell’azione sociale e politica non limitandosi all’affermazione dei principi (lasciando a De Rita qualche eccesso di critica rispetto alla tendenza ad un ritorno al “sacro”), attenzione particolarissima alla crescita di uno stuolo di giovani in grado di essere presto gruppo dirigente e l’attenzione al territorio quale costante e prioritario impegno associativo.

       Proprio riguardo a quest’ultimo punto, quale conseguenza del mandato congressuale e dell’ultima assemblea programmatica, si è avviato il percorso per un’assemblea straordinaria dei circoli che si terrà nel prossimo mese di febbraio. Un’associazione e un movimento sono, per loro stessa natura, fondati sulla dimensione territoriale e, in questa, il “circolo” o gruppo locale è lo strumento privilegiato per contribuire alla costruzione di una comunità.

       Il circolo è prima di tutto un “luogo”: antitesi ai tanti “non luoghi” in cui normalmente gli uomini vivono ma, di fatto, si ignorano. Vivono gli uni accanto agli altri ma, come dice Tocqueville, ognuno di essi è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli ed i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto, vive in se stesso e per se stesso……

       I nostri “non luoghi” li conosciamo bene: sono i centri commerciali, la strada ed il suo traffico, la televisione, gli stessi giornali, in alcuni casi anche la stessa vita politica, quando alla discussione e alla ricerca del bene comune si sostituisce l’acritica difesa di “parte” ed il “leaderismo”.

       Tanti “non luoghi” non creano né identità singola né relazione, ma solitudine e similitudine. Nella comunità locale, invece, il circolo è, o deve tornare ad essere, il “luogo” di un ethos condiviso, di un modo comune di intendere la vita e di interpretare quella storia che siamo direttamente chiamati a costruire, e non a subire senza reazioni. A maggior ragione ciò è necessario quanto più si diffonde un individualismo esasperato e il rifugiarsi nelle proprie singole faccende private senza alcuna attenzione al bene di tutti, iniziando dal servizio al proprio territorio, ricreando una mentalità partecipativa, ritessendo relazioni per una nuova cultura che tutti abbiamo il dovere di affermare in funzione dei talenti ricevuti. Possiamo come singoli cristiani, ed ancor più come Movimento, rassegnarci alla situazione che ci circonda e vivere nella neutralità e nell’indifferenza?

       Per poter essere fermento e riferimento dobbiamo insieme riprendere un cammino formativo per diventare sempre più persone che sanno quello che dicono e perché lo dicono, senza ridursi a essere sciocche casse di risonanza di interessate opinioni altrui.

       La strada è quella di una sinergia forte con le altre realtà locali in un cammino condiviso, ad iniziare dalla parrocchia, spazio privilegiato di impegno. Dunque “luogo” di formazione alla vita cristiana, fonte e fondamento della stessa nostra esperienza associativa; poi luogo di formazione a una cittadinanza responsabile, al prendersi cura della “città” in cui si è inseriti. Ed ancora di testimonianza e diffusione dei principi e carismi tipici del Movimento come il sociale e il lavoro, incontrando i giovani da non recintare in gruppi autoreferenziali purché non facciano danno, ma pienamente inseriti nel progetto, nell’elaborazione, nella gestione. Infine il circolo è luogo di incontro con le persone e con i loro bisogni, le loro esigenze cui dare risposta attraverso le molteplici sfaccettature delle attività del Movimento stesso.

       Questi mesi di preparazione alla conferenza nazionale siano utili ad una riflessione nei circoli stessi, nelle sedi provinciali e regionali, nella consapevolezza che la vita stessa del nostro Movimento e, più in generale, dei cattolici impegnati nel “santo” (secondo la definizione di De Rita), passa obbligatoriamente attraverso la ripresa forte, vivace, propositiva, di una rete di presenze territoriali anche in previsione di un rinnovato ruolo delle istituzioni pubbliche locali in un quadro di federalismo che, vogliamo sperare e su questo intendiamo contribuire, sarà fondato su una corretta sussidiarietà, anche orizzontale, con la presa di responsabilità della società civile, dunque anche nostra.


Noè Ghidoni

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