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  Editoriale

Data di pubblicazione: Martedì, 29 Novembre 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.17 Settembre / Ottobre 2005 :: Editoriale

Verso il Congresso Nazionale: questione politica e ruolo dei corpi intermedi


VERSO IL CONGRESSO NAZIONALE:
QUESTIONE POLITICA E RUOLO DEI CORPI INTERMEDI


       Avviandoci al Congresso Nazionale è indispensabile accelerare una riflessione sulla ‘questione politica e sul ruolo dei corpi intermedi’. E’ giunta l’ora di liberarci da quel complesso di inferiorità che ci rende da una parte ‘accattoni di considerazione’ rivendicando spazi di rappresentanza sociale, spesso in concorrenza tra noi, e dall’altra parte subalterni (o collaterali) rispetto ai cosiddetti ‘rappresentanti istituzionali’.

      A questo punto della legislatura ci dobbiamo porre con serenità e tranquillità anche una questione seria. E cioè se questo modello bipolare consenta o meno l’esercizio di quelle politiche riformiste e concertative(qualche volta bipartisan) che noi auspichiamo. Se guardiamo alla legislatura che si chiude possiamo davvero dire che il modello bipolare, così come è stato messo in campo, abbia funzionato? Sì, in termini di stabilità di Governo, ma sempre valorizzando le forze minoritarie e più radicali degli schieramenti a danno di quelle più moderate. Mutuando il linguaggio dell’economia possiamo dire che ha funzionato una sorta di ‘utilità marginale’ o, se vogliamo, potere di ‘ricatto’. E’ dunque necessario che si pongano ormai in essere dei correttivi, capaci di rendere più stabile l’azione di governo. Non in termini di durata ma di governabilità.

      E’ pertanto necessaria una svolta importante, che va attuata ricercando mezzi e formule che possano offrire programmi alla politica del confronto e della concertazione per ‘governare’, dal centro, con il contributo e il consenso di una democrazia diffusa e partecipativa.

       L’associazionismo cattolico, e il Mcl in particolare, non porta voti: porta problemi da risolvere e valori del mondo che rappresenta. Sta ai Partiti scegliere se assumerli nel proprio programma, sostenerli, e quindi conquistarsi la fiducia degli elettori. E’ un passaggio difficile soprattutto nell’attuale crisi della democrazia partecipativa, ma il nostro riformismo può essere un valore dialettico e positivo. Liberisti e sinistra radicale sono entrambi, per opposti motivi, contrari alla cultura della partecipazione sociale.

       Le forze che vogliono fare del sistema partecipativo di relazioni il nerbo della competitività del Sistema Italia, e della coesione sociale lo scopo della loro azione collettiva, debbono uscire allo scoperto e costruire una strategia credibile. Esistono nella maggioranza, oltre ai nazionalisti, populisti e liberisti, anche riformisti in grado di impegnarsi in questa direzione?

       Nell’opposizione, oltre ai girotondisti, ai teorici del conflitto permanente, ai sacerdoti dell’intransigenza di classe, c’è un’area di riformismo in grado di sostenere con coerenza queste proposte?

      Noi vogliamo, nonostante tutto, pensare che all’interno dei due schieramenti ci siano molti che ritengono che alcuni temi non debbano essere affrontati in una logica di bipolarismo esasperato, in cui prevalga, al di là del merito, l’interesse di schieramento. Molte forze sono pronte ad assumersi, in autonomia, le proprie responsabilità, e noi fra queste, nell’indicare le strategie e gli strumenti.

       Di qui il nostro appello ai riformisti, principalmente a quelli che partono da comuni radici cristiane, per rinnovare il sistema di relazioni e divenire la leva della nuova modernizzazione in una logica di coesione sociale, per creare un luogo dove tutti coloro che hanno veramente a cuore il futuro del Paese e la sua necessaria modernizzazione possano incontrarsi, confrontarsi, progettare. E’ indubbio che, nell’attuale maggioranza di Governo, ci siano delle forze politiche che la pensano come noi! A queste guardiamo con grande attenzione e a queste ci appelliamo per evitare dannose derive. Sosteniamo da tempo che occorre riportare il dibattito sui contenuti, sui programmi, e non sul ‘contenitore’. Un esempio concreto potrebbe essere la riforma del mercato del lavoro, voluta dal Prof. Marco Biagi. Una riforma che va nella giusta direzione e rappresenta il punto di partenza per un progetto complessivo di modernizzazione del mercato del lavoro. Uno dei provvedimenti più positivi di questo Governo. Una riforma che la sinistra radicale (una volta al Governo) vorrebbe abolire; una riforma che Prodi vuole ‘sostanzialmente’ cambiare e su cui noi, invece, abbiamo espresso giudizi positivi. Una riforma che il MCL (ma anche la CISL), vuole completare con la codificazione di uno Statuto dei Lavori e con una radicale riforma degli ammortizzatori sociali.

       Apriamo un dibattito su questo: nel merito però, e non con posizioni ideologiche, antagoniste.

         E ancora: per noi è di primaria importanza la ‘questione antropologica’ in cui vengono messi in discussione l’uomo ed il suo futuro, come è apparso chiaro durante la campagna per il Referendum sulla procreazione assistita. La manipolazione dell’uomo, una ricerca senza limiti che propone la ‘perfezione umana’, la difesa della vita sin dal suo concepimento, i matrimoni gay, l’eutanasia…

         Il dibattito si è riacceso con le recenti proposte di Prodi sulle unioni di fatto che sono l’ennesimo esempio di una politica senza idee, pronta a svendere se stessa pur di accaparrarsi qualche voto in più.

         Una sinistra incapace di fare proposte concrete sul piano sociale e delle politiche pubbliche e che cerca una risposta alla propria crisi rilanciando posizioni anticlericali di stampo ‘zapaterista’.

         Anche su questo tema il mondo cattolico deve uscire allo scoperto, senza complessi di inferiorità né rispetto alle altre culture né rispetto alla politica.

         Dopo le tante speranze dei mesi scorsi non inutili appelli all’unità ma terreni fertili di confronto su cui misurare realmente l’autonomia e la disponibilità a lavorare insieme. Anche su questo, al Congresso, lanceremo proposte concrete e trasparenti.


Carlo Costalli



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