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  Cattolici, come uscire dall’irrilevanza politica

Data di pubblicazione: Giovedì, 2 Maggio 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.58 Maggio 2013 :: Cattolici, come uscire dall’irrilevanza politica

Presentato a Roma il libro sui 40 anni del MCL.

Il libro “Nel mondo perché cristiani. I quarant’anni del Movimento Cristiano Lavoratori” non è solo la testimonianza di un percorso associativo che si snoda attraverso quattro decenni fondamentali per il Paese, è anche la documentazione di tante battaglie politiche e sociali che hanno segnato il nostro recente passato. Se ne è parlato a Roma, all’Auditorium Antonianum, dove il 21 marzo si è tenuta una tavola rotonda moderata da Luca Collodi, Capo Redattore di Radio Vaticana, organizzata dalla Fondazione Italiana Europa Popolare e da Edizioni Traguardi Sociali per presentare il volume.
Un’opera che, come ha rilevato il prof. Evandro Botto, direttore del Centro di Ateneo per la Dottrina Sociale della Chiesa, nonché curatore del volume, “guarda al percorso del MCL attraverso la storia recente convogliando le analisi di eminenti studiosi – storici, sociologici, giuridici – del calibro di Lorenzo Ornaghi, che ha curato la prefazione, Daniele Bardelli, Michele Tiraboschi, Giancarlo Rovati, Vittorio Emanuele Parsi. E con l’intervista allo storico cofondatore di MCL, Giovanni Bersani (poi divenuto presidente del Movimento) e, infine, cone le riflessioni dell’attuale Presidente Carlo Costalli, autore della postfazione”.
L’iniziativa, caduta a ridosso delle recenti elezioni, ossia in un momento delicatissimo per i cattolici impegnati nel sociale e in politica, non poteva non scivolare inevitabilmente sul terreno della stretta attualità: “E’ l’ora che i cattolici si sveglino dal torpore in cui sono ‘caduti’ a seguito delle ultime vicende accadute dopo Todi2”, ha affermato Costalli. “La realtà è che i cattolici quando si sottomettono alla logica dei partiti appoggiandoli là dove gli viene riconosciuto uno scampolo di presenza (e potere), sono ben accetti (al prezzo del loro silenzio). Anche se, alla prima occasione, vengono spesso cestinati; quando, invece, puntano a ricomporre un movimento ispirato a valori di riferimento diventano scomodi e si tenta in tutti i modi di ostacolarli”.
Per questo, ha detto ancora il presidente del MCL, “abbiamo ripreso a parlare di una nuova Camaldoli: per offrire al Paese un progetto, prima culturale poi, eventualmente, politico, in grado di affrontare le grandi emergenze - etico-morale, istituzionale, rappresentativa e sociale - per una nuova ‘visione’ dell’intero Paese, per un nuovo progetto, per essere ‘presenti’ nella nuova stagione costituente che ci attende”.
Uno stretto giro di tavolo, cadenzato dalle domande di Luca Collodi, esperto conoscitore della realtà del mondo cattolico e delle sue problematicità.
Per Mimmo Delle Foglie, direttore del Sir e presidente di Copercom, la disfatta delle rappresentanze cattoliche in questa tornata elettorale è dovuta al fatto che “nessuna componente cattolica si è espressa in modo esplicito. L’esperienza di Todi 1 e 2 (che rappresentava il tentativo di ripartire da una proposta del sociale per coagulare una proposta politica) era troppo per un Paese già in guerra: è stata una fuga in avanti pagata poi da tutti”.
E tuttavia, ha aggiunto il direttore del SIR, “la favola della caduta della democrazia parlamentare che sarebbe avvenuta in questa tornata elettorale è un ‘assurdo’: in realtà ben 7 elettori su 10 hanno votato i vecchi partiti e la protesta brutale si è fermata al 25%. Ma questo non è certo un salvacondotto”. Il nodo cruciale, secondo Delle Foglie, è che “bisogna tornare a ragionare politicamente” per far uscire i cattolici dall’irrilevanza che al momento vivono sul piano della rappresentanza politica.
Una delle questioni più spinose, ha notato Collodi, è che “il mondo cattolico non fa notizia o, se la fa, è in modo assolutamente negativo, per scandali di bro sui 40 anni del MCL dall’irrilevanza politica varia natura. Perché la comunicazione cattolica non riesce a passare?”.
La risposta è venuta da Andrea Melodia, Presidente dell’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana), secondo il quale “nel momento in cui si comunicano valori forti, il popolo non riesce più a farne a meno, proprio come sta accadendo in questo momento per il Papa Francesco. Abbiamo avuto dal nuovo Papa una grande lezione di comunicazione attraverso immagini, scelte semplici, dirette, che sono arrivate immediatamente”. Ebbene, si è chiesto Melodia, come può “il mondo cattolico pensare di conquistare le pagine dei giornali parlando di valori non negoziabili?”. Sotto quest’ottica “Todi 1 e 2 sono stati dei grandi fallimenti in termini di comunicazione”, ha aggiunto.
Dell’aspetto della presenza della Chiesa sul territorio se ne è occupato Francesco Zanotti, presidente della Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici): “C’è un deficit di comunicazione e di ascolto – ha detto -. C’è una vita della nostra Chiesa che non viene colta ma che pure c’è…”. Per questo, ha concluso, bisogna “parlare del Papa e di noi in termini di vita che scorre e non si è mai interrotta: e questa è una nostra responsabilità. Dunque – ha concluso - non c’è niente da ‘ricominciare’, bisogna solo proseguire”.
Insomma, il mondo cattolico si trova a un bivio, come ha sintetizzato il presidente Costalli chiudendo i lavori: “non vogliamo essere succubi ma cattolici protagonisti. I cattolici sono pochi, divisi e silenziosi. Adesso dobbiamo ripartire, rimetterci in gioco: nel mondo cattolico, ora lo spartiacque è fra chi si è ormai assuefatto alla sconfitta, all’irrilevanza, al torpore e chi invece non si arrende, non diserta, non rinuncia ad una prospettiva, ad un progetto, ad una speranza”.

Fiammetta Sagliocca
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