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  Un blocco sociale per una nuova generazione di cattolici

Data di pubblicazione: Martedì, 5 Luglio 2011

TRAGUARDI SOCIALI / n.48 Luglio / Agosto 2011 :: Un blocco sociale per una nuova generazione di cattolici

Editoriale a cura di Carlo Costalli.

L’evoluzione politica degli ultimi anni ha innegabilmente segnato la progressiva perdita di visibilità, di peso e di iniziativa politica dei cattolici in entrambi gli schieramenti. Ed è per questo che, al di là dell’insistenza sui “principi non negoziabili”, le gerarchie ecclesiastiche hanno iniziato ad auspicare una nuova generazione di politici cattolici.
Nonostante l’esperienza del Progetto Culturale della Chiesa italiana, ideato e portato avanti dal Cardinale Ruini, per cercare di attrezzare il mondo cattolico evitando che diventi subalterno ad altre culture, le scuole di formazione politica non si sono dimostrate efficaci.
Per la dirigenza ecclesiale si aprono diverse prospettive. Continuare sulla via segnata, limitandosi ad individuare nel quadro politico in grande movimento i leaders cui aprire nuove linee di contatto preferenziale - a partire da Tremonti per esempio, che anche Bonanni, nel suo libro “Il tempo della semina”, definisce testualmente “una delle persone più colte, brillanti e preparate della compagine governativa” -. Oppure inseguire la prospettiva - lunga, molto lunga - di una nuova generazione di politici “cattolici doc”, da creare nei laboratori e nelle scuole di politica legate alla diocesi (dove queste scuole esistono).
Quello della presenza dei cattolici, del loro contributo alla vita del Paese, dell’apporto positivo e decisivo di chi si fa interprete non selettivo della Dottrina sociale, rimane dunque un tema attualissimo, certamente non riconducibile soltanto alla difesa o meno di certi valori. Perché non ci si può certamente astrarre dal contesto in cui viviamo, rifuggire dalla complessità e dalle sfide concrete e arretrare nella difesa dei nostri valori. E poi magari denunciare chi, nell’agone della politica, cerca pazientemente, giorno dopo giorno, di ottenere la migliore copertura legale possibile di beni inalienabili come la vita.
Possiamo uscire da questa grave crisi solo con un coinvolgimento responsabile di tutti, che rilanci, pur nel rispetto delle varie posizioni, un ampio progetto di riconciliazione nazionale. Senza dimenticare poi la necessità di rivedere la legge elettorale, tema che noi non abbiamo mai abbandonato: anche se la legge elettorale da sola non basta per garantire il “buon governo”.
Qui si inserisce il ruolo delle grandi organizzazioni sociali di lavoratori cristiani, a partire dal “nostro” Forum creato dal MCL con CISL, Confcooperative, Confartigianato, CDO e ACLI che sta decollando anche nelle varie regioni, e che si è rafforzato con la recente adesione della Coldiretti.
Il Forum è il nucleo centrale dell’idea di blocco sociale che è stato il tema del nostro Congresso Nazionale, ed a cui dobbiamo guardare in futuro sempre con più attenzione.
Un blocco sociale per dar vita ad una nuova generazione dei cattolici, non può prescindere dalle grandi reti associative e dai corpi intermedi che le costituiscono, in primis il Forum, che in questi anni difficili hanno garantito ampi spazi di democrazia partecipativa. Perché dobbiamo essere estremamente chiari: è necessaria una ristrutturazione radicale del bipolarismo che si è cercato di piegare in senso partitico, e occorre cambiare forma e struttura dei partiti, oltre che della classe dirigente. Solo questo passaggio può portarci ad una vera democrazia partecipata.

Carlo Costalli
Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL)
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