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  L’integrazione europea nei Balcani occidentali

Data di pubblicazione: Venerdì, 24 Gennaio 2020

TRAGUARDI SOCIALI / n.97 Gennaio / Febbraio 2020 :: L’integrazione europea nei Balcani occidentali

Il ruolo delle organizzazioni dei lavoratori per favorire il dialogo sociale

Una porzione d’Europa che, per la sua posizione geografica e la storia che vi si è addensata, può essere considerata e letta, con conseguenze politiche assai diverse a seconda di quale visione si decida di assumere, come una faglia (insistendo sul suo determinare la rottura di una presunta continuità identitaria) o come un possibile tessuto connettivo (evidenziandone la natura di crocevia e punto di contatto tra aree, modelli culturali e religiosi).
Di certo non sono una questione derubricabile per l’Unione Europea, anche considerando le brame egemoniche mai venute meno da parte di attori esterni, i Balcani. Ha quindi un significato rilevante il recente seminario internazionale di studi voluto dal MCL ed Efal, unitamente alla Fondazione Italiana Europa Popolare, nell’ambito della rete continentale Eza, con la partecipazione di autorevoli rappresentanti dei suoi partner in quest’area. Nel solco di una lunga e consolidata attenzione, guardando in particolare a quanto l’amicizia transnazionale anche operativa dei corpi intermedi può positivamente determinare, dal 4 al 6 febbraio scorsi a Bucarest, si è fatto il punto su “L’integrazione europea dei Balcani occidentali: il ruolo delle organizzazioni dei lavoratori per favorire il dialogo sociale”.
I lavori della giornata di mercoledì, coordinati da Piergiorgio Sciacqua (co-presidente Eza) e Tonino Inchingoli (Segretario generale del MCL), sono stati aperti dall’indirizzo di saluto di Monsignor Aurel Perca, arcivescovo della capitale romena, che ha sottolineato quanto “i cattolici possano essere protagonisti di una costruzione dell’incontro tra i popoli, forti del patrimonio rappresentato dalla Dottrina Sociale, che non può non essere considerato un fondamento nell’edificazione di una vera e ampia unità politica del Continente”. Sul caso romeno, che di essa non senza fatiche è parte, si è concentrato don Francisc Ungureanu, Segretario della Conferenza Episcopale e Presidente del Mcl Romania. A seguire, quattro relazioni hanno inquadrato le sfide in campo. Quelle di Piergiorgio Sciacqua e Franjo Topic (presidente onorario di Napredak) hanno tratteggiato il contesto complessivo, mentre Bogdan Hossu (presidente di una delle più rilevanti organizzazioni sindacali del Paese ospite, Cartel Alfa) e Paolo Cesana (direttore della Fondazione Clerici) si sono rispettivamente concentrati su “Il pilastro sociale europeo: nuovo strumento per rafforzare il lavoro degno per tutti” e in merito a “La formazione professionale è la chiave dello sviluppo: l’esperienza italiana e le politiche del lavoro. Nuove frontiere”.
I vari interventi, poi, hanno ben espresso l’impegno delle realtà di rappresentanza dei lavoratori per rafforzare la società civile e concorrere a costruire “dal basso” le condizioni per un allargamento dell’Unione Europea. Una serie di sintetiche quanto efficaci istantanee dello stato dell’arte, con specifico riferimento alle realtà nazionali e senza nascondere l’impatto negativo del raffreddarsi della disponibilità a una stagione d’ulteriore integrazione nella casa comune, sancita dal brusco stop posto dal Presidente francese Emmanuel Macron.
Su quanto sta accadendo nella Repubblica della Macedonia del Nord ha riferito Jakim Nedelkov, presidente di Sonk (il più grande sindacato del settore istruzione ed educazione). Alban Sylafeta, direttore Woman Business Association, ha dato conto delle strategie d’integrazione comunitarie in Kosovo. Il presidente di Napredak, Nikola Cica, ha tratteggiato come la complessa situazione istituzionale della Bosnia-Herzegovina cerchi una sua evoluzione positiva traguardando un non semplice ingresso nell’Ue. Sull’incidenza della povertà in Moldova, infine, un’intensa comunicazione di Monsignor Cesare Lodeserto (Vicario episcopale della Diocesi di Chisinau).
D’impronta più dialogica la giornata conclusiva.
La tavola rotonda di confronto delle esperienze, moderata da Sergio Silvani (presidente Efal) ha visto dibattere: Veselina Starcheva (presidente Podkrepa, Bulgaria), Vanja Gavran (membro del Consiglio dei media elettronici della Repubblica di Croazia) e Carlina Valle (vicepresidente MCL).
Conclusioni del vicepresidente Ueldc Antonio Di Matteo, con un occhio ai tempi lunghi delle pressioni russe e turche sull’area oggetto dell’attenzione del seminario.

Marco Margrita
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