NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.97 Gennaio / Febbraio 2020

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 97 (18757 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  La piazza e la Torre

Data di pubblicazione: Domenica, 2 Febbraio 2020

TRAGUARDI SOCIALI / n.97 Gennaio / Febbraio 2020 :: La piazza e la Torre

Politica e società

L’odierno tempo della politica appare segnato, in modo decisivo, da un pressoché esclusivo rapporto mediatico tra i cittadini e i rappresentanti nelle istituzioni. Lo strumento comunicativo è stata e lo è ancora la televisione, ma già sopraggiungono i social, destinati a divenire prioritari.
L’agorà cioè il luogo nella città antica dove si svolgeva la vita politica e commerciale è, oggi, la piazza mediatica o quella dei social. Una piazza che si presenta esclusivamente come una somma di individualità, chiamate ad esprimere pareri su temi imposti dall’alto. Una piazza che si manifesta pressoché sempre contro qualcosa e qualcuno.
La rassegnata accettazione di questa modalità della politica ha altresì condotto, nella recente campagna elettorale per l’Emilia–Romagna, a ritenere, illusoriamente, quale elemento di rinnovamento della partecipazione e della rappresentanza, le piazze organizzate dalle cosiddette “sardine”.
Come un gatto che si morde la coda, una politica priva di reale e personale partecipazione, senza quelle reti ove si formava il rapporto tra cittadini e istituzioni, è giunta a ritenere possibile un suo rinnovamento attraverso indistinte adunate, sollecitate via social, senza idee, né proposte, senza confronto e concreta iniziativa politica.
In presenza di questa stabilizzata equivocità è doveroso indicare una prospettiva diversa, una modalità che sappia costruire una nuova rappresentanza che tragga alimento dagli spazi e dai protagonisti che ancora riescono a dare un senso alla politica.
Si devono dare opportunità e ruolo al civismo, sia come espressione diretta delle realtà territoriali, sia come elemento vivificatore dei soggetti politici. La crisi di una politica adagiata sui soli meccanismi del gradimento, come in un grande mercato, va sanata con la voglia di partecipazione che non può esaurirsi nell’andare sulle piazze fisiche o informatiche, ma che richiede attenzione, ascolto, impegno per il bene comune, esperienza e capacità di governo. Come ha ben esemplificato il Presidente Costalli: “i poveri non li abolisci con un click”.
Occorre, simbolicamente, ricostruire la Torre Civica, cioè la rappresentanza della realtà territoriale, ridando certezza e dignità alla partecipazione e al confronto, ai luoghi del governo e della difesa della comunità, della sua storia e identità, dei corpi sociali che la compongono. Ci piace ricordare che la Democrazia Cristiana, nata dalla grande esperienza del popolarismo sturziano, chiamava la sua rivista per gli enti locali, appunto, “Torre Civica”, il cui ultimo direttore fu l’ottimo Giuseppe Zamberletti. Questa non è il “Palazzo”, ma un luogo, non solo simbolico, di libertà. Nello smarrimento della politica la “Torre” deve riacquistare la sua centralità, così come gli enti locali non debbono essere considerati la periferia del Paese.
Il Movimento Cristiano Lavoratori ben radicato nella tradizione culturale, politica e sociale del popolarismo da tempo è impegnato a valorizzare il ruolo degli enti locali nella costruzione di una nuova rappresentanza. L’indicazione emersa nelle Assemblee degli amministratori locali, svolte negli anni passati, è che, nella difficile condizione del Paese, il Comune resta il luogo della maggiore democraticità e socialità dell’azione pubblica, della partecipazione diretta del cittadino e del riconoscimento ai corpi intermedi, in quanto centri di potere comunitario di una loro funzione diretta e non derivata, cioè autonoma, di elaborazione e di decisione rilevanti nei confronti dell’intera comunità. Ripartendo dai comuni si ritrova la strada del popolarismo.
Dobbiamo proporre una nuova fase di riforma degli enti locali affinché essi possano assolvere interamente tutta la loro vocazione verso la socialità. Ne accenniamo alcuni elementi. L’autonomia regionale in discussione deve prevedere anche una correzione di qualche aspetto di neo centralismo regionale che condiziona la gestione amministrativa delle realtà istituzionali locali, non consentendo di esprimere tutta la loro potenzialità. Introdurre una nuova politica di valorizzazione ambientale, secondo gli indirizzi sui quali l’Europa ha lanciato una sfida importante, che costituisca una priorità di investimento. Le tutele che intervengono sui territori debbono, infatti, essere indirizzate a favorire uno sviluppo compatibile in ambito produttivo e turistico verso nuove opportunità, soprattutto per contrastare il dilagante abbandono dei piccoli comuni e dei borghi. Una fiscalità di vantaggio deve venire incontro a quelle iniziative di reti di servizi e cooperative di comunità. Si deve realizzare la riscoperta dei luoghi e della storia delle comunità che costituiscono un patrimonio prezioso ed un richiamo culturale da diffondere.
Questi ed altri temi saranno affrontati nel convegno sugli Enti Locali, organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori che si svolgerà a Roma il 28 e il 29 febbraio. Protagonisti alcune centinaia di amministratori locali che interverranno in un ampio confronto aperto dagli interventi introduttivi dei professori Michele Rosboch e Severino Nappi sul rapporto tra identità locali e amministrazioni, sottolineando come la partecipazione in tali realtà costituisca una fucina di virtù civiche e una valorizzazione delle comunità intermedie, fondamento delle libertà civiche, facendo riferimento al tema fondamentale della sussidiarietà sotto l’aspetto dei rapporti tra centro e realtà locali, del Welfare e del ruolo fondamentale dei soggetti intermedi. Il giorno successivo una Tavola Rotonda metterà a confronto esperienze diverse per indicare nel concreto la strada per un rinnovamento della rappresentanza. La dirigenza nazionale del MCL, con le conclusioni del Presidente Costalli, illustrerà i contenuti e le modalità del valore sociale e politico della partecipazione e l’impegno a contribuire a far emergere questa necessaria forza di rinnovamento istituzionale.

Pietro Giubilo
 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali