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  Ripartiamo da un’Europa sociale

Data di pubblicazione: Venerdì, 16 Ottobre 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.73 Agosto / Settembre 2015 :: Ripartiamo da un’Europa sociale

A Milano un seminario internazionale sulle politiche sociali e del lavoro in Europa

L’occasione dell’Expo milanese ha permesso alla Feder.agri-MCL di ritrovarsi per tre giorni – dal 1° al 4 ottobre – nel capoluogo lombardo per riflettere sul grande tema delle povertà in Europa e delle politiche sociali dell’Unione Europea: “Nutrire il pianeta, energia per la vita. Le povertà e le politiche sociali e del lavoro nell’Unione Europea”, questo il tema dell’iniziativa cui hanno partecipato rappresentanti di 14 Paesi europei.
Durante il seminario internazionale, l’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco, oltre che a costituire il canovaccio-guida di molti interventi, ha rappresentato anche la cartina di tornasole che ha permesso di verificare l’esistenza di una forte sintonia per un impegno teso a “salvaguardare la casa comune” e, insieme, le esigenze di vita di tutti coloro che vivono oggi sul pianeta.
Anche gli squilibri sociali e le crescenti povertà fanno da baricentro della “grande sfida ecologica”.
L’onorevole Giovanni La Via, presidente della Commissione ambiente del Parlamento Europeo, ha chiesto da subito “uno sforzo necessario per tutti” e, guardando alla grande Conferenza sul clima di Parigi – che si terrà a novembre 2015 –, ha detto che il percorso “di condivisione degli obiettivi” per rendere il pianeta vivibile e sostenibile non può che farci aspirare a grandi risultati.
La cultura dello scarto, in ogni sua sfaccettatura, richiama ciascuno di noi alle nostre responsabilità e, come ha sottolineato Carlo Costalli, presidente del MCL, “da cristiani, la solidarietà e il perseguire il bene comune ci devono far capire ancora di più il valore della crescita europea: solo insieme possiamo vincere questa grande sfida richiamata dal Papa con la ‘Laudato Si’ poiché è nel nostro stare insieme che possiamo imparare ad imparare”. Il professore Pierluigi Malavasi – dell’Alta scuola sull’ambiente dell’Università cattolica di Milano – ha invitato i partecipanti ad una scelta di condivisione con gli altri che, partendo dalla relazione con Dio e col prossimo, ci veda impegnati a ben conservare il dono ricevuto senza mai dimenticare che “il dialogo è sempre fatto di radici”.
Sulle radici cristiane dell’Europa, sulla grande sfida demografica e sul problema connesso col rallentamento della crescita economica e con la conseguente disoccupazione e povertà, si è soffermata la sociologa Ilaria Beretta, dell’Università Cattolica di Milano ed esperta in scienze sociali.
Anche Mons. Duarte da Cunha, Segretario generale delle Conferenze episcopali europee, si è richiamato ad un impegno personale e, dopo aver chiesto la collaborazione di tutti, ha invitato ad essere realisti “senza mai fare analisi semplicistiche e affrettate e senza mai dimenticare che il nostro metodo viene dalla nostra fede”.
Pertanto ecco come, anche nell’andare ad analizzare le proposte operative, il seminario ha rilevato come le politiche dell’Ue non possano che ripartire da una nuova stagione di dialogo sociale.
Senza correre il rischio di una omologazione è fondamentale capire che le varie differenze sono una ricchezza che può favorire lo sviluppo di una nuova coesione sociale in un contesto che veda il bene comune e la famiglia costituire l’architrave di una antropologia buona.
Il tema dei rifugiati è stato più volte al centro del dibattito e, così come per le politiche contro la povertà, si è chiesto più Europa nella guida dei processi in corso.
Al dialogo sociale europeo ha fatto riferimento anche Piergiorgio Sciacqua, responsabile del Dipartimento Formazione del MCL, il quale dopo aver evidenziato come lo Status dell’Ue oggi non sia buono, ha detto “che crepe e fessure lasciano ritornare risentimenti e paure che rinforzano stati di precarietà e risentimenti nazionalisti”.
E’ necessaria una forte stagione di riforme per vincere le sfide radicali del lavoro e riportare l’Europa sociale a quel ruolo centrale che le è proprio: “l’Europa sociale non è un supplemento del progetto europeo ma ne è il suo fulcro, e il dialogo sociale è parte irrinunciabile della nostra democrazia”.
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