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  La bellezza della famiglia salverà il Paese

Data di pubblicazione: Domenica, 18 Ottobre 2015

Gigi De Palo

Gigi De Palo

TRAGUARDI SOCIALI / n.73 Agosto / Settembre 2015 :: La bellezza della famiglia salverà il Paese

Parla Gigi De Palo, candidato alla Presidenza nazionale del Forum delle Associazioni Familiari

Ti colpisce subito, Gigi De Palo, per la purezza delle idee e per la gioia che comunica: cose semplici ma, ahinoi, altrettanto lontane dai politici di professione. Eppure di cose ne ha fatte, Gigi De Palo, nel suo lungo impegno di cattolico al servizio della comunità – specie nella città di Roma –. Ma non ha mai smesso di vivere la famiglia al primo posto, prima ancora dei suoi impegni pubblici, come fonte inesauribile di gioia e di entusiasmo. Con lui, candidato ufficiale alla Presidenza nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, non potevamo che parlare di famiglia e di valori cristiani.

La famiglia è la vera Cenerentola dei nostri tempi, dimenticata dalle politiche sociali e bistrattata dalle scelte in materia fiscale. Da dove partire per restituire dignità di esistenza alle famiglie italiane?
Ripartirei senza dubbio dalla bellezza. Potrebbe sembrare un concetto strano ma, se ci si pensa bene, scavando dentro ogni richiesta, ogni battaglia, ogni tentativo di riforma, c’è sempre dietro l’esigenza di tornare alla vera bellezza della famiglia, alla sua ricchezza di affetti, al colore e al calore… esattamente come quando eravamo bambini.
Uno degli errori più comuni fin qui fatti è invece quello di aver raccontato la famiglia come qualcosa di grigio, di sbiadito, di stantio, quando in realtà non c’è nulla di più allegro, ma certo anche impegnativo, complicato e trasgressivo del “fare famiglia”.
Quanto alle politiche fiscali, per comprendere meglio come certe scelte stiano condizionando negativamente il futuro di tutti noi, basta chiedere ai giovani qual è il loro più grande desiderio: se a 18 anni rispondono “il lavoro, la famiglia, i figli”, a 31, invece, ormai parlano solo di “lavoro”. Segno evidente che la famiglia è destinata a rimanere un sogno irraggiungibile, desiderio primario e spontaneo eppure irrealizzabile. Stiamo annacquando i sogni dei nostri giovani e questo non è un bene.

Le famiglie italiane, chiamate di volta in volta a supplire l’assenza di adeguate politiche di sostegno e di rilancio dei propri interessi, sono costrette, loro malgrado, a trasformarsi in slot machine per rimpinguare le casse statali, in ammortizzatore sociale per compensare i tassi elevatissimi di disoccupazione, in luogo di educazione per supplire le carenze della scuola, e ancora a divenire avamposto di una sanità che non funziona, luogo di assistenza agli anziani, di ricovero per lunga degenza… Perché siamo arrivati a questo punto?
Semplicemente perché la famiglia non può scioperare!
Sembra una battuta ma non lo è affatto: un padre e una madre non penserebbero mai di non accompagnare un figlio a scuola per protestare, né si sognerebbero mai, le nostre famiglie, di abbandonare un nonno anziano o un malato o un invalido solo perché le cose non vanno e bisogna scioperare. Sono piccole cose, piccoli gesti quotidiani che troppo spesso diamo per scontati. In Italia sul piano demografico stiamo vivendo uno dei momenti peggiori della nostra storia: senza famiglia muore il Paese, senza figli non ci può essere un futuro sostenibile.
La realtà è che la famiglia è l’unico elemento di welfare funzionante in questo Paese: se non esistesse avremmo dei costi sociali molto maggiori. Nei Paesi anglosassoni, per esempio, questo è un dato generalmente accettato: se c’è famiglia diminuiscono i costi sociali. L’ottica, insomma, deve essere quella di difendere la famiglia e proteggerla, non solo per una motivazione morale e antropologica, ma anche perché fa risparmiare e genera futuro.

E i politici cattolici hanno qualche responsabilità in questo senso? Come far sentire la nostra voce e imprimere nel tessuto politico e sociale i nostri valori di riferimento?
I politici cattolici hanno tante colpe proprio in quanto ‘politici cattolici’. Quello che invece serve e manca sono i cattolici in politica. E’ un punto di vista sostanzialmente diverso: non ci servono politici che vadano a Messa tutte le domeniche, quanto invece uomini e donne che vivano il cristianesimo a tutto tondo nella loro vita, come perno centrale della loro stessa esistenza. In questo senso, dico, ci sono grandi responsabilità che gravano su tutto il mondo cattolico.
Il problema è quello di aver smesso di pensare alla politica come a qualcosa di bello, di aver smesso di intendere la politica come la ‘più alta forma della carità’. Ci siamo scoraggiati e rassegnati.
E adesso per tornare ad essere rilevanti dobbiamo seminare. Prima lo facciamo e prima raccoglieremo qualche frutto.

L’ideologia del gender sembra dilagare: tutto è permesso e tutto è lecito, dal riconoscimento delle unioni di fatto, alle coppie gay, alle adozioni indiscriminate. Tutto va bene in nome di una presunta difesa dei diritti umani e civili. Cosa ne pensa?
Per far sì che non passino progetti ambigui bisogna fare in modo che i genitori tornino veramente a fare i genitori.
Un ruolo cardine in questo senso ce l’ha la scuola, dove il ruolo dei genitori deve tornare ad essere quello di avanzare proposte concrete per migliorare la vita scolastica. Perché davanti a ogni progetto gender presentato ci sono prima anche venti finestre rotte da aggiustare, dieci lavagne da ricomprare, carta igienica per i bagni e banchi nuovi da acquistare!
Questo è in sostanza quanto anche il Papa ci esorta a fare, invitandoci a “immischiarci”. Insomma, se aumentano le candidature dei genitori cattolici negli organi democratici della scuola, il gender non passa. Non può passare. E, ovviamente, lo stesso principio di “immischiarci” vale anche in ogni altra attività della comunità umana: dai condomini al Comune, c’è tutto da fare nel mondo...

Inizia il Sinodo sulla Famiglia, ennesimo segnale evidente della grande attenzione della Chiesa al nucleo fondamentale del tessuto sociale e della volontà di intercettare i cambiamenti in atto. Quali le attese?
Tante, tantissime attese e tanta fiducia in questo Sinodo dal quale emergeranno sicuramente risposte importanti.
Ho profonda e piena fiducia nella Chiesa, nei Vescovi, nel Papa: quindi non temo nulla.

Fiammetta Sagliocca
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