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  Le II Giornate sociali cattoliche per l’Europa a Madrid

Data di pubblicazione: Sabato, 27 Settembre 2014

TRAGUARDI SOCIALI / n.67 Luglio / Settembre 2014 :: Le II Giornate sociali cattoliche per l’Europa a Madrid

“Questa Europa stima e riconosce la presenza dei cristiani?”

Le sfide più grandi dei tempi odierni sono state affrontate, dal 18 al 21 settembre 2014, a Madrid, dalla Chiesa europea durante la II Giornata Sociale.
Il tema generale verteva “sulla fede cristiana e il futuro dell’Europa” e, subito, il Cardinale Angelo Bagnasco e il Cardinale di Monaco di Baviera Reinhard Marx, hanno sentito il dovere di ammonire la Chiesa ad avere più voce ed una presenza più forte nella società e nelle istituzioni.
Il pericolo di vedere una società europea sempre più chiusa tra i “nuovi populismi” ed i vari ritorni nazionalisti – contemporaneamente si votava per l’indipendenza in Scozia – è grande ed è invece necessario, alla luce del Vangelo, affrontare con forza propositiva le questione della gioventù, del lavoro, delle migrazioni, della solidarietà, ma “soprattutto della famiglia e dell’educazione”.
Davanti alla sfida demografica l’Europa, che ha rifiutato le “sue radici cristiane”, deve ritrovare la sua “anima” e deve ridare all’antropologia cristiana quel ruolo identitario che la storia ci ha assegnato.
Il Cardinale Bagnasco, nell’apertura dei lavori, ha chiarito bene l’ambito ed il ruolo della Chiesa “che è libera di esprimere un giudizio di valore su tutto quello che accade e di ritenere quello che è buono, non per giudicare (…) ma per richiamare ad una visione più profonda sulla persona e sul bene comune”.
La crisi dei tempi ha certamente fatto da filo conduttore ma grande attenzione è stata prestata anche a vari aspetti regionali: l’Europa non può perdere quello spirito di pace e deve continuare, sulla scia dei Padri fondatori, a costruire la sua “riunificazione” per la libertà e la pace. L’Europa deve essere sempre più coesa e sociale, sempre più in dialogo!
Una società meno individualista e un’economia più attenta all’uomo, che è persona degna di un’attenzione più forte.
E’ stato il Cardinal Reinhard Marx a chiedere di pregare per “assumere ancora con fiducia il ruolo per promuovere un’intesa fra i popoli che assicuri ancora la giustizia sociale”. Il tentativo di scegliere la via del populismo e dei regionalismi non contribuisce a rafforzare il bene comune e si proietta contro i giovani e la famiglia.
Lavoro ed Europa sono stati così i due pilastri su cui si è poggiato quest’incontro – in tutto 300 persone, Antonio Di Matteo ed io per il MCL, pochi gli italiani laici -. La rilettura degli insegnamenti della Gaudium et Spes e del Magistero di San Giovanni Paolo II hanno poi rappresentato la cornice in cui si sono inseriti i vari contributi.
Parlando a nome del Movimento, sono intervenuto con una relazione sul “Futuro dei giovani in Europa” e ho cercato di presentare il lavoro che facciamo in Italia come il momento essenziale per contribuire ad una nuova assunzione di responsabilità nella società da parte dei giovani che non sempre sono all’altezza della formazione che il mercato del lavoro, e la vita, oggi richiedono.
I giovani sono vittime di un sistema che rafforza la loro esclusione a tutti i livelli e ne perde il valore, costringendo un importante capitale umano ad essere svalutato e costretto ad emigrare verso difficili occasioni di lavoro.
Se la speranza ha rappresentato il collante positivo che ha cercato di collegare le diverse riflessioni con le sfide sociali, dalla disoccupazione giovanile alla crisi demografica, dalle migrazioni alla famiglia, la Chiesa è impegnata a rafforzare tutti i momenti formativi ed educativi.
La scelta della solidarietà e della sussidiarietà circolare, per promuovere ancora la dignità della persona umana, devono favorire il ritorno ad una più visibile testimonianza a tutti i livelli della società, anche nelle istituzioni europee: dalla crisi si esce recuperando il senso dell’importanza di ogni uomo.
La società dello scarto – come denuncia Papa Francesco – globalizza l’indifferenza ma non ci appartiene.
Mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste, nel chiudere i lavori ha posto però a tutti la domanda cruciale e fondamentale: “questa Europa stima e riconosce la presenza dei cristiani?”
Noi del MCL cerchiamo da sempre di ricondurre ad una visione cristiana la nostra identità europea e, come dice Carlo Costalli, lavoriamo per questo portando il nostro mattone: diventa un dovere, oggi, farlo con più determinazione proprio perché la domanda del Vescovo Crepaldi non venga sottovalutata in silenzio. Dalla giusta risposta dipende il nostro futuro.

Piergiorgio Sciacqua
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