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  Per uno sviluppo fondato sul lavoro

Data di pubblicazione: Mercoledì, 8 Ottobre 2014

TRAGUARDI SOCIALI / n.67 Luglio / Settembre 2014 :: Per uno sviluppo fondato sul lavoro

Speciale Senigallia

L’annuale appuntamento di Senigallia – ormai diventato tradizione del MCL alla ripresa delle attività associative dopo la pausa estiva – non passa mai sotto silenzio nel panorama delle proposte politiche del Paese. Una regola che anche quest’anno è stata rispettata, nella tre giorni di dibattito che si è tenuto dall’11 al 13 settembre, sul tema “Per uno sviluppo fondato sul lavoro”.
“Far tornare il lavoro al centro delle politiche economiche e sociali”: è questo l’intento del Movimento Cristiano Lavoratori. Lo ha spiegato a chiare lettere il Presidente del MCL, Carlo Costalli, il quale aprendo i lavori – davanti a una platea di oltre 450 dirigenti e quadri del Movimento - ha sottolineato come strettamente legati a questo punto nodale per il futuro dell’Italia ci siano due questioni chiave: il tema della rappresentanza e quello delle riforme.
Sul primo punto, che il leader del MCL ha definito “strategico”, “esiste un evidente scollamento fra politica e cittadini: è un problema che non riguarda soltanto l’Italia, ma che non è possibile sottovalutare anche nel nostro Paese. I cittadini chiedono alla politica efficacia ma anche rappresentanza”.
Secondo Costalli “l’impressione è che si stia procedendo verso un compromesso fra oligarchie in cui è ben evidente la tutela degli interessi di queste, ma molto meno una difesa di maggiore rappresentanza e/o partecipazione dei cittadini”, ha detto riferendosi anche alla riforma del Senato: “proporre un’architettura in cui il Senato sia appannaggio dei rappresentanti delle Regioni senza che i senatori siano eletti direttamente dai cittadini, in combinazione con una legge elettorale senza preferenze, siamo sicuri che garantisca maggiore efficienza e/o maggiore rappresentanza, soprattutto in presenza di partiti deboli, se non addirittura inesistenti?”.
Quanto alle riforme, “le sfide del cambiamento impongono di affrontare con decisione il tema della democrazia economica, ovvero della partecipazione ai processi decisionali della società: e per questo sono necessari, anche, corpi intermedi forti, vitali e riformisti”, ha detto il Presidente MCL. Ma su un punto non si può transigere: “I ‘decisori’ devono essere riformisti con i fatti (e non solo a parole) e disponibili a trovare un’intesa forte ed ampia con le forze che hanno a cuore il ‘bene del Paese’: il vero riformista non può essere ‘un uomo solo al comando’”.
Rilanciare il Paese sulla strada della partecipazione ai processi decisionali della società significa anche, necessariamente, avere il coraggio di aprire le ‘stanze dei bottoni’, coinvolgendo le parti sociali, il sindacato, i corpi intermedi: tutti insieme, ognuno con il proprio punto di vista dettato anche dall’esperienza e dall’angolo visuale di osservazione delle realtà in cui operano, per costruire un percorso virtuoso verso lo sviluppo. Significativo in questo senso il dibattito a due voci di sabato pomeriggio, cui hanno preso parte il presidente del MCL, Costalli, e il Segretario Confederale della Cisl, Raffaele Bonanni. Un modo per sottolineare concretamente l’importanza centrale del tema.
Il nodo ovviamente è sempre il lavoro: davanti a una situazione che Bonanni non ha esitato a definire “gravissima”, è necessario concentrarsi sui veri problemi dei cittadini, senza “totem ideologici”, come la difesa dell’articolo 18. E senza barricate verso ipotesi innovative, come il contratto a tutele crescenti. Ma questa è ormai cronaca recente...
Quanto al “Job act” il Segretario cislino ha ironizzato: “Lo chiamerei ‘job ghost’”. E ancora: “Nessuno conosce la natura delle proposte di cui si parla da mesi, e di cui si intravedono solo i contorni”, ha detto, definendo sostanzialmente “fantasma” la riforma sbandierata dal governo Renzi e ancora così misteriosa.
In buona sostanza la chiave per uno sviluppo sta in una nuova ottica di equità sociale: “Non dobbiamo stare tutti a un euro in meno ma tutti a euro in più”, ha detto ancora Bonanni. Che poi ha aggiunto: “il governo deve dare un colpo secco alle false partite Iva, ai co.co.co.: queste forme di lavoro non esistono in nessun posto d’Europa. E’ una truffa nei confronti dei giovani” i quali in tal modo “non hanno un salario definito, non hanno contributi, non hanno nessun diritto”. Per uscire dal guado “l’Italia che deve lavorare sulla qualità delle proprie produzioni”, ha detto ancora Bonanni.
E infine la questione dei tagli: “Il problema del lavoro deriva dagli investimenti: i dati Ocse ci descrivono come un Paese che non va avanti, con debiti che si affastellano uno dietro l’altro”. Ma “il debito cresciuto a dismisura non dipende dai dipendenti degli enti pubblici - che non hanno aumenti da 8 anni - dipendono piuttosto dalle ruberie degli enti locali che non si giustificano più”.
Una voce di speranza è venuta da Mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace: “per superare la povertà non basta fermarsi all’assistenzialismo; occorre piuttosto un welfare inclusivo che passi da un lavoro dignitoso per tutti”, ha detto il prelato.
Ricordando le esortazioni di Papa Francesco, Mons. Toso ha ricordato che “occorre rimettere al centro dell’economia e della finanza la persona che lavora”. Serve insomma “una finanza al servizio dell’etica”, mentre “visioni che pretendono di aumentare la redditività, a costo della restrizione del mercato del lavoro che crea nuovi esclusi, non sono conformi a un’economia a servizio dell’uomo e del bene comune, ossia del bene di tutti”. La chiave è, come insegna il Pontefice, “ribaltare quelle ideologie neoliberiste che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria senza limiti”. E ha concluso: “Non ci può essere una vera crescita senza lavoro per tutti”.
Tra gli intervenuti ai lavori di Senigallia anche i vicepresidenti del MCL, Noè Ghidoni e Antonio Di Matteo; il Presidente Isfol, Michele Colasanto; Orietta Maria Varnelli, Presidente di Action Aid Italia, Ong presente in 30 Paesi del sud del mondo. E, inoltre, l’Assistente ecclesiastico nazionale del MCL Mons. Francesco Rosso, il quale ha insistito molto sulle potenzialità dei giovani che vanno allenati attraverso una formazione costante e mirata; il Vescovo di Senigallia, Mons. Giuseppe Orlandoni, che ha portato ai partecipanti il suo saluto a nome della comunità diocesana; Roberta Caragnano, direttore dell’Osservatorio Adapt per le pari opportunità.
Due giorni intensi, insomma, che sono serviti anche ad approfondire un tema di sottofondo sempre presente nell’impegno del MCL: quello della presenza dei cattolici nei vari ambiti della società e la loro capacità di incidere, di indirizzare le scelte, in particolare quelle politiche.
Per dirla con le parole di Carlo Costalli: “Siamo consapevoli che questa presenza può finire: gli elementi per un simile esito ci sono tutti, ma siamo anche convinti che essa può prendere nuovamente il largo, pure in una società più secolarizzata. L’efficacia o l’inefficacia della presenza dei cattolici in politica dipende dalle condizioni generali della società ma, soprattutto, dipende dai cattolici stessi, dalle condizioni della loro fede, dall’organizzazione della loro cultura, dalla consapevolezza e omogeneità dei loro apparati concettuali. E’ proprio in questi campi che si gioca ora la partita decisiva.
Noi lavoriamo in questa direzione: anche creando le condizioni perché altri soggetti politici emergano dalla società”.

Fiammetta Sagliocca
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