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  Una latteria-caseificio per la Tanzania

Data di pubblicazione: Venerdì, 15 Giugno 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.26 Maggio / Giugno 2007 :: Una latteria-caseificio per la Tanzania

Il progetto del Cefa per il volontariato internazionale


IL PROGETTO DEL CEFA PER IL VOLONTARIATO INTERNAZIONALE UNA LATTERIA-CASEIFICIO PER LA TANZANIA


      Dal 22 gennaio al 1° febbraio scorsi, una delegazione del Cefa - accompagnata dai massimi rappresentanti della Granarolo SpA, di Hera Bologna, e di Best Western Italia, insieme ad alcuni Sindaci e amministratori locali del bolognese - si è recata in Tanzania, in occasione dell’inaugurazione della latteria-caseificio Njombe milk factory per partecipare alle manifestazioni indette per la consegna dell’acquedotto e dell’impianto idroelettrico al villaggio di Bomalang’ombe.

       La Njombe milk factory è l’elemento centrale del progetto “Produzione e commercializzazione del latte a Njombe”, ideato e sviluppato dal Cefa – il seme della solidarietà - Onlus, organismo di riferimento del Movimento Cristiano Lavoratori, con il finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e di Granarolo SpA, in collaborazione con alcuni comuni del bolognese (Sasso Marconi, S. Lazzaro di Savena), Confcooperative Emilia Romagna, il Premio Vallesina e numerosi altri enti, pubblici e privati. All’inaugurazione, avvenuta il 26 gennaio a Njombe, erano presenti il Ministro dell’Agricoltura e dell’Allevamento della Tanzania, On. Anthony M. Diallo, numerose autorità locali e un delegato dell’ambasciata italiana.

      Con il completamento della latteria-caseificio si è conclusa la prima parte del progetto che, nel corso degli anni, ha visto l’intrecciarsi di opere edili e installazione di apparecchiature (gruppo pastorizzatore, generatore di vapore, imbustatrice, vasche refrigerate, celle frigorifere, apparecchiature per un laboratorio, ecc.) con un’intensa attività di risanamento del patrimonio bovino locale, per debellare le malattie trasmissibili, quali la tubercolosi e la brucellosi.

       Ora l’attenzione si sposta sul consolidamento della struttura gestionale, amministrativa e commerciale dell’azienda caseificio e sull’avvio di un’ampia attività di sensibilizzazione e formazione al consumo del latte, che avrà effetti notevoli sul miglioramento della dieta alimentare di tutte le famiglie dell’area e la contemporanea crescita del reddito dei produttori.

      Tra i molteplici obiettivi da raggiungere nei prossimi due anni, c’è il passaggio alla piena gestione diretta del progetto da parte del personale locale, completata, sul versante sociale, da una fornitura a tutte le scuole primarie di almeno una porzione di latte settimanale.

      A regime, la “factory” impiegherà venti persone, raccogliendo la produzione di un migliaio di allevatori e arriverà a lavorare oltre 6.000 litri di latte al giorno. Oggi ne vengono lavorati 1.400, trasformati, oltre che in latte pastorizzato, in yogurt e formaggi. Con il consolidamento di questa struttura si costituisce di fatto una “filiera del latte” destinata a migliorare molto l’economia locale, tutta basata su agricoltura e allevamento praticati a livello familiare. Al termine la popolazione beneficiaria sarà di circa 400mila persone, tra le quali 100mila bambini. In pratica, il raggiungimento dell’autosostenibilità completa che, da sempre, il Cefa persegue per tutti i progetti. Il latte pastorizzato, cibo altamente nutritivo, è molto importante nella dieta, soprattutto in quella dei bambini: finora, escluso quello in polvere, è stato invece quasi assente dall’alimentazione locale, essendo importato da Paesi lontani e con costi elevati che ne hanno fatto un alimento per pochissimi ricchi.

       Per dare un corretto impulso al consumo del latte, a Njombe il Cefa ha avviato uno specifico programma denominato “Un bicchiere di latte per la vita”. A partire dal 1° febbraio, c’è l’impegno a sostenere una fornitura settimanale di latte a 50 scuole primarie del distretto, per un totale di 24.000 bambini. Con questo programma, ogni bambino avrà la possibilità di bere almeno un bicchiere di latte alla settimana. Il costo della fornitura è stato calcolato in 180 euro all’anno per ogni classe: una cifra relativamente bassa, sostenuta interamente dall’Italia, per la quale chiediamo l’aiuto di tutti.

    Il resto del nostro viaggio è stato dedicato all’incontro con la popolazione di Bomalang’ombe e alla “consegna” dell’acquedotto e dell’impianto idroelettrico alle associazioni e alle aziende locali che si sono costituite per garantire la sostenibilità e la curabilità degli interventi. La nascita di queste realtà, espressione diretta della società civile tanzana, aggiunge ulteriore qualità ai risultati tecnici ottenuti. E a sottolineare quanto questi interventi rispondessero a bisogni primari della gente, anche in questa occasione la partecipazione di autorità e popolazione alla manifestazione è stata ampia.

      I risultati del progetto, a livello socio-sanitario e per le nuove opportunità di lavoro create, sono diventati i punti di forza dello sviluppo complessivo registrato nell’intera area. Gli impianti permettono di distribuire acqua potabile al villaggio, i cui abitanti possono attingerla da 60 fontane. Cosa possa significare l’acqua potabile costantemente presente e raggiungibile in pochi minuti o il passaggio abitativo dalla capanna alla casa in muratura, come obbligatoriamente previsto dalla legge tanzana a chi fa richiesta d’allacciamento alla rete elettrica, non è facilmente immaginabile se non si vive direttamente questa esperienza. Ma basti pensare ai nuovi indici di vivibilità, che hanno fatto ‘crescere’ Boma dai 2.500 abitanti residenti all’epoca del primo arrivo del Cefa fino agli attuali 13.000, per comprendere quanto positivo sia stato l’impatto di questo progetto.

       E’ con interventi come questi che si argina il fenomeno dell’emigrazione dalle zone rurali alle periferie malsane delle grandi metropoli. Una pratica diffusissima in tutta l’Africa, che in cittadine come Bomalang’ombe e Njombe trova oggi molto di più di una speranza per giungere in tempi brevi ad una possibile soluzione, soprattutto per i giovani che qui hanno la possibilità di guardare con ottimismo al proprio futuro.


Marco Benassi
Direttore Cefa e Cons. Nazionale MCL


info@cefaonlus.it, sito www.cefaonlus.it

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