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  Il Family Day

Data di pubblicazione: Martedì, 19 Giugno 2007

TRAGUARDI SOCIALI / n.26 Maggio / Giugno 2007 :: Il Family Day

Un clamoroso successo


IL FAMILY DAY
UN CLAMOROSO SUCCESSO


       Che qualcosa di grande si stesse preparando lo si avvertiva già nei giorni precedenti il fatidico 12 maggio, partecipando responsabilmente in forma diretta, e guardando i volti colmi di meraviglia ed ansietà degli altri artefici dell’organizzazione e ascoltando allo stesso tempo le dichiarazioni di tutti, apparentemente caute, ma che non riuscivano a nascondere la percezione di aver fatto centro. Nessuno osava dirlo apertamente, ma era chiaro che si respirava nell’aria un forte consenso, una bella sensazione di fibrillazione.

       Ma che un vero e proprio fiume di persone, quasi un milione e mezzo, si sarebbe riversato in piazza San Giovanni, questo no, questo probabilmente andava oltre ogni più rosea aspettativa.

       Un grande bagno di folla, questo Family Day, che ha segnato una tappa fondamentale per il mondo cattolico e non solo. Oltre alle 23 grandi associazioni (tra cui il Mcl) che hanno sottoscritto il manifesto di impegno per le politiche familiari, sono emerse una moltitudine di altre associazioni (circa 500), da ogni parte d’Italia, che hanno aderito e partecipato alla manifestazione e sono state il cuore pulsante di una giornata memorabile.

       Non è per usare toni facilmente trionfalistici, ma il valore di una piazza così va ben rimarcato per più di una ragione.

       Innanzi tutto perché ha ribadito che il mondo cattolico, quando riesce a superare le proprie divisioni interne, è più forte e radicato di quanto alcune minoranze estremistiche vorrebbero far credere.

       Poi perché una piazza gremita all’inverosimile è un dato politico non trascurabile, specie di questi tempi segnati da una generale disaffezione della gente agli eventi che gravitano intorno alla politica nazionale. Infine perché la manifestazione di piazza San Giovanni ha tributato la vittoria della gente comune, della gente che, normalmente silenziosa ed abituata a subire, ha deciso di viaggiare da un capo all’altro del Paese per venire a manifestare.

    Così ci siamo accorti che stavamo assistendo a un incontro intergenerazionale, interrazziale, interreligioso (c’erano anche i musulmani in piazza). Una folla colorata di bandiere e cappellini, una folla che ha invaso pacificamente la città, senza incendiare cassonetti né sfasciare vetrine e bancomat, una folla che semplicemente ha cantato e ballato, per dire a tutti che la famiglia è un bene primario. Una voce di popolo che tutti dovrebbero ascoltare, a partire dalle istituzioni nazionali ed europee fino ai politici nostrani, che tanto spesso hanno pensato di poter fare polpette di quei valori che sono il cardine della società civile.

       La famiglia è viva e vegeta.

      Lo ha dimostrato superando ogni barriera ideologica, e mostrando a tutti dove sta la grande maggioranza del Paese: uomini e donne, ragazzi di ogni estrazione sociale, mamme e bambini di ogni età, sono il vero motore di questa nostra Italia. E, anche se di norma tacciono per mancanza di tempo e di denari da spendere nelle piazze d’Italia, sanno bene che, quand’è troppo, bisogna unirsi e mostrare la propria forza. Ci hanno ricordato, così colorati e composti, che il Paese non è fatto da quattro esagitati pronti, un giorno sì e l’altro pure, a sbeffeggiare valori e dignità. E che di fronte alla forza di una verità largamente condivisa non ci sono megafoni e contro-manifestazioni che tengano.

       Adesso è tempo di guardare avanti. Di riavvolgere le tante bandiere e di rimboccarsi le maniche con una nuova consapevolezza: quella di essere una grande maggioranza, non più silenziosa, che i politicanti non possono strumentalizzare, ma che devono ascoltare e, soprattutto, rispettare.


Tonino Inchingoli




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