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  La creativa presenza di un movimento popolare che avanza come proposta

Data di pubblicazione: Sabato, 28 Settembre 2019

TRAGUARDI SOCIALI / n.95 Settembre / Ottobre 2019 :: La creativa presenza di un movimento popolare che avanza come proposta

Politica e società

L'attuale contesto di composizione e scomposizione del quadro politico è indubbiamente un tempo opportuno per chi non si sia rassegnato ad essere un mero spettatore del pernicioso derby tra i due volti speculari del conformismo, quello “politicamente corretto” del tecno-laicismo e quello dell'estetizzata alternativa populista/sovranista. Un tempo opportuno, quello concesso anche dall'operazione trasformistica giallo-rossa, per definire un nuovo protagonismo di pensiero e azione. Non tanto per elaborare qualche tattico espediente di mera sopravvivenza, nemmeno per attardarsi in sterili reattività, ma proprio per aprire coraggiosamente strategici nuovi orizzonti. Come scrivevano MCL e Esserci all'indomani del Meeting di Rimini, infatti, “serve oggi più che mai un rinnovato e coraggioso movimento di realtà popolari, che non faccia mancare, anche nel dibattito politico, un contributo di giudizio e di azione, a partire dall’attualità della dottrina sociale della Chiesa e dalla ricchezza di esempi positivi che operano nella nostra società”.
Urge, insomma, un autentico “movimento popolare”, che nasca dalla vitalità dell'Italia vera e profonda, quella che ogni giorno lotta e costruisce. Una soggettività politica di e in rete, che guardi al patrimonio della tradizione europopolare, creativamente contaminandolo con il capillarmente diffuso civismo, come energia generatrice di “nuove sintesi” tra identità e responsabilità, capace di una rinnovata iniziativa che abbia al centro i temi del lavoro, della famiglia e della libertà di educazione, dei corpi intermedi e del vero europeismo. Al mito della disintermediazione, che è pernicioso tratto d'unione tra le narrazioni populiste e quelle tecnocratiche, va risposto con l'urto (op)positivo di chi quotidianamente edifica sviluppo e rappresentanza: nell'impresa, nel Terzo Settore e nel mondo culturale. A questi dando sovranità (sapendo che la sussidiarietà è gradiente del livello qualitativo di una democrazia). Se è concesso quello che solo a un primo distratto sguardo può apparire un ossimoro: “minoranze creative” debbono porsi in campo con “vocazione maggioritaria”, libere e forti nella consapevolezza che la loro originalità è già contributo al “bene comune”.
Richiamando l'intervento del presidente Carlo Costalli al recente seminario di studi a Senigallia, che proprio sulla “doppia sfida” dei cattolici rifletteva, non possiamo non riconoscere che “L’Italia, infatti, ha bisogno di una forza liberale, moderata, riformista, popolare che anteponga le necessità e gli interessi della società a quelli dello Stato, che valorizzi i corpi intermedi a partire dal più importante che è la famiglia, che promuova uno sviluppo coerente col rispetto del creato, che non subisca i dettami di una cultura che ci vuole tutti uguali, neutri, inoffensivi”. In un panorama che con realismo il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori nella sua prolusione introduttiva ha così ben descritto: “siamo in un Paese con il grande debito pubblico (di cui pochi, se non nessuno, parlano) che frena ogni tentativo di riforma, ed una crescente aria generale di sfiducia e di rancore. Ma per poter costruire un nuovo “centro moderato” servono valori forti che tengano insieme vita, famiglia, solidarietà e giustizia sociale”.
La questione, letta ad intra del mondo cattolico, è appunto quella di ricomporre la frattura tra chi si concentra sulle questioni morali e chi esclusivamente su quelli sociali. Un rinnovato incontro sui fondamenti, nella loro globalità, che non può essere il meccanico esito di stanche mosse organizzativiste, piuttosto la conseguenza di un saper stare senza calcolo anche “all'opposizione dello stato di cose”. è il tempo in cui è opportuno, leggendo in profondità la circostanza e immergendovisi con lealtà, insomma, di rimettersi in cammino. Avanzando proposte. Avanzando come proposta, anzi.

Marco Margrita
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